Morto a 63 anni Amedeo Ricucci, storico inviato Rai «Te ne sei andato mentre facevi il lavoro che amavi»

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di Lorenzo Nicolao

Malato da tempo, era stato sequestrato in Siria nel 2013 e aveva seguito i più importanti conflitti degli ultimi 30 anni, come Somalia, Kosovo, Afghanistan e Iraq

È morto a 63 anni lo storico inviato della Rai Amedeo Ricucci. Il giornalista è stato colpito da un malore mentre era in un hotel a Reggio Calabria, dove si trovava per lavorare a uno speciale sulla ‘ndrangheta. Era malato da tempo. Inviato di guerra per Professione Reporter, Mixer , il Tg1 e La Storia Siamo Noi, ha continuato la sua attività come scrittore e blogger.

Nato nel Cosentino, nel Comune di Cetrano, era stato anche sequestrato una decina di giorni in Siria dal gruppo vicino allo Stato islamico Al-Nustra, dal 3 al 13 aprile 2013. Ha seguito i più importanti conflitti degli ultimi decenni, tra guerra civile in Algeria, Kosovo, Afghanistan e Iraq. Era con la collega Ilaria Alpi in Somalia quando la giornalista del Tg3 venne uccisa, dopo essere rimasta coinvolta in una sparatoria a Mogadiscio. Nel 2002 è stato testimone della morte a Ramallah del fotoreporter Raffaele Ciriello, che ha perso la vita sotto i proiettili dell’esercito israeliano durante gli scontri a fuoco della seconda Intifada palestinese.

Il Consiglio di Redazione del Tg1, che per primo ha diffuso la notizia, lo ricorda così: «Ciao Amedeo, te ne sei andato mentre facevi quel lavoro che tanto amavi. Difficile esprimere il profondo dispiacere per la perdita di un compagno di strada straordinario. Amava quello che faceva e raccontava la realtà andando a scovare negli angoli del mondo e nei momenti più bui, come quelli della guerra. A rischio della propria stessa vita».

Un breve articolo anche da parte del sindacato Stampa Romana, che ha ricordato la sua vocazione per la professione. «Voleva essere sempre nei luoghi dove si svolgevano i fatti, viverli fisicamente, un testimone diretto di quanto accadesse nel mondo per poter raccontare la verità senza filtri né manipolazioni». Ricucci anche durante la sua malattia aveva dedicato la massima cura in quello che doveva essere il racconto del conflitto in Ucraina, dove la narrazione è costantemente sottoposta al rischio della propaganda.

11 luglio 2022 (modifica il 11 luglio 2022 | 14:21)

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