Nella pizzeria anti-crisi lievitano gli stipendi. «Bonus a tutti i dipendenti»

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di Felice Cavallaro

A Palermo Pierangelo Chifari dell’«Archestrato di Gela» ha distribuito 1.500 euro netti a ogni lavoratore. Durante il lockdown, aveva utilizzato i lavoratori come rider per non licenziare

Durante il lockdown passò alla cronaca come il ristoratore che, pur di non licenziare nessuno, aveva rimodulato il lavoro di trenta dipendenti facendoli diventare rider per le consegne a domicilio. Adesso che la ripresa c’è perché la più famosa pizzeria di Palermo, «Archestrato di Gela», è sempre strapiena, Pierangelo Chifari, 35 anni, due gemelli, una laurea sul cinema in arrivo, «con l’aiuto di papà, mamma, sorella e compagna», ha fatto un po’ di conti decidendo di aumentare lo stipendio ai dipendenti, frattanto diventati trentacinque.

Senza richieste ricevute, senza trattativa, per scelta autonoma, come spiega: «Davanti al caro vita di questo periodo pesantissimo, fra caro bollette, caro benzina, caro tutto, è arrivato il momento, per chi può farlo, di dare una mano a chi vive di stipendio fisso. Così abbiamo ragionato in famiglia e, dopo un po’ di conti, ho avuto il via libera. Noi rinunciamo a qualcosa, ma loro resistono più sereni…».

La scelta

Nemmeno lo direbbero a quanto ammonta questa buona notizia, ma corre la voce e tanti lavoratori del settore a Palermo invidiano quei 35 pizzaioli, camerieri e gelatai, felici di ricevere un bonus di 1.500 euro netti ciascuno. «Un modo per arginare tasse e inflazione con 125 euro netti al mese. E anche un modo per considerare sempre di più i nostri collaboratori persone di famiglia», aggiunge Pierangelo, fiero dell’ultimo riconoscimento targato «Gambero Rosso», un premio come miglior servizio di sala in Italia. «Ecco, una lode che è tutta merito di chi sta fra i tavoli accogliendo i clienti», spiega questo gourmet in pianta stabile nei locali quasi all’angolo fra via Notarbartolo e via Libertà.

Attività da qualche tempo raddoppiata. Perché accanto a quella dell’Archestrato campeggia un’altra insegna enigmatica (almeno per molti) intitolata «Il Signore di Carbognano», gelateria anch’essa spesso premiata. Ma per decodificare quei due rompicapi bisogna fare entrare in scena il patriarca della famiglia: e cioè Edoardo, classe ‘51, sposato con Adriana che si occupa di arredi e «scenografia», compresi i quadri alle pareti, da lei realizzati. Lui è un palermitano di lungo corso che molti ricordano per una sua casa produttrice specializzata in show per Rai e Mediaset, dalla «Notte della moda» sulla scalinata del Teatro Massimo alla «Notte delle sirene» su Raidue. Poi, docente di ideazione e progettazione alle Belle arti. Fissato con la filosofia greca e appassionato in particolare all’Archestrato, poeta e gastronomo del 300 avanti Cristo, è sempre pronto a raccontarne la storia.

Il gelato

La tentazione del gelato scattò quando una società portoghese gli propose di sovrintendere a un megacentro commerciale dove non trovavano chi gestisse una gelateria. E l’iniziativa la prese lui. Aprendo poco dopo la sua prima gelateria con l’insegna rebus. Senonché bastava varcare la soglia per scoprire la riproduzione a tutta parete di una pagina del giornale «L’Ora» scritta nel 1968 da Leonardo Sciascia su quel goloso feudatario di Viterbo il quale nel Settecento ospitò a Carbognano un gelataio siciliano perché preparasse un sorbetto al gelsomino, chiamato «candiero», appunto bianco candido.

Dopodiché il fondatore ha fatto un passo indietro: «Attualmente è tutto nelle mani di Pierangelo e Giordana, la mia figliola fondamentale con il suo diploma in Economia aziendale». In pratica s’è retrocesso anche lui a dipendente. Con un sorriso sornione: «Quindi l’aumento spetta anche a me…».

1 luglio 2022 (modifica il 1 luglio 2022 | 03:39)

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, 2022-07-01 01:55:00, A Palermo Pierangelo Chifari dell’«Archestrato di Gela» ha distribuito 1.500 euro netti a ogni lavoratore. Durante il lockdown, aveva utilizzato i lavoratori come rider per non licenziare, Felice Cavallaro

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