Perché il futuro governo non potrà godere dei 100 giorni di luna di miele

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di Francesco Verderamidi Francesco Verderamidi Meloni dovrà scrivere in meno di un mese la legge di Bilancio, un provvedimento per frenare i costi dell’energia, dar seguito alle riforme per l’attuazione del Pnrr e tenere d’occhio l’andamento della pandemia Giorgia Meloni sa che il suo governo non potrà beneficiare della luna di miele, sa che gli elettori l’hanno scelta ma che il Paese non le concederà i fatidici cento giorni per dispiegare la sua azione, com’è accaduto ai predecessori. Non c’è tempo, c’è l’emergenza. Per affrontare la peggiore congiuntura della storia repubblicana, con l’inflazione a due cifre, la recessione alle porte e una guerra nel cuore dell’Europa, Meloni dovrà scrivere in meno di un mese la legge di bilancio, un provvedimento per frenare i costi dell’energia, dar seguito alle riforme per l’attuazione del Pnrr e tenere d’occhio l’andamento della pandemia. E mentre sarà chiamata a garantire i patti in Europa e in Occidente, confrontandosi con mondi che non conosce, dovrà soprattutto tutelare la pace sociale del Paese che è stata chiamata a guidare. C’è un motivo se ieri il premier in pectore ha voluto dire per la seconda volta in pochi giorni che il suo governo «lavorerà per unire gli italiani, perché questo non è il tempo delle polemiche ma della responsabilità». Parole nelle quali riecheggiano numerose discussioni sostenute con i dirigenti di partito ma anche con Mario Draghi: c’è la preoccupazione per i lasciti polemici della campagna elettorale; il timore che il confronto in Parlamento con le opposizioni si trasformi in un autunno caldo nelle piazze; l’ansia che la crisi economica sfoci infine nel conflitto sociale. Sostiene Meloni che «se ci saranno da prendere decisioni impopolari, le spiegheremo». È un modo per preannunciare passaggi di governo che ritiene necessari e che vorrà attuare tenendo un dialogo con l’opinione pubblica, per attutire quanto più possibile l’impatto. Un concetto che riporta ad alcune scelte, come la volontà di modificare il reddito di cittadinanza. La leader di FdI è consapevole che gli avversari non le faranno sconti. Non si è stupita quando il capo dei grillini — per difendere la riforma — ha promesso un duro ostruzionismo alle Camere durante la Finanziaria. Ma non immaginava che Giuseppe Conte arrivasse a evocare addirittura «l’esercizio provvisorio». Il governo ha gli strumenti in Parlamento per evitare l’eventualità, semmai è la logica del messaggio che ha confermato i suoi timori. Senza luna di miele, il prossimo presidente del Consiglio sta lavorando alla transizione insieme a palazzo Chigi, come si conviene in ogni Paese democratico, sebbene in Italia anche il passaggio di consegne venga additato come fosse un inciucio. Ed è in questo clima di collaborazione repubblicana che Draghi si è raccomandato con i suoi ministri di informare chi andrà al suo posto: «Mi raccomando i due governi devono muoversi all’unisono». Perché non c’è tempo e c’è l’emergenza. Perciò il titolare dell’Energia, Roberto Cingolani, da alcuni giorni è impegnato a fare due diverse telefonate sullo stesso argomento. Specie dopo che Berlino ha provocato uno sconquasso in Europa, decidendo di investire 200 miliardi per tutelare famiglie e imprese tedesche dall’aumento del prezzo del gas. Una mossa che rompe la solidarietà nel Vecchio Continente, altera il mercato interno e minaccia il sistema produttivo di molti Paesi dell’Unione. L’altro ieri, mentre il socialdemocratico Olaf Scholz vestiva i panni del sovranista, Meloni ha usato toni da europeista. Non è stato solo un ribaltamento dei ruoli, che rende surreale l’avvertimento del cancelliere tedesco alla futura premier perché «si attenga alle regole europee». Il dato politico è che «i due governi» italiani si sono ritrovati allineati sulla stessa posizione, dando «un’immagine di compattezza e una lezione a Bruxelles», come ha commentato uno dei ministri del governo Draghi. Alcuni di loro, negli ultimi tempi, hanno preso a incontrare con una certa consuetudine la leader di FdI e descrivono «il modo in cui su certi temi lei si accalora, gesticola e si strozza. Ma non è ansia da prestazione, è la preoccupazione che tutto vada per il verso giusto». Perché Meloni non ha cento giorni, vede acuirsi la crisi economica insieme all’escalation della guerra in Ucraina e cerca di evitare che in Italia scoppi il conflitto sociale. © RIPRODUZIONE RISERVATA 30 settembre 2022 (modifica il 30 settembre 2022 | 23:10) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-09-30 21:10:00, Meloni dovrà scrivere in meno di un mese la legge di Bilancio, un provvedimento per frenare i costi dell’energia, dar seguito alle riforme per l’attuazione del Pnrr e tenere d’occhio l’andamento della pandemia, Francesco VerderamiFrancesco Verderami

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