Royal: «Perdiamo  in governabilità  ma recuperiamo un po’  di democrazia»

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di Stefano Montefiori

L’ex candidata alle presidenziali: «Macron ha perso contatto con il Paese, troppo potere gli ha fatto male». E ora? «Vedremo se il governo cadrà o troverà qualche alleanza»

Dal nostro corrispondente

PARIGI
– «Quando si detiene per troppo tempo un potere eccessivo si diventa sordi e ciechi. Macron per cinque anni ha esercitato un potere totale. Conquistato secondo le regole e tramite elezioni democratiche, ci mancherebbe, ma questo sistema ha mostrato tutte le sue mancanze. Negando a Macron la maggioranza assoluta, i francesi hanno sacrificato un po’ di governabilità per avere più democrazia. E io penso che sia un bene».

Ségolène Royal, già candidata presidenziale socialista nel 2007, più volte ministra e deputata, è stata la prima a invocare l’unione della sinistra dietro Mélenchon, già in occasione del voto per l’Eliseo.

«Non lo nego. Ho sempre pensato che l’unione della sinistra fosse la strada da percorrere, e che Mélenchon fosse l’uomo più forte in grado di realizzarla. Poi, certo, sono anche preoccupata per il blocco attuale, ma una soluzione verrà trovata».

Ritorno del Parlamento?

«Lo spero. È sbagliato dare tutti i poteri a una persona solo per non doversi preoccupare di cercare compromessi e alleanze. La politica è anche questo, mediazione, ricerca di intese. Questa situazione inedita per la Francia potrebbe farle bene. L’Assemblea nazionale torna ad avere un ruolo, mentre prima serviva solo per ratificare le decisioni di Macron».

Perché dice che Macron era diventato sordo e cieco?

«Basta guardare chi ha nominato come primo ministro: Elisabeth Borne, che era la ministra dei Trasporti all’origine della carbon tax che fece scoppiare la rivolta dei gilet gialli. La Francia è stata scossa da una protesta enorme, lei si rifiutava di ritirare quella tassa ingiusta, e comunque adesso è diventata premier. Significa che Macron ha perso il contatto con il Paese, troppo potere fa male».

Queste elezioni sono una svolta?

«Penso di sì, perché al di là della maggioranza che verrà trovata i francesi hanno chiarito che non ne possono più di decisioni tecnocratiche. Vogliono una politica più umanista, pensata per le generazioni future. Più ecologia, più tutela dei servizi pubblici, che sono il patrimonio di chi non ne ha».

Macron ha pagato anche il progetto di portare l’età della pensione a 65 anni?

«Credo che abbia perso così tanti seggi perché negli ultimi cinque anni ha fatto una politica troppo liberale, troppo favorevole ai ricchi e poco attenta ai meno fortunati. E di nuovo colpevolizza i cittadini comuni parlando del deficit pubblico e della riforma delle pensioni, quando le grandi aziende francesi quotate in Borsa fanno utili record e le compagnie energetiche registrano guadagni straordinari mentre i cittadini faticano a fare il pieno di benzina. È un modello economico che non funziona più».

Oltre ai tanti seggi della Nupes di Mélenchon e alla erosione della coalizione governativa, l’altro elemento è l’ingresso in massa dei deputati lepenisti.

«E anche qui Macron ha una responsabilità. Prima, alle presidenziali, ha chiesto i voti dell’estrema sinistra per fare sbarramento contro Marine Le Pen e conquistare l’Eliseo. Poi, alle legislative, temendo che Mélenchon avanzasse troppo, ha equiparato estrema sinistra e estrema destra. Così ha legittimato i lepenisti, che infatti hanno ottenuto un grande successo».

Ora che cosa succederà?

«A inizio luglio ci sarà la prima mozione di censura, vedremo se il governo cadrà o se troverà qualche alleanza. Intanto, mi rallegro che il parlamento sia rinato, anche grazie a nuovi deputati come la donna delle pulizie Rachel Kéké».

20 giugno 2022 (modifica il 20 giugno 2022 | 23:57)

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, 2022-06-20 22:08:00, L’ex candidata alle presidenziali: «Macron ha perso contatto con il Paese, troppo potere gli ha fatto male». E ora? «Vedremo se il governo cadrà o troverà qualche alleanza», S. Mon.

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