Quando Mino Raiola portò Ibra  dal dottor Fu alle 4 del mattino

Spread the love

Caro Aldo,

Raiola sarà stato pure bravo ma ha contribuito molto allo sfascio del calcio italiano e non… con continui trasferimenti di giocatori da una parte all’altra per prendersi altre provvigioni costosissime dalle società.

Giovanni Piscopo

Odiato da molti solo per essere stato il migliore nel suo campo… grande Mino.

Antonio De Falco

Cari lettori,

La morte di Mino Raiola ha colpito molti di voi, sia per la giovane età, sia per la peculiarità del personaggio. Tra le sue frasi, ormai diventate di culto, sceglierei questa: «Sono trasandato perché devo parlare di soldi e non di moda; e poi così mi sottovalutano, e riesco a strappare di più». Non c’è dubbio che nel calcio i procuratori abbiano preso troppo potere, contribuendo a far lievitare a dismisura i costi. Ma non dobbiamo sorprendercene. Un campione dello sport spesso è una creatura fragile. Brucia tutto nel giro di pochi anni, a parte qualche fenomeno, come ad esempio Zlatan Ibrahimovic, che può vincere uno scudetto a quarant’anni compiuti. Ma anche un duro come Ibra può scoprirsi delicato; ad esempio in seguito a un infortunio. Il campione che si rompe un ginocchio è un animale ferito, un purosangue che guarda incredulo il proprio arto spezzato. È quello il momento — e non solo quando si tratta di concludere un nuovo contratto — in cui diventa decisivo il ruolo del procuratore. Nel bel libro scritto con Luigi Garlando, Adrenalina, Ibra definisce Raiola «amico, fratello, padre». Quando gliene ho chiesto il motivo, ha risposto: «Le racconto un episodio. A Manchester mi rompo il ginocchio. Esco dal campo con le mie gambe, rifiuto gli antidolorifici, penso che non sia niente. Invece ho il crociato a pezzi, si sono staccati tendini, muscoli: un disastro. Mino comincia a ricevere le telefonate degli avvoltoi». Chi? «Chirurghi, italiani e no, che mi vogliono operare. Studiamo la cosa e vediamo che il migliore al mondo è tale Freddie Fu, un dottore americano originario di Hong Kong, che lavora a Pittsburgh; ma per un appuntamento bisogna aspettare mesi. Pochi giorni dopo mi chiama Mino: “Ibra prepara le valigie, si parte per Pittsburgh”. Atterriamo alle 4 del mattino e andiamo subito in ospedale. Il leggendario professor Freddie Fu ci aspettava sotto l’ingresso con il suo staff. Alle 4 del mattino». Anche per questo, nei giorni in cui Mino Raiola lottava per la vita, Zlatan Ibrahimovic era al suo capezzale.

LE ALTRE LETTERE DI OGGI

L’ingiustizia

«Siamo pensionati ricchi? Non trattateci da furfanti»

Secondo il governo italiano io sarei uno ricco perché percepisco una pensione superiore a 7 volte la minima e quindi non ho diritto a nessun aumento, a nessuna rivalutazione anche se l’inflazione sfiora il 7 % annuo, e anzi da circa 10 anni le pensioni come la mia sono state sottoposte a continui contribuiti e prelievi di solidarietà per sostenere altri provvedimenti presi dal governo, tipo il reddito di cittadinanza. Ma noi che abbiamo avuto carriere importanti in passato versando all’Inps vere e proprie fortune in contributi , non abbiamo ormai diritto anche noi a una rivalutazione delle nostre pensioni che dopo tutti questi anni senza aver ricevuto nessun aumento o rivalutazione, anzi soltanto tagli su tagli , ormai sono ferme al valore di circa 10 anni fa ? Ma perché trattarci come furfanti e cittadini di serie C solo perché abbiamo pensioni di 4-5000 euro mensili? Meritiamo anche noi rispetto e lo stesso trattamento che dovrebbero avere tutti i pensionati che ricevono pensioni sia da 1000 euro al mese sia da 4000, anche perché il sistema pensionistico si basava su regole eque e precise: più contributi versi per 40 anni più alta sarà la tua pensione. Invece gli aiuti che il governo ha concesso, esempio recente per gli aumenti delle bollette, per i pensionati come me non sono previsti perché siamo considerati ricchi inutili che vivono di rendita. Tutto ciò è ingiusto, come lo è usare le pensioni come bancomat senza considerare che tra mancati adeguamenti per inflazione da circa 10 anni e prelievi di solidarietà, le nostre pensioni hanno perso dal 30 al 40% del valore di acquisto.

