Ppe, sostegno a Tajani (dopo i malumori). Ora è lui la «garanzia su Europa e atlantismo

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di Francesca BassoIl coordinatore di Forza Italia in missione alla Ue dopo il caso degli audio rubati di Berlusconi su Putin e Ucraina. Gli incontri con von der Leyen, Metsola e Weber DALLA NOSTRA CORRISPONDENTEBRUXELLES — Gli occhi pieni di comprensione della presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen che incrociano quelli di Antonio Tajani, al pre vertice del Ppe che sempre anticipa il Consiglio europeo, dicono più di tante parole. Come l’abbraccio del presidente dei popolari Manfred Weber e dello spagnolo Esteban González Pons. Le parole del leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, sulla sua amicizia con Putin, tra regali e «lettere dolcissime», unite alle critiche rivolte al presidente ucraino Volodymyr Zelensky hanno creato qualche malumore nel Ppe a Bruxelles. Ma i premier e i leader popolari che hanno accolto Tajani alla Biblioteca Solvay, a pochi passi da Palazzo Europa dove qualche ora dopo si sarebbe tenuto il Consiglio europeo, non erano sul piede di guerra: conoscono Berlusconi e conoscono Tajani. Il coordinatore di Forza Italia è vicepresidente del Ppe dal 2002, a Bruxelles è apprezzato dal suo gruppo ma anche dagli avversari. I partecipanti si sono congratulati per il risultato delle elezioni e c’è chi ha anche scherzato: «È ancora al telefono con Meloni per negoziare il governo», ha detto suscitando una risata. Il clima era disteso. Weber ha ribadito quali sono i paletti del Ppe per le alleanze di governo: devono essere europeiste, a sostegno dell’Ucraina e rispettose dello Stato di diritto. Il messaggio che è uscito dalla riunione è stato un forte endorsement. Per il presidente Weber «Antonio Tajani, possibile ministro degli Esteri del nuovo governo, è il simbolo chiave del legame tra il nuovo governo italiano e un chiaro pilastro europeo. Se il nuovo governo vuole avere un forte rappresentante della voce italiana a livello europeo, allora Antonio Tajani è la persona migliore». Al Ppe interessa la «stabilità politica» dell’Italia come di tutti i Paesi Ue, ed è fondamentale che Forza Italia sia parte del governo. Per i popolari Berlusconi è ormai «il passato» in Europa, mentre Tajani è la «garanzia» dell’europeismo e dell’atlantismo di Forza Italia. Il primo ad andare incontro a Tajani, entrato nella sala della Biblioteca, è stato il finlandese Petteri Orpo. Gli hanno dimostrato stima il premier greco Kyriakos Mitsotakis e il segretario generale Thanasis Bakolas. Il premier croato Andrej Plencovic, una volta uscito dalla riunione, ha spiegato ai giornalisti che Tajani «è un amico» e che se diventerà ministro degli Esteri «quando lui parlerà, la posizione dell’Italia sarà chiara anche sulla Russia e sull’Ucraina», ma ha auspicato che «non si ripetano parole e storie così», «meglio se Berlusconi non avesse detto le cose che abbiamo letto ieri (l’alra, ndr) sera». Il più duro è stato l’ex presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, che in Polonia si gioca le elezioni contro Mateusz Morawiecki del Pis, alleato in Europa con Giorgia Meloni. Tusk entrando ha detto che le dichiarazioni di Silvio Berlusconi necessitavano di chiarimenti all’interno del Ppe mentre «i suoi legami con la Russia rappresentano un problema non solo per l’Italia, ma anche per l’intera famiglia del partito». Tajani ha avuto una serie di faccia a faccia: con le presidenti von der Leyen e Metsola, con Weber e con Tusk, forse il confronto più difficile. Tajani ha spiegato che «gli audio diffusi non rappresentano la posizione né mia, né del presidente di Forza Italia, né del partito. Siamo con la Nato, con l’Ue e con l’Ucraina». 20 ottobre 2022 (modifica il 20 ottobre 2022 | 22:31) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-10-20 20:08:00, Il coordinatore di Forza Italia in missione alla Ue dopo il caso degli audio rubati di Berlusconi su Putin e Ucraina. Gli incontri con von der Leyen, Metsola e Weber, Francesca Basso

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