Salvini-Berlusconi, vertice sulla squadra. Il leghista pronto a rinunciare al Viminale

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di Marco Cremonesi e Marco Galluzzo

I due leader: massima comunità d’intenti con Meloni. Lo Sviluppo economico tra gli obiettivi del Carroccio

Silvio Berlusconi entra direttamente nella partita della formazione del governo. E ieri pomeriggio Matteo Salvini è andato a trovarlo ad Arcore. Oggetto dell’incontro, oltre all’agenda economica che dovrà affrontare il nuovo esecutivo, è stato proprio il lavoro in corso nella maggioranza per arrivare a definire assetti istituzionali, in primo luogo le presidenze del Parlamento, e politici, ministeri e posti di sottogoverno. Oggi potrebbe essere il turno di Giorgia Meloni, che è annunciata a Milano al «villaggio Coldiretti» e potrebbe passare, anche lei, dalla residenza del presidente azzurro. Una cortesia affettuosa di entrambi i leader nei confronti del fondatore del centrodestra.

Sia sull’agenda e sui primi passi del nuovo governo, sia sugli appuntamenti istituzionali dei prossimi giorni e settimane, sino al giuramento del nuovo esecutivo, «è stata ribadita la massima comunità d’intenti con Giorgia Meloni: è necessario dare presto all’Italia un esecutivo compatto, di alto livello, capace di affrontare sfide complicate a partire proprio dall’emergenza originata dai prezzi record dell’energia», è scritto in una nota congiunta di Lega e Forza Italia.

Fra i pochi dettagli che filtrano, mentre Giorgia Meloni ha continuato con la sua serrata serie di incontri alla Camera dei deputati, sembra affiorare una novità. Matteo Salvini non intende fare le barricate sulla sua indicazione per il Viminale. Era un obiettivo quasi irrinunciabile sino a qualche giorno fa, ma le perplessità di Meloni, probabilmente condivise anche dal Cavaliere, hanno di fatto impresso un cambio di passo nelle ultime ore. Certo, per il leader leghista il Viminale rimane la prima scelta. Certo, se le cose andassero così occorrerà concertare una solida narrazione di tutti i partner dell’alleanza sull’architettura del futuro governo. Però è vero che Salvini, ieri, con Berlusconi ha parlato anche di Agricoltura, da sempre al centro degli interessi leghisti, forse per Gianmarco Centinaio. Giusto ieri, a sua volta al «Villaggio Coldiretti», il presidente dell’associazione Ettore Prandini ha lanciato un suo appello per un ministero alla «sovranità agroalimentare» che ha riscosso l’apprezzamento del segretario leghista: «Il nome non mi dispiace, significa indipendenza. L’Unione Europea in queste settimane ha dimostrato che purtroppo vale il motto ognun per sé. La Germania non ha atteso l’Europa e ha stanziato 200 miliardi».

Nella Lega si parla molto anche del ministero agli Affari regionali per portare al governo la spinta verso l’autonomia (forse con la già ministra veneta Erika Stefani) e Scuola e università, forse per Giuseppe Valditara. Resta alto l’interesse della Lega per un ministero di peso come le Infrastrutture che tra le deleghe ha anche la guardia costiera. Magari per lo stesso Salvini, ma anche per il già vice ministro Edoardo Rixi.

Ma appunto, siamo ancora in una fase preliminare: il primo accordo da siglare, fra le tre forze della maggioranza, è relativo alla presidenze di Camera e Senato. A occhio, dice chi lavora all’argomento, entrambi i ruoli valgono come due ministeri e ancora non è deciso se uno dei due posti toccherà alla Lega (potrebbe andare Giancarlo Giorgetti) o a Forza Italia. Sempre che Fratelli d’Italia non decida di puntare di più sull’esecutivo, nel qual caso entrambe le presidenze del Parlamento potrebbero andare agli altri due partiti. Un esponente di Forza Italia, probabilmente Antonio Tajani, è in predicato di prendere uno dei ministeri di maggior peso, gli Interni, gli Esteri o la Difesa. Alla Lega, probabilmente con Giulia Bongiorno, potrebbe andare la Giustizia.

30 settembre 2022 (modifica il 30 settembre 2022 | 23:43)

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, 2022-10-01 05:25:00, I due leader: massima comunità d’intenti con Meloni. Lo Sviluppo economico tra gli obiettivi del Carroccio , Marco Cremonesi e Marco Galluzzo

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