Educazione sessuale, la proposta dellAied: Obbligatoria dalle elementari e formazione per i docenti

In un’epoca dove l’accesso all’informazione è più facile che mai, è sorprendente scoprire che quattro adolescenti su dieci si rivolgono ai social media per informazioni sulla sessualità, mentre altrettanti cercano risposte tra i loro coetanei.

La tendenza preoccupante emerge da un’indagine coordinata da Antongiulio Faggiano per un team multidisciplinare dei Policlinici dell’Università La Sapienza. La ricerca mette in luce una realtà allarmante: solo il 36% degli intervistati sa identificare il metodo contraccettivo più efficace, e solo il 3% è informato correttamente sulla pillola del giorno dopo, spesso confusa con una pillola abortiva.

Il quadro diventa ancora più critico considerando che quasi la metà dei giovani under 16 (47%) ha già avuto esperienze sessuali. Tuttavia, quando si tratta di educazione sessuale, la famiglia e la scuola sembrano giocare un ruolo marginale, secondo la percezione degli adolescenti stessi.

Di fronte a questo scenario, l’Aied (Associazione Italiana per l’Educazione Demografica), nota per il suo ruolo chiave nella legalizzazione della contraccezione in Italia e nella promozione dei diritti civili, celebra i suoi settant’anni lanciando una proposta politica rivoluzionaria: rendere l’educazione sessuale e affettiva un diritto per ragazzi e ragazze in Italia, seguendo l’esempio della maggior parte dei paesi europei.

A La Repubblica, Mario Puiatti, presidente nazionale dell’Aied, sottolinea l’importanza di poter parlare apertamente di sessualità come segno di una società più libera. La proposta dell’Aied punta a integrare l’educazione sessuale e affettiva nel sistema scolastico nazionale, estendendola a tutte le scuole di ogni ordine e grado.