Ponti in aria, mezzi distrutti: l’informazione social che tiene il conto della guerra

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di Andrea Marinelli e Guido Olimpio

Le fonti ufficiali sono generose quando le cose vanno bene, aride se gira male. È la tattica di tutti i contendenti. A scavalcare questo muro, però, c’è un flusso parallelo di informazioni non ufficiali, spesso anonime, a volte parte della stessa propaganda

Le fonti ufficiali sono generose quando le cose vanno bene, diventano aride se gira male. È la tattica di tutti i contendenti. A scavalcare questo muro, però, c’è un flusso parallelo di informazioni, come confermano anche gli ultimi episodi di guerra. Su Twitter gli esperti di BlueSauron hanno ricostruito minuziosamente il fallito attraversamento del fiume Donets da parte degli invasori, che sarebbe costato la vita a 1.500 soldati russi, arrivando a identificare uno per uno i mezzi distrutti. Una dinamica che, dall’altro lato della barricata, è stata contestata su Substack da Rwa Samizdat e da Greatwarchannel: in inglese e in russo, i due account anonimi hanno instillato dubbi su veridicità e faziosità del racconto, sostenendo che le immagini non avessero geolocalizzazione e data precise, e che non rappresentassero il reale andamento della vicenda. Nelle stesse ore, Damien Symon (@detresfa_) si è dedicato alle scie riprese dai satelliti davanti all’Isola dei Serpenti, forse segnali di fumo di uno scontro in Mar Nero, con droni e navi, segnalando il possibile attacco a una nave russa. Sono tutte munizioni per i sostenitori dei due schieramenti che combattono anche loro un duello, ma di propaganda.

— BlueSauron? (@Blue_Sauron) May 11, 2022

Sulle piattaforme social ricercatori, giornalisti, ufficiali, semplici cittadini e qualche «agente» studiano tutti i fronti. È una massa di dati da analizzare, verificare quando è possibile, e rilanciare. L’account olandese Oryx ad esempio elenca tutti i mezzi distrutti in base a una «ricognizione» di video e foto: metodo empirico ma rispettato e riutilizzato dai grandi media. Gli appassionati di rotte aeree come @Gerjon_ registrano i rifornimenti bellici per l’Ucraina, un «ponte» trasformatosi in un flusso gigantesco: lo documentano l’elenco impressionante di voli in partenza da Stati Uniti ed Europa, le triangolazioni con cargo che vanno in Macedonia del Nord o Bulgaria e riappaiono in Polonia, la retrovia. Il web permette di farlo anche con i jet dei gerarchi, seguita ad esempio dall’account Twitter «Russian VIP & Putin Jets», o con gli yacht degli oligarchi, tramutati in galeoni fantasma e «pedinati» da Russian Yachts. Così come permette di spiare gli spioni, ossia i velivoli da guerra elettronica Nato che pattugliano i confini orientali: quando è stato affondato l’incrociatore Moskva erano presenti un paio di aerei occidentali e sono stati «avvistati».

Maximus Air Cargo Antonov An-124 reg. UR-ZYD #MXM3721 en route from Burgas, Bulgaria to Rzeszów-Jasionka Airport in Poland, Ukraine’s hub, for the 4th time.

Two An-124 transport aircraft can be seen on 12 May 2022 ?Sentinel-2 imagery, UR-ZYD being one of them. https://t.co/plICTEsrtV pic.twitter.com/ot16IlAVxV

— Gerjon | ????? (@Gerjon_) May 14, 2022

Un paio di esperti, come H.I. Sutton, tengono poi il conto dei movimenti navali, usano foto satellitari commerciali — non quelle delle intelligence — per mappare la Flotta del Mar Nero, quella in Mediterraneo orientale o le unità atlantiche: non sempre sono invisibili. Uno specialista si dedica ai «lampi», ai segni di possibili esplosioni, a volte indizi di qualcosa. Un altro ancora tiene conto dei sabotaggi condotti dalla resistenza contro gli invasori, ma anche dei target futuri: ponti (come l’account Russian Bridges Go Boom!), impianti, siti. Gli oppositori bielorussi sono stati invece tra i primi a diffondere le immagini dell’invasione, quindi i successivi ripiegamenti di battaglioni esausti. Sempre loro — capitanati dal blogger e attivista Anton Motolkohanno rivelato le azioni per ostacolare il transito di treni.

