Meloni, le prime scelte: «Mi aspetto lealtà»

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di Monica GuerzoniLa prima conferenza stampa della premier. «Basta approccio ideologico sul Covid e basta lassismo sui rave party. Predappio? Sono politicamente lontana» La domanda sul raduno dei nostalgici di Mussolini arriva inattesa, quando la comunicazione di Palazzo Chigi ha ormai spento la telecamera per la diretta e Giorgia Meloni sta per scappare verso i suoi «impegni istituzionali». Presidente, perché siete intervenuti per il rave party di Modena e non per i duemila di Predappio? «Lei sa come la penso su questa materia, non so cosa altro vi debba dire», prova a glissare la leader di Fratelli d’Italia. Ma il giornalista insiste nel chiedere un commento «più politico» e, per quanto possa essere spiazzata e infastidita, Meloni risponde: «Politicamente è una cosa distante da me, in maniera molto significativa. Su questo tema non avrete soddisfazione da me, non so cosa altro io vi possa dire». «Lo Stato c’è» Primo bagno di folla con foto e applausi nel breve tratto a piedi da Palazzo Chigi e prima conferenza stampa. Meloni arriva nella Sala Polifunzionale con i ministri Carlo Nordio, Orazio Schillaci, Matteo Piantedosi e con il sottosegretario Alfredo Mantovano. Spunta anche la ministra Eugenia Roccella, ma è solo spettatrice. Al microfono c’è il nuovo capo ufficio stampa Fabrizio Alfano, già portavoce di Gianfranco Fini, cui toccherà limitare a quattro le domande della stampa perché la presidente «deve scappare» a una riunione sulla Nadef. Meloni è «molto contenta» per il rinvio al 30 dicembre della riforma Cartabia, per aver «dato un segnale» sul tema della lotta alla mafia («Non faremo mezzo passo indietro») e per aver dimostrato, con il pugno duro contro i rave party, che «lo Stato c’è e non vuole mostrarsi miope, inerme, fermo di fronte all’illegalità». Rispetto delle regole e certezza del diritto, ecco la cifra che Meloni vuole dare al suo governo. La squadra di governo Il Cdm ha varato un unico decreto legge dal sapore identitario su giustizia, Covid e sicurezza, che il presidente Sergio Mattarella ha firmato in serata insieme alla nomina dei sottosegretari di Stato. Durante la riunione a Palazzo Chigi la leader di Fratelli d’Italia aveva ammonito i ministri, raccomandando a tutti cautela nella comunicazione, perché le fughe in avanti non la costringessero ad altri dietrofront. È successo sul Covid e lei vuole che non accada più: «Dalla squadra mi aspetto compattezza e lealtà». E le tensioni sui sottosegretari? La corsa solitaria di alcuni ministri? «Ho letto molte ricostruzioni, ma non ci sono stati problemi di alcun genere — fa “un po’ di controinformazione” Meloni —. In Cdm si respira compattezza ed entusiasmo, governiamo la nazione nel momento più difficile della storia d’Italia e questo porta a mettere da parte forme di individualismo». Covid e quarantenaIl primo Cdm è servito a marcare una forte discontinuità rispetto ai governi precedenti, Draghi compreso. Sulla gestione della pandemia la premier tira dritta, anche dopo il forte monito del Quirinale e i tweet di Enrico Letta («Il Governo Meloni ha premiato i no vax. Peggio di così era difficile iniziare»). La premier non cambia idea, anzi rafforza i concetti già espressi in Parlamento. «Il Covid era diventato tema da campagna elettorale, era diventato ideologico e questo non ci ha aiutato a assumere provvedimenti efficaci — accusa Meloni —. Chi diceva altro era indicato come un mostro». E se dovessero arrivare nuove, pericolose varianti? Il ministro della Salute assicura che il governo è «pronto in ogni momento a intervenire» e annuncia che il governo potrebbe eliminare i cinque giorni di isolamento obbligatorio e far uscire di casa le persone positive: «Ci stiamo lavorando, abbiamo già avuto le prime riunioni scientifiche con Spallanzani e Aifa». Le mascherine invece resteranno obbligatorie negli ospedali e nelle Rsa, almeno fino alla fine dell’anno. «Nessun ripensamento — smentisce le interpretazioni il ministro —. Non avevo mai pensato di eliminarle». E da domani, con due mesi di anticipo, stop all’obbligo di vaccinazione per il personale sanitario, decisione che consentirà di riportare in servizio 4000 medici e mettere un argine alla «grave carenza di personale». Ergastolo ostativoLa premier rilancia la lotta alla criminalità e si dice «fiera» della decisione sull’ergastolo ostativo, sottolineando come i mafiosi con i loro «papelli» abbiano più volte chiesto l’abolizione del “fine pena mai” per chi non collabora con la giustizia. L’Unione delle Camere penali ritiene che la norma sia in contrasto con i principi stabiliti dalla Consulta, ma Meloni la difende perché «figlia dell’insegnamento di Falcone e Borsellino». Il governo ha inserito nel decreto la stessa norma che era stata approvata dalla Camera (ma non dal Senato) per evitare la scarcerazione di detenuti per reati gravi. E ora Meloni spera che il Parlamento, in fase di conversione, riesca a migliorarla. «Ho tolto il bavaglio al ministro Nordio» ride la presidente e smentisce di aver commissariato il Guardasigilli. Anche l’ex magistrato ride e sembra contento davvero: «È una giornata importante per la giustizia. Un buon biglietto da visita per i cittadini e anche per la magistratura». Riforma CartabiaUna cosa a cui molto tiene la presidente del Consiglio è smentire che il rinvio al 30 dicembre della riforma Cartabia del processo penale faccia saltare i fondi del Pnrr. Non è così, assicura Meloni: «Non c’è alcun rischio di compromettere il Piano, abbiamo preso due mesi mantenendo i nostri impegni con la Commissione Ue per offrire tempo agli uffici giudiziari e valutare, in sede di conversione, se ci sono questioni da perfezionare». Rave partyIl quarto provvedimento nel «decretone» è stato ideato per fermare rave party e gli altri raduni con più di 50 persone che, per il governo, mettono a rischio l’incolumità, la sicurezza e la salute dei cittadini. Il leader di Azione, Carlo Calenda, approva: «Il nome del reato di “invasione” è piuttosto surreale, ma per il resto è un’iniziativa condivisibile. Lo Stato non può rimanere spettatore di eventi illegali e pericolosi». E Meloni in conferenza stampa spiega perché il ministro dell’Interno, Piantedosi, abbia iniziato il mandato all’insegna del pugno di ferro. «Quando ci fu il rave di Viterbo — ricorda la premier — l’impressione che abbiamo dato è di lassismo. Non voglio dare l’impressione che l’Italia è una nazione dove si può delinquere». Legge di BilancioVenerdì si terrà il prossimo Consiglio dei ministri, in cui saranno definite le deleghe e verranno assunti i primi provvedimenti economici per contrastare la crisi energetica e aiutare famiglie e imprese gravate dal caro bollette. «Quella del 4 novembre sarà un riunione molto importante, perché avremo in discussione l’approvazione della Nadef, che è fondamentale e propedeutica per la legge di Bilancio — accelera Meloni —. Stiamo facendo una corsa contro il tempo». 1 novembre 2022 (modifica il 1 novembre 2022 | 00:27) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-10-31 23:28:00, La prima conferenza stampa della premier. «Basta approccio ideologico sul Covid e basta lassismo sui rave party. Predappio? Sono politicamente lontana», Monica Guerzoni

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