Monica Bellucci: così ho sedotto l’ispettore Ginko (e baciato Valerio Mastandrea)

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«Non avevamo mai lavorato insieme. E quando ci siamo trovati per il primo ciak dovevamo baciarci tutto il tempo» ha raccontato l’attrice. protagonista, con Valerio Mastandrea di «Diabolik, Ginko all’attacco!». L’intervista completa sul magazine «F»

Capelli corti, occhi verdi, accento dell’est. É una nuova Monica Bellucci quella che vedremo dal 16 dicembre al cinema in «Diabolik, Ginko all’attacco!», secondo film dei fratelli Manetti sul supereroe. L’attrice umbra, che si racconta in esclusiva a F (settimanale di Cairo Editore) in un’intervista alla vicedirettrice Sara Faillaci, interpreta Altea, la seduttiva e misteriosa Duchessa che farà innamorare Ginko/Valerio Mastandrea, nonostante l’ispettore sembri ossessionato solo dal catturare l’affascinante criminale (interpretato da Giacomo Gianniotti che ha preso il posto di Luca Marinelli, mentre il ruolo di Eva Kant resta a Miriam Leone ). E sul set qualcosa tra loro è successo davvero.

Conosceva già Valerio?
Non avevamo mai lavorato insieme. E quando ci siamo trovati per il primo ciak, dovevamo baciarci tutto il tempo.

Come bacia Mastandrea?
Ci siamo trovati benissimo. Sul set è una questione di energia: se passa tra due attori l’intimità viene naturale, se non scorre, da professionisti quali siamo, ci si applica. Tra me e Valerio non c’è stato bisogno di sforzi. E questa energia si percepisce forte nel film in entrambe le coppie che però la indirizzano ai due opposti: Ginko e Altea verso il bene, Diabolik e Eva verso il male.

Era amante del fumetto Diabolik da ragazza?
I fumetti mi riportano all’infanzia. Mia mamma si arrabbiava moltissimo perché tornavo da scuola e mi piaceva mangiare leggendoli. Mi affascinava il racconto attraverso i disegni. E poi di Diabolik adoravo la storia d’amore tra due pronti a tutto, l’amore legato al pericolo, il mondo del crimine. C’era da far andare la fantasia.

Il suo rapporto con le donne è sempre stato buono o ha sentito invidia per la sua bellezza?
Se l’ho sentita, mai in modo forte. Ho sempre avuto molto rispetto per le donne, curiosità e anche ammirazione. Penso che questo lo percepiscano.

L’amicizia conto molto per lei?
Tantissimo. Ho amicizie di lunga data, in Italia ma anche qui in Francia. Tante donne, ma ho anche amici uomini.

Come sono gli amici uomini rispetto alle donne?
L’uomo nell’amicizia forse è più disinteressato, dà senza volere niente in cambio. Posso chiamarli in qualunque momento, so che posso contare su di loro.

Sicura che non sperino in qualcosa di più?
Ma no, mi conoscono da una vita. In generale nel rapporto con gli uomini mi rendo conto di essere stata fortunata: anche quando mi sono trovata in situazioni imbarazzanti – poche – non sono mai state pericolose davvero, le ho sempre potute gestire facilmente.

Come le gestiva?
Uscendo dalla situazione o facendo uscire (sorride).

C’è qualcuno oggi nella sua vita, che considera più di un’amico?
Se c’è lo tengo per me. Alla mia età, anche se sono un personaggio pubblico, posso permettermi di essere riservata sul mio privato. Ma l’amore non può mancare nella vita di una donna, mai.

Le ha due figlie femmine. Come le educa alla parità?
É venuto tutto naturale. Oggi le cose sono molto migliorate, ci sono più donne indipendenti. Le mie figlie hanno tantissimi amici maschi, ci sono meno divisioni tra i sessi: vestono con questi pantaloni larghi, le felpe grandi, il cappuccio, tutto molto unisex. I giovani adesso sono meno schematici e poi noto che non hanno paura di parlare delle proprie fragilità, lo fanno senza scusarsi.

È una mamma severa?
Cerco di parlare il più possibile, di non perdere mai il contatto. Poi certo tutti noi genitori facciamo errori tremendi, è il mestiere più difficile del mondo.

Si preoccupa di limitare l’uso di smartphone e social alle ragazze?
Deva ha 18 anni, lavora e viaggia da sola, mica posso dirle di non guardare il telefono. Ora poi ha anche debuttato come attrice (nel film italiano «La Bella Estate», tratto dal romanzo di Cesare Pavese, regia di Laura Luchetti, ndr); ha deciso di prendersi un anno per lavorare e poi riprenderà gli studi più avanti. Leonie frequenta già un atelier di teatro, entrambe hanno una sensibilità artistica quindi le vedo comunque piene di interessi. È vero che usano troppo i social ma vanno anche a tremila all’ora, noi al confronto siamo dei bradipi, bisogna anche accettare che siamo due generazioni diverse e che il mondo in cui viviamo è questo. E comunque quanti adulti si vedono al ristorante che non parlano tra loro ma hanno gli occhi fissi sul cellulare?

Che effetto le ha fatto vedere Deva uscire dal nido? Un po’ di nostalgia ce l’ha?
No, sono felicissima per lei. Sta cercando la sua strada ed è bellissimo vederla spiccare il volo.

Chiede consigli alla mamma? Parliamo molto ma poi è lei che decide
Quando le figlie andranno, può pensare di tornare a vivere in Italia?
Certo, tutto è possibile. Sono molto legata all’Umbria e alle mie origini anche se ho fatto tanti viaggi, ci torno appena posso, anche solo due giorni per trovare i miei genitori.

15 novembre 2022 (modifica il 15 novembre 2022 | 19:09)

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, 2022-11-15 18:20:00, «Non avevamo mai lavorato insieme. E quando ci siamo trovati per il primo ciak dovevamo baciarci tutto il tempo» ha raccontato l’attrice. protagonista, con Valerio Mastandrea di «Diabolik, Ginko all’attacco!». L’intervista completa sul magazine «F»,

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