What is RBGB!?

is a public, updating map of non-conventional “interesting” assets in #Russia & areas under RU occupation of sovereign #Ukraine.

It is NOT a manual for, NOR an endorsement of, any activities that may occur to, or at, these assets.https://t.co/lNFlX7QAa5

— Russian Bridges Go BOOM! (@BruckenRuski) May 4, 2022

L’uso dei telefonini da parte dei soldati del neo-zar ha consentito di individuare i grandi concentramenti, una presenza tradotta in un grafico subito messo in rete che ha innescato pareri sull’attendibilità o meno: di sicuro ha attirato l’attenzione. Fondamentali sono le cartine aggiornate sui movimenti di truppe, efficaci alcuni briefing di un ufficiale austriaco su Youtube: in un quarto d’ora riassume la situazione con un linguaggio comprensibile a tutti. Seguitissimi sono poi l’analista austriaco Tom Cooper per i suoi articoli su Medium e Facebook, l’americano Michael Kofman — è la fonte indiretta dei media di mezzo mondo — l’ex marine Rob Lee che posta su Twitter migliaia di aggiornamenti, il russo Kamil Galeev, tutti maestri della macchina bellica «sovietica», bravi nel combinare storia e aspetti militari.

Video of artillery strikes from Ukraine’s 28th Mechanized Brigade on a Russian 2S34 Khosta artillery position.https://t.co/6mJxjdtRWw pic.twitter.com/kXqWCcAEMN

— Rob Lee (@RALee85) May 16, 2022

È una spirale a centri concentrici, che passa dal macro al micro. Quando l’Armata arrancava per i problemi della logistica il «tecnico» Trent Telenko ha fornito dettagli minimi: l’importanza della pressione delle gomme, il tipo di copertoni, gli errori nella manutenzione, il ruolo dei pallet per le munizioni (poco usate dai russi). Cruciali all’orizzonte sono poi le condizioni meteo, in quanto pioggia e fango possono rallentare le colonne. Alcuni generali — dall’americano Mark Hertling e all’australiano Mick Ryan — hanno spiegato come sia l’abitacolo soffocante di un tank, l’efficacia dei sotto-ufficiali, lo choc delle cannonate al fronte. John Spencer ha pubblicato invece una manuale sul combattimento urbano, con consigli e disegni: risvolti legati al possibile assedio di Kiev — poi svanito — e dalla lunga lotta nell’acciaieria di Mariupol.

The battle of Kharkiv has been won by #Ukraine, with Russian forces withdrawing to the north & east. Today, analysis on what is next for Ukraine?s military as it exploits a faltering Russian eastern offensive. 1/25 pic.twitter.com/CRX3jDhBhA

— Mick Ryan, AM (@WarintheFuture) May 15, 2022

Molti si presentano con nome e cognome, ben identificabile. Non pochi postano dietro pseudonimi: persone riservate quanto appassionate? Oppure 007 che fingono di essere utenti qualsiasi? Addetti ai lavori? Ex soldati? C’è un po’ di tutto, basta ricordarlo. Compresa la disinformazione: non tutto, al pari delle guerre di spie, è ciò che sembra.

16 maggio 2022 (modifica il 16 maggio 2022 | 12:49)

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, 2022-05-16 12:22:00, Le fonti ufficiali sono generose quando le cose vanno bene, aride se gira male. È la tattica di tutti i contendenti. A scavalcare questo muro, però, c’è un flusso parallelo di informazioni non ufficiali, spesso anonime, a volte parte della stessa propaganda, Andrea Marinelli e Guido Olimpio

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