La strategia di Giorgia Meloni (che oggi riappare): nessun brindisi e commenti solo sui social

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di Tommaso Labate

Oggi la prima uscita pubblica. Il basso profilo di chi ha vinto non ha precedenti in altre elezioni. Quel monito ai suoi fedelissimi sulla comunicazione: qualsiasi cosa potrà ritorcersi contro di noi

«Ricordatevi che da domenica notte avremo addosso gli occhi del mondo intero. E che qualsiasi cosa, anche la più banale, prima o poi può ritorcersi contro di noi». Soltanto oggi Giorgia Meloni farà la sua prima uscita pubblica, a una settimana dal voto. Ma bisogna fare un passo indietro di almeno una settimana per capire il perché di un fenomeno che non ha precedenti conosciuti nella storia elettorale italiana, quantomeno quella dell’ultimo quarto di secolo. Per capire il perché di festeggiamenti mancati , di bottiglie di spumante mai stappate, di brindisi mai fatti, quantomeno non di fronte a una telecamera accesa o una macchina fotografica funzionante.

Non è un caso se non esistono video che immortalano Giorgia Meloni mentre festeggia la vittoria alle elezioni di domenica scorsa insieme ai suoi fedelissimi. E, tolta quella striminzita dichiarazione di ringraziamento agli elettori arrivata domenica notte dopo la seconda proiezione, tra l’altro messa a verbale con toni insolitamente bassissimi, non esiste ancora neanche un discorso della vittoria.

Da quando ha vinto le elezioni, Meloni ha scelto il profilo bassissimo. Non si era mai visto un leader uscito vincitore da un’elezione nazionale e pronto per andare a Palazzo Chigi che non si abbandonasse alla pazza gioia, insieme a dirigenti e militanti, per almeno ventiquattr’ore. «Fateci festeggiare almeno una notte e da domani saremo al lavoro», la dichiarazione standard in cui si sono riconosciuti, da Berlusconi a Di Maio, tutti i vincitori delle tornate elettorali legislative dal 1994 al 2018. Meloni, invece, nulla.

La leader di Fratelli d’Italia e presidente del Consiglio in pectore è scomparsa dalla scena pubblica sin da subito. Una fugace apparizione davanti alle telecamere, che l’hanno inquadrata per mezzo secondo all’uscita dall’incontro con Matteo Salvini a Montecitorio; due apparizioni in foto e video postate sui social da altri, una dal suo personal trainer lunedì mattina, l’altra dal presidente del Coni Giovanni Malagò (che l’ha incontrata insieme al capo del Cio Thomas Bach); e poi più nulla, se non una sfilza di dichiarazioni rilasciate esclusivamente su Twitter. Tra queste la smentita tattica rispetto alle ricostruzioni giornalistiche sui dissidi con Matteo Salvini, gli auguri di buon compleanno a Silvio Berlusconi, i complimenti a Samantha Cristoforetti (prima donna europea alla guida della Stazione spaziale internazionale), l’incoraggiamento a Maria Sole Ferrieri Caputi (prima donna ad arbitrare una partita di calcio maschile di Serie A) e le risposte alle congratulazioni di alcuni leader internazionali.

Per capire la ragione di fondo di questa scelta bisogna tornare indietro di sette giorni. A quando Meloni ha ricordato ai suoi che, incassata la vittoria alle elezioni, «avremo addosso gli occhi del mondo intero»; a quando la stessa ha ammonito i dirigenti di FdI che «qualsiasi cosa, anche la più banale, prima o poi può ritorcersi contro di noi». In mente, probabilmente, la leader aveva degli esempi del passato che uno della sua cerchia ristretta riassume così: «Se ci fossimo fatti immortalare mentre festeggiavamo, cosa sarebbe stato di quelle foto a novembre, con l’Italia in piena crisi energetica? Le avrebbero rimesse in circolo per attaccarci…».

Evitare il rischio che corsero Di Maio e i 5 Stelle con la foto in cui festeggiavano «l’abolizione della povertà» dal balcone di Palazzo Chigi, insomma; oppure, peggio, le presenze sullo sfondo di qualche esagitato, come quelle che inchiodarono la vittoria di Gianni Alemanno al Comune di Roma al ricordo incrostato dei festeggiamenti coi saluti romani sulla scalinata del Campidoglio. Due esempi, per quanto distantissimi, di come una festa, per il festeggiato, può trasformarsi da delizia in croce. Anche in tempi lunghi.

Da qui il silenziatore, imposto da Meloni a sé stessa e al pacchetto di mischia dei dirigenti di FdI. E, prima ancora, anche il controllo assoluto sugli invitati al comitato elettorale imbastito, con tanto di sala stampa, domenica sera all’hotel romano Parco dei Principi. Nella notte tra domenica e lunedì, nel quartier generale provvisorio, non è stata vista transitare neanche una bottiglia di spumante. Da martedì mattina, poi, la presidente del Consiglio in pectore ha spento le luci. E tenuto acceso, per ora, solo il profilo Twitter.

1 ottobre 2022 (modifica il 1 ottobre 2022 | 07:41)

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, 2022-10-01 05:25:00, Oggi la prima uscita pubblica. Il basso profilo di chi ha vinto non ha precedenti in altre elezioni. Quel monito ai suoi fedelissimi sulla comunicazione: qualsiasi cosa potrà ritorcersi contro di noi, Tommaso Labate

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