Fausto Romano

INVIATECI LE VOSTRE LETTERE

Vi proponiamo di mettere in comune esperienze e riflessioni. Condividere uno spazio in cui discutere senza che sia necessario alzare la voce per essere ascoltati. Continuare ad approfondire le grandi questioni del nostro tempo, e contaminarle con la vita. Raccontare come la storia e la cronaca incidano sulla nostra quotidianità. Ditelo al Corriere.

MARTEDI – IL CURRICULUM

Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: le lingue straniere, l’innovazione tecnologica, il gusto del lavoro ben fatto, i mestieri d’arte; parlare cinese, inventare un’app, possedere una tecnica, suonare o aggiustare il violino

Invia il CV

MERCOLEDI – L’OFFERTA DI LAVORO

Diamo spazio a un’azienda, di qualsiasi campo, che fatica a trovare personale: interpreti, start-upper, saldatori, liutai. 

Invia l’offerta

GIOVEDI – L’INGIUSTIZIA

Chiediamo di raccontare un’ingiustizia subita: un caso di malasanità, un problema in banca; ma anche un ristorante in cui si è mangiato male, o un ufficio pubblico in cui si è stati trattati peggio. Sarà garantito ovviamente il diritto di replica

Segnala il caso

VENERDI -L’AMORE

Chiediamo di raccontarci una storia d’amore, o di mandare attraverso il Corriere una lettera alla persona che amate. Non la posta del cuore; una finestra aperta sulla vita. 

Racconta la storia

SABATO -L’ADDIO

Vi proponiamo di fissare la memoria di una persona che per voi è stata fondamentale. Una figlia potrà raccontare un padre, un marito la moglie, un allievo il maestro. Ogni sabato scegliamo così il profilo di un italiano che ci ha lasciati. Ma li leggiamo tutti, e tutti ci arricchiranno. 

Invia la lettera

DOMENICA – LA STORIA

Ospitiamo il racconto di un lettore. Una storia vera o di fantasia. 

Invia il racconto

LA FOTO DEL LETTORE

Ogni giorno scegliamo un’immagine che vi ha fatto arrabbiare o vi ha emozionati. La testimonianza del degrado delle nostre città, o della loro bellezza.

Inviateci le vostre foto su Instagram all’account @corriere

, 2022-05-02 23:01:00,

Caro Aldo,

Raiola sarà stato pure bravo ma ha contribuito molto allo sfascio del calcio italiano e non… con continui trasferimenti di giocatori da una parte all’altra per prendersi altre provvigioni costosissime dalle società.

Giovanni Piscopo

Odiato da molti solo per essere stato il migliore nel suo campo… grande Mino.

Antonio De Falco

Cari lettori,

La morte di Mino Raiola ha colpito molti di voi, sia per la giovane età, sia per la peculiarità del personaggio. Tra le sue frasi, ormai diventate di culto, sceglierei questa: «Sono trasandato perché devo parlare di soldi e non di moda; e poi così mi sottovalutano, e riesco a strappare di più». Non c’è dubbio che nel calcio i procuratori abbiano preso troppo potere, contribuendo a far lievitare a dismisura i costi. Ma non dobbiamo sorprendercene. Un campione dello sport spesso è una creatura fragile. Brucia tutto nel giro di pochi anni, a parte qualche fenomeno, come ad esempio Zlatan Ibrahimovic, che può vincere uno scudetto a quarant’anni compiuti. Ma anche un duro come Ibra può scoprirsi delicato; ad esempio in seguito a un infortunio. Il campione che si rompe un ginocchio è un animale ferito, un purosangue che guarda incredulo il proprio arto spezzato. È quello il momento — e non solo quando si tratta di concludere un nuovo contratto — in cui diventa decisivo il ruolo del procuratore. Nel bel libro scritto con Luigi Garlando, Adrenalina, Ibra definisce Raiola «amico, fratello, padre». Quando gliene ho chiesto il motivo, ha risposto: «Le racconto un episodio. A Manchester mi rompo il ginocchio. Esco dal campo con le mie gambe, rifiuto gli antidolorifici, penso che non sia niente. Invece ho il crociato a pezzi, si sono staccati tendini, muscoli: un disastro. Mino comincia a ricevere le telefonate degli avvoltoi». Chi? «Chirurghi, italiani e no, che mi vogliono operare. Studiamo la cosa e vediamo che il migliore al mondo è tale Freddie Fu, un dottore americano originario di Hong Kong, che lavora a Pittsburgh; ma per un appuntamento bisogna aspettare mesi. Pochi giorni dopo mi chiama Mino: “Ibra prepara le valigie, si parte per Pittsburgh”. Atterriamo alle 4 del mattino e andiamo subito in ospedale. Il leggendario professor Freddie Fu ci aspettava sotto l’ingresso con il suo staff. Alle 4 del mattino». Anche per questo, nei giorni in cui Mino Raiola lottava per la vita, Zlatan Ibrahimovic era al suo capezzale.

