Ranieri Guerra: Il Piano pandemico? Fui io ad avviare liter per farlo aggiornare

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di Margherita De Bac

L’ex direttore generale al ministero della Salute si difende: non ho mai occultato nulla

Ranieri Guerra, ex direttore generale al ministero della Salute dal 2014 al 2017, lei indagato nello stralcio romano dell’inchiesta della Procura di Bergamo per mancato aggiornamento del piano pandemico. Non ci lavor?
Non ho ricevuto ancora alcuna comunicazione. Nel 2016 due uffici della mia direzione iniziarono a rivedere il piano pandemico. Stavamo uscendo da alcune pesanti crisi infettivologiche (Ebola, Chikungunya, Zika, West Nile fever) ed eravamo stati convocati dalla Protezione civile che ci aveva sottoposto un testo poi diventato il decreto legislativo numero 1 del 2 gennaio 2018. Questo prevedeva che, in caso di emergenza, la catena di comando passasse alla Protezione e il Ministero diventasse di fatto unit operativa, come avvenuto il 31 gennaio 2020.

Nega la mancanza di un piano?
Gli uffici lo rividero accuratamente e il piano venne ripubblicato per garantirne la visibilit. I principi di sanit pubblica in esso contenuti furono ripresi nel 2021, perch ancora validi. Previste quarantene, isolamento, gestione degli eventi di massa, trasporti, protezione dei fragili, chiusure. I miei tecnici tennero presente anche la decisione del Parlamento europeo del 22 ottobre del 2013, che prevedeva tra l’altro di avvisare Bruxelles qualora i piani fossero cambiati, non l’obbligo di aggiornamento, come molti hanno erroneamente affermato.

Respinge le accuse?
Prima di lasciare la direzione, a settembre del 2017, inviai una nota al ministro sulla necessit di predisporre le riunioni delle amministrazioni interessate e Regioni come previsto dalle procedure di aggiornamento. A quel punto uscii di scena e non so proprio come proseguirono i lavori. Non comprendo il motivo del mio coinvolgimento, essendo stato il primo e forse l’unico a sostenere la necessit di revisione tenendo conto anche delle linea guida dell’agenzia europea Ecdc di fine novembre 2017, oltre che di molte indicazioni uscite nel 2018. Ci sarebbe stato tutto il tempo per recepirle.

stata pubblicata una chat in cui lei afferma di aver convinto l’infettivologo Galli a recedere dalla proposta di fare tamponi a tappeto. cos?
In una situazione in cui il virus e i contagi galoppavano incontrollati e il sistema di tracciamento era saltato, come in Lombardia di met marzo, sarebbe stato assurdo attendere il risultato di un tampone prima di isolare una persona con sintomatologia clinica e i suoi contatti, anche se asintomatici. Ci volevano allora 24-48 ore per avere i risultati dei test e non avevamo n drive-in n una produzione e una logistica all’altezza. Si doveva andare per presunzione di infezione senza aspettare, per risparmiare molto tempo e isolare subito chi poteva contagiare, rallentando la catena di trasmissione del virus.

Le contestano anche false comunicazioni all’Oms, quando era al Ministero…
Non ho occultato proprio niente, anzi, c’ una lunga serie di miei rapporti settimanali all’Oms che fotografa la situazione nel bene e nel male. Ho cercato di difendere il Paese con tutte le mie forze, senza tacere nulla. Non tolleravo che l’Italia venisse criminalizzata e isolata da tutta l’Europa, che aveva chiuso le frontiere in barba alle procedure di solidariet e concertazione tra Stati membri invocate dal Parlamento europeo. L’Oms offr collaborazione a tutto campo e io, da direttore vicario, proposi varie azioni di supporto e mitigazione.

La sua vita oggi?
Sono molto amareggiato. Ho passato una vita di lavoro nei luoghi pi pericolosi e meno ambiti del mondo tenendo sempre alta la bandiera del mio Paese. stato montato un castello di bugie e falsit. Il danno alla mia reputazione non si cancella. Per non parlare di quello economico. Tengo per di pi all’etica che allo stipendio.

10 marzo 2023 (modifica il 10 marzo 2023 | 23:39)

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, https://www.corriere.it/cronache/23_marzo_10/piano-pandemico-fui-io-ad-avviare-l-iter-farlo-aggiornare-443b77d2-bf82-11ed-a204-070182f2d425.shtml, Cronache,

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