Nuovo contratto, Sindacati confederali: Buona Scuola addio

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La contrattazione nei luoghi di lavoro, e non più la valutazione discrezionale del preside

I Sindacti confederalicelebrano il successo giunto al termine della dura battaglia da essi combattuta contro i tentativi di delegittimarli come interlocutori privilegiati in materia di regolazione dei rapporti di lavoro: “Finalmente, dopo 8 anni, il CCNL ritorna ad essere centrale nella regolamentazione delle relazioni sindacali e dei rapporti di lavoro”, scrivono nel comunicato, superando così “gli aspetti più invasivi e deleteri della ‘legge Brunetta’ e della legge 107”.

Questo contratto “riporta alla normalità modi e tempi delle relazioni sindacali; ora si dovrà dar seguito, in tempi brevi, alle sequenze contrattuali sui problemi rimasti aperti riguardanti l’ordinamento professionale, i sistemi di classificazione professionale, le carriere, i profili ATA, le sanzioni disciplinari dei docenti”.

La contrattazione nei luoghi di lavoro, e non più la valutazione discrezionale del preside, “stabilirà l’utilizzo di tutte le risorse del salario accessorio, ivi comprese le risorse destinate alla valorizzazione professionale come ad esempio il bonus, riconoscendo così pienamente la disciplina per via negoziale del rapporto di lavoro nei suoi aspetti retributivi”. Un ruolo decisivo sarà svolto dalle Rappresentanze Sindacali Unitarie, alle quali il contratto offre “l’opportunità di un forte protagonismo nella contrattazione”.

Con la sottoscrizione di questo contratto i sindacati confederali, che il 5 maggio 2015 avevano guidato il gigantesco sciopero della scuola contro la ‘Buona Scuola’ (618.066 aderenti su un milione di dipendenti, il 64,89% del personale, secondo le cifre fornite dal Dipartimento della Funzione Pubblica), sono riusciti a ridimensionare soprattutto il carico di funzioni e poteri che la legge 107 aveva assegnato al Preside.

Masticano amaro le associazioni di dirigenti scolastici. Secondo l’ANP “questo CCNL rappresenta l’ennesima occasione di rinnovamento perduta” ed evidenzia “la subalternità dell’Amministrazione rispetto ad un certo modo di intendere il sindacato, convinto della possibilità che il contratto ‘scardini’ la legge e che l’interesse pubblico, tutelato da norme imperative, sia meno importante degli interessi di parte”.

Fonte dell’articolo: Tuttoscuola.com



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