Salario minimo, Rondinelli (M5S): «Centrodestra contrario? Il governo ha detto sì e loro ne fanno parte»

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di Franco StefanoniL’europarlamentare: «In Francia la loro Confindustria è d’accordo». «Con una legge, le imprese saranno più tutelate, i lavoratori avranno più dignità. Nessuna interferenza con il reddito di cittadinanza» «Una grande soddisfazione il sì Ue al salario minimo. Ora serve una legge in Italia. Il centrodestra si oppone? Fanno parte di questo governo e questo governo ha appoggiato la direttiva approvata».Daniela Rondinelli, 54 anni, a lungo sindacalista, esperta in mercato del lavoro, è europarlamentare M5S dal 2019 e alla questione salario minimo ha dedicato il suo impegno. La direttiva Ue, varata dopo due anni di dibattito, ha come principale obiettivo la contrattazione collettiva sulla determinazione dei salari e livelli adeguati di salari minimi legali. Ha messo d’accordo i Paesi membri sui criteri su cui agire, dopodiché ogni Stato dovrà intervenire. Oggi in Europa 21 Paesi hanno già il salario minimo. «Sì, ma con differenze notevoli. Si va dai 332 euro al mese della Bulgaria ai 2.256 del Lussemburgo. Serviva favorire la convergenza salariale. C’è un problema di concorrenza sleale e un altro di livelli di dignità delle persone. Per due anni ho dato personalmente battaglia, anche con emendamenti poi recepiti, affinché si trovasse un accordo per una base comune». Il salario minimo che vantaggi porta? «Solo in Italia ci sono 3 milioni di poveri. Negli ultimi dieci anni il numero di contratti negoziali è cresciuto dell’80%, molti dei quali pirata (cioè poco rappresentativi e spesso disinvolti, ndr). Dal 1999 al 2021, secondo l’Ocse, i salari reali italiani sono inoltre calati del 2,9%. Con la direttiva attuale s’intende ridurre le disparità, puntare a cifre retributive sotto le quali non si può andare, anche per chi è tirocinante o stagista». In Italia il salario minimo divide. «Noi preferiremmo che venisse regolato con una legge, altrimenti il governo dovrà convocare le parti sociali per trovare un’intesa. È il centrodestra che si oppone a una normativa, così come Confindustria, mentre in Francia, dove il salario minimo c’è, la loro Confindustria è favorevole. Voglio ricordare però che da noi il centrodestra fa parte di questo governo e questo governo ha appoggiato la direttiva. E, a Confindustria, che le imprese saranno più tutelate da ora in avanti. Andrà ratificata entro due anni, ma si potrebbe fare molto prima». Chi è stato contrario in Europa? «Gli scandinavi. Danimarca, Svezia e Finlandia sostenevano di avere già un sistema funzionante e temevano di peggiorare le cose. Il consenso in Europarlamento è stato tuttavia trasversale tra i Paesi, non dettato da schieramenti di partito». Salario minimo e reddito di cittadinanza come convivono? «Il primo va in soccorso dei poveri garantendo dignità a chi ha un lavoro. Il secondo si rivolge a chi un lavoro non ce l’ha. Non vedo interferenze. Il reddito di cittadinanza ha aiutato 6 milioni di famiglie. Gli attacchi che subisce sono ingiusti. È per esempio falso che il lavoro stagionale non trovi candidati perché si preferisce percepire il reddito di cittadinanza. Se offrissero un salario adeguato, eccome se accetterebbero». Si parla anche di reddito universale incondizionato. «È il futuro, ed è legato ai prossimi scenari tecnologici del mercato del lavoro. Si tratta di dare un contributo al di là di ciò che si fa. In Italia si stanno raccogliendo le firme per avviare una proposta di legge nel Parlamento europeo». 7 giugno 2022 (modifica il 7 giugno 2022 | 12:41) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-06-07 10:42:00, L’europarlamentare: «In Francia la loro Confindustria è d’accordo». «Con una legge, le imprese saranno più tutelate, i lavoratori avranno più dignità. Nessuna interferenza con il reddito di cittadinanza», Franco Stefanoni

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