Il Mezzogiorno pomo della discordia, Meloni spacchetta le deleghe

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il governo Mezzogiorno, 26 ottobre 2022 – 08:20 La presidente del Consiglio durante il discorso per la fiducia: «Sul Sud l’attenzione è massima. Il ministero del Mare offrirà nuove possibilità di sviluppo» di S. B. Sull’autonomia il programma è scritto nero su bianco. E all’uopo è stato nominato il leghista Roberto Calderoli, ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, appunto. Mentre è ancora non chiaro chi, tra i ministri Raffaele Fitto e Nello Musumeci, si occuperà del Mezzogiorno, anzi chi avrà la cassaforte del Mezzogiorno. Questo è il punto. Il primo è responsabile degli Affari europei, delle Politiche di coesione e del Pnrr. Il secondo del Sud e delle politiche del mare. A leggere le deleghe è Fitto che ha le chiavi. Prendiamo soltanto quella del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza. Secondo l’ultima ricognizione del governo Draghi le risorse destinate al Sud ammontano a 86 miliardi, pari al 40,8 per cento. Nella relazione del ministro uscente Franco risultano assegnati a livello territoriale circa 56,6 miliardi, di questi 25,7 (cioé il 45 per cento) risultano assegnati in favore delle regioni meridionali. Senza contare la nuova programmazione europea. Dunque è lecito chiedersi, al ministro del Sud cosa resta? In qualche modo ieri, nelle repliche, ha risposta la stessa presidente del Consiglio, Giorgia Meloni: «Sul Sud l’attenzione è massima. La discussione sulla delega sui porti non esiste, abbiamo deciso di istituire un ministero per il Mezzogiorno e legarlo al mare, un asset nazionale strategico mai valorizzato. Mi pare un tentativo di allargare le possibilità di sviluppo al di là dell’assistenzialismo» Ma cos’è il Sud per la leader di Fdi che proprio a Bagnoli, in chiusura della campagna elettorale, disse: «Non sono meridionalista, sono una patriota»? È sicuramente «il paradiso delle rinnovabili, con il suo sole, il vento, il calore della terra, le maree, i fiumi, un patrimonio di energia verde troppo spesso bloccato da burocrazia e veti incomprensibile». Poi dopo aggiunge: «Sono convinta che questa svolta — dice nel suo discorso programmatico — che abbiamo in mente sia anche l’occasione migliore per tornare a porre al centro dell’agenda Italia la questione meridionale. Il Sud non più visto come un problema, ma come un’occasione di sviluppo per tutta la nazione. Lavoreremo sodo per colmare un divario infrastrutturale inaccettabile, eliminare le disparità, creare occupazione, garantire la sicurezza sociale e migliorare la qualità della vita. Dobbiamo riuscire a porre fine a quella beffa per cui il Sud esporta manodopera, intelligenze e capitali che sono invece fondamentali proprio in quelle regioni dalle quali vanno via». Le due battaglie simboloMa sono due le battaglie simbolo della coalizione di centrodestra: la prima riguarda l’autonomia, la seconda il Reddito di cittadinanza. «Parallelamente alla riforma presidenziale — annuncia —, intendiamo dare seguito al processo virtuoso di autonomia differenziata già avviato da diverse regioni italiane secondo il dettato costituzionale e in attuazione dei principi di sussidiarietà e solidarietà, in un quadro di coesione nazionale». E giù applausi dai banchi della maggioranza. E sul Reddito di cittadinanza (sempre a Napoli definito «metadone di Stato») spiega: «Ai pensionati in difficoltà, agli invalidi, a cui va aumentato in ogni modo il grado di tutela, e anche a chi privo di reddito ha figli minori di cui farsi carico, a loro non sarà negato il doveroso aiuto dello Stato, ma per gli altri, per chi è in grado di lavorare, la soluzione non può essere il reddito di cittadinanza, ma il lavoro, la formazione e l’accompagnamento al lavoro, anche sfruttando appieno le risorse e le possibilità messe a disposizione dal Fondo sociale europeo, perché per come è stato pensato e realizzato il reddito di cittadinanza ha rappresentato una sconfitta per chi era in grado di fare la sua parte per l’Italia, oltre che per se stesso e per la sua famiglia». In aulaSu entrambe le questioni l’opposizione insorge. «Niente fughe in avanti sull’autonomia differenziata. — dice il dem Francesco Boccia, responsabile enti locali del Pd e commissario campano del partito — La presidente Meloni ne ha parlato anche nel suo discorso alle Camere ma vogliamo essere chiari fin da subito: se si tenterà di realizzarla senza l’unanimità di Regioni ed enti locali, il Partito democratico si opporrà in maniera netta». Prima, spiega, «è necessario definire e riconoscere i Lep (Livelli essenziali delle prestazioni), da Nord a Sud, nelle aree interne e nelle aree di montagna su scuola, sanità, trasporto pubblico locale e assistenza e poi si potrà parlare di autonomia differenziata. Sull’utilizzo del residuo fiscale, vecchio mantra leghista, e sulla regionalizzazione della scuola, con l’assunzione diretta degli insegnanti nei ruoli regionali, come predica da sempre il presidente Fontana, non ci sono né ci saranno mediazioni». C’è «il fondato timore che in casa Lega vogliano prima ottenere l’autonomia e poi verificare se ci sono le risorse per distribuire omogeneamente i Livelli essenziali delle prestazioni in tutto il Paese per colmare i divari. Se fosse confermato, il Pd farà le barricate perché non permetteremo in alcun modo di spaccare il Paese sulla pelle dei cittadini del Mezzogiorno. È un tema che, necessariamente, riguarderà anche il prossimo congresso del Pd. Non sono più ammesse ambiguità e bisogna capire chi sta con chi. Non si potranno più ammettere posizioni diverse su questo punto tra Nord e Sud». E il riferimento al governatore dem Stefano Bonaccini, papabile candidato alla segreteria, non è casuale. Sul Reddito è, invece, Giuseppe Conte, per la prima volta nei banchi del Parlamento, a rispondere: «State facendo la guerra ai poveri. La povertà non è una colpa né un demerito. Siete forti con i deboli. Lei ha parlato di metadone di Stato. Siete sicuri di voler tagliare l’assegno ora?». Ed è ovviamente una domanda retorica. «Il Sud che è la questione cruciale di questo Paese può essere ridotto solo al mare?», si chiede infine il segretario del Pd, Enrico Letta riferendosi proprio alle deleghe di Musumeci. La newsletter del Corriere del MezzogiornoSe vuoi restare aggiornato sulle notizie della Campania iscriviti gratis alla newsletter del Corriere del Mezzogiorno. Arriva tutti i giorni direttamente nella tua casella di posta alle 12. Basta cliccare qui 26 ottobre 2022 | 08:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-10-26 06:23:00, La presidente del Consiglio durante il discorso per la fiducia: «Sul Sud l’attenzione è massima. Il ministero del Mare offrirà nuove possibilità di sviluppo»,

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