LE ALTRE LETTERE DI OGGI

L’ingiustizia

«Siamo pensionati ricchi? Non trattateci da furfanti»

Secondo il governo italiano io sarei uno ricco perché percepisco una pensione superiore a 7 volte la minima e quindi non ho diritto a nessun aumento, a nessuna rivalutazione anche se l’inflazione sfiora il 7 % annuo, e anzi da circa 10 anni le pensioni come la mia sono state sottoposte a continui contribuiti e prelievi di solidarietà per sostenere altri provvedimenti presi dal governo, tipo il reddito di cittadinanza. Ma noi che abbiamo avuto carriere importanti in passato versando all’Inps vere e proprie fortune in contributi , non abbiamo ormai diritto anche noi a una rivalutazione delle nostre pensioni che dopo tutti questi anni senza aver ricevuto nessun aumento o rivalutazione, anzi soltanto tagli su tagli , ormai sono ferme al valore di circa 10 anni fa ? Ma perché trattarci come furfanti e cittadini di serie C solo perché abbiamo pensioni di 4-5000 euro mensili? Meritiamo anche noi rispetto e lo stesso trattamento che dovrebbero avere tutti i pensionati che ricevono pensioni sia da 1000 euro al mese sia da 4000, anche perché il sistema pensionistico si basava su regole eque e precise: più contributi versi per 40 anni più alta sarà la tua pensione. Invece gli aiuti che il governo ha concesso, esempio recente per gli aumenti delle bollette, per i pensionati come me non sono previsti perché siamo considerati ricchi inutili che vivono di rendita. Tutto ciò è ingiusto, come lo è usare le pensioni come bancomat senza considerare che tra mancati adeguamenti per inflazione da circa 10 anni e prelievi di solidarietà, le nostre pensioni hanno perso dal 30 al 40% del valore di acquisto.

Fausto Romano

INVIATECI LE VOSTRE LETTERE

Vi proponiamo di mettere in comune esperienze e riflessioni. Condividere uno spazio in cui discutere senza che sia necessario alzare la voce per essere ascoltati. Continuare ad approfondire le grandi questioni del nostro tempo, e contaminarle con la vita. Raccontare come la storia e la cronaca incidano sulla nostra quotidianità. Ditelo al Corriere.

MARTEDI – IL CURRICULUM

Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: le lingue straniere, l’innovazione tecnologica, il gusto del lavoro ben fatto, i mestieri d’arte; parlare cinese, inventare un’app, possedere una tecnica, suonare o aggiustare il violino

Invia il CV

MERCOLEDI – L’OFFERTA DI LAVORO

Diamo spazio a un’azienda, di qualsiasi campo, che fatica a trovare personale: interpreti, start-upper, saldatori, liutai. 

Invia l’offerta

GIOVEDI – L’INGIUSTIZIA

Chiediamo di raccontare un’ingiustizia subita: un caso di malasanità, un problema in banca; ma anche un ristorante in cui si è mangiato male, o un ufficio pubblico in cui si è stati trattati peggio. Sarà garantito ovviamente il diritto di replica

Segnala il caso

VENERDI -L’AMORE

Chiediamo di raccontarci una storia d’amore, o di mandare attraverso il Corriere una lettera alla persona che amate. Non la posta del cuore; una finestra aperta sulla vita. 

Racconta la storia

SABATO -L’ADDIO

Vi proponiamo di fissare la memoria di una persona che per voi è stata fondamentale. Una figlia potrà raccontare un padre, un marito la moglie, un allievo il maestro. Ogni sabato scegliamo così il profilo di un italiano che ci ha lasciati. Ma li leggiamo tutti, e tutti ci arricchiranno. 

Invia la lettera

DOMENICA – LA STORIA

Ospitiamo il racconto di un lettore. Una storia vera o di fantasia. 

Invia il racconto

LA FOTO DEL LETTORE

Ogni giorno scegliamo un’immagine che vi ha fatto arrabbiare o vi ha emozionati. La testimonianza del degrado delle nostre città, o della loro bellezza.

Inviateci le vostre foto su Instagram all’account @corriere

, Aldo Cazzullo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.