Morto Angelo Chessa, figlio del comandante del Moby Prince: la sua lotta per scoprire la verità

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di Marco Gasperetti

Chirurgo specializzato in ortopedia, aveva 56 anni. Grazie alle sue battaglie sono state riaperte le indagini sull’incidente che il 10 aprile 1991 costò la vita al padre e ad altre 139 persone

E’ morto Angelo Chessa, chirurgo specializzato in ortopedia, figlio di Ugo, il comandante del Moby Prince. Aveva 56 anni, lavorava a Milano e da quando ne aveva 25 aveva iniziato con la famiglia e il fratello una infinita battaglia per avere la verità su quella sciagura che costò la vita al padre e ad altre 139 persone. Era stato lui, con le sue battaglie e l’intelligente ricerca di nuove prove, a far riaprire le indagini due volte archiviate e a far nominare una nuova commissione parlamentare (la seconda) presieduta dal deputato del Pd, Andrea Romano. Ed è stato Romano, con un messaggio su Instagram, a dare la notizia della scomparsa del dottor Chessa.

Insieme al fratello Luchino, Angelo aveva fondato l’associazione “10 aprile” che insieme all’associazione “Io sono 141” (promossa da Loris Rispoli) ha tenuto viva per decenni la memoria delle vittime della Moby Prince e la battaglia per la verità su quella tragedia. «È una notizia tristissima – scrive Romano – innanzitutto per i familiari di Angelo, a cui va il mio abbraccio più sincero; per coloro che hanno condiviso lo straordinario impegno dei familiari delle vittime della Moby Prince, che per lunghi si sono battuti da soli contro il silenzio e quella che sembrava la mancanza di prospettive su una delle pagine più cupe della nostra storia repubblicana; per la società civile italiana, che nel coraggio dei familiari delle vittime della Moby Prince ha trovato un esempio di determinazione e di non rassegnazione».

La morte prematura di Angelo Chessa avviene in un momento fondamentale per le indagini, riaperte dal procuratore di Livorno, Ettore Squillace Greco e a pochi mesi dalla fine delle conclusioni della commissione parlamentare. «Avrei voluto che tra qualche mese ci fosse anche Angelo, insieme agli altri familiari delle vittime della Moby Prince, ad accogliere, commentare e forse anche criticare i risultati del lavoro della nostra commissione – commenta Andrea Romano – che saranno resi pubblici al termine della legislatura. Il contributo di Angelo Chessa è stato fondamentale». Angelo Chessa non ha mai creduto che la sciagura del Moby Prince fosse stata causata da un errore umano. Ma da una serie di circostanze dolose, come la posizione della petroliera contro la quale il Moby Prince si scontrò, un sospetto traffico di armi e la presenza nella rada di Livorno di navi militari americane.

11 giugno 2022 (modifica il 11 giugno 2022 | 13:26)

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, 2022-06-11 11:27:00, Chirurgo specializzato in ortopedia, aveva 56 anni. Grazie alle sue battaglie sono state riaperte le indagini sull’incidente che il 10 aprile 1991 costò la vita al padre e ad altre 139 persone, Marco Gasperetti

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