Porta Maggiore, caduti frammenti di tufo, la Sovrintendenza: «Non è grave»

di Manuela Pelati

Il crollo è avvenuto intorno alle 6,15 di martedì mattina. L’area è messa in sicurezza dalla polizia locale e dai vigili del fuoco: interdetto il passaggio pedonale

«Non è grave» riferiscono dalla Sovrintendenza Capitolina che ha inviato i tecnici per i sopralluoghi a porta Maggiore, dove martedì mattina alle 6,15 sono caduti dei frammenti dall’arco. Si tratta di una delle porte delle Mura aureliane di Roma, all’angolo con piazzale Labicano, in zona Tiburtina.

«Si tratta di frammenti di tufo — spiegano dalla Sovrintendenza — e non ci sono danni a persone o cose». Dopo le prime verifiche tecniche, si interverrà con il cestello elevatore per salire sull’arco e analizzare da vicino la parte interessata dal cedimento. «Si tratta della zona dell’acquedotto che passa sopra l’arco nella parte a destra» continuano dalla Sovrintendenza. Le cause del cedimento non si conoscono, ma sui monumenti antichi sono costanti le necessità di interventi di manutenzione.

Area molto trafficata

La Polizia locale di Roma Capitale insieme ai vigili del fuoco sono intervenuti per mettere in sicurezza l’area . Sul posto anche pattuglie dei Gruppi Appio e Sapienza della Polizia locale per agevolare la viabilità nell’area, una zona solitamente molto trafficata. La viabilità prevede il passaggio delle auto e degli altri veicoli sotto i quattro archi a sinistra e a destra di Porta Maggiore, ma non è stato necessario effettuare chiusure o deviazioni al traffico, è interdetto solo il sottopasso pedonale.

La storia dell’area archeologica

Porta Maggiore

si trova nel punto in cui convergevano otto degli undici acquedotti che portavano l’acqua alla città. Fu costruita sotto l’imperatore Claudio nel 52 d. C. per consentire all’acquedotto Claudio di scavalcare le vie Praenestina e Labicana . È realizzata interamente in opera quadrata di travertino con i blocchi in bugnato rustico (non finito) secondo lo stile dell’epoca. Quando Aureliano a partire dal 271 d.C. diede l’avvio alla costruzione delle mura della città, i due fornici dell’acquedotto, monumentalizzati nel punto in cui scavalcavano le vie Labicana e Prenestina, divennero una vera e propria porta. Fu fortificata ai tempi dell’imperatore Onorio, il quale, nel 402, avanzò le due aperture verso l’esterno e fece costruire un bastione davanti alla porta vera e propria, suddividendola in due. Nel 1915 il Comune di Roma effettuò i primi interventi di recupero e nel 1956, a seguito dei lavori effettuati dall’architetto Petrignani, la porta tornò all’antico assetto originario e la piazza all’antico livello, riscoprendo il basolato delle due strade e i resti dell’antiporta. Sulle lastre di basalto, ancora esistenti sotto la porta, sono tuttora visibili i grandi solchi lasciati dal passaggio degli antichi carri. Tutta l’area nelle vicinanze è ricca di reperti antichi: piccoli monumenti funebri, colombari, ipogei e, soprattutto, una «basilica sotterranea».

14 giugno 2022 (modifica il 14 giugno 2022 | 14:24)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, 2022-06-14 12:24:00, Il crollo è avvenuto intorno alle 6,15 di martedì mattina. L’area è messa in sicurezza dalla polizia locale e dai vigili del fuoco: interdetto il passaggio pedonale, Manuela Pelati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Exit mobile version