Automotive
di Dario Di Vico18 mar 2022
Si addensano nubi sul progetto Silk-Faw, la joint venture americano-cinese, destinata nelle migliori intenzioni a produrre a Reggio Emilia un’autovettura
di lusso interamente elettrica. E a confermare in qualche modo indiscrezioni e fughe di notizie rimaste per ora a livello locale c’è stata nei giorni scorsi una sibillina dichiarazione del governatore dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini («Speriamo che l’investimento vada a buon fine ma finché non lo vediamo realizzato non gli diamo un euro»).
In ballo ci sono, infatti, 4,5 milioni di finanziamenti pubblici assegnati
a Silk-Faw nell’ambito di un progetto dai numeri pirotecnici: in totale
un miliardo di investimenti, la creazione di un numero di posti di lavoro che va dai 1.500 ai 3 mila, occasioni di impiego per una fascia alta delle competenze dell’industria motoristica. I timori che si registrano nel Reggiano hanno una doppia origine: in primis lo slittamento di alcune scadenze previste come il rogito del terreno su cui costruire il nuovo impianto e il centro ricerca e poi le voci su una presunta difficoltà del proprietario di Silk, l’americano Jonathan Krane, ad operare sul mercato la raccolta di capitali necessaria.
È chiaro che l’architettura del progetto Silk-Faw ha un Dna complesso e coltiva l’ambizione di far dialogare tre mondi assai diversi tra loro come la finanza americana, la grande industria pubblica cinese e il territorio di Reggio Emilia. Gli ottimisti, di conseguenza, sostengono che ritardi e sfasature andavano comunque messe nel conto e che niente è definitivamente perduto. Infatti il sindaco di Reggio Emilia, Luca Vecchi, ha provveduto a incontrare il console generale cinese di Milano per avere assicurazioni sul loro commitment. Perché la chiave è questa: se i cinesi credono nel progetto, Krane o non Krane, si andrà avanti. Altrimenti no.
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, 2022-03-18 08:21:00, I timori che si registrano nel Reggiano hanno una doppia origine: in primis lo slittamento di alcune scadenze previste come il rogito del terreno e poi la raccolta difficoltosa dei capitali da parte di Silk, Dario Di Vico
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