Mani pulite, il bilancio 30 anni dopo: su 2.565 indagati i condannati furono 1.408

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di Luigi Ferrarella

Le indagini del pool composto da Di Pietro, Colombo e Davigo, poi Greco, poi ad affiancarli Ielo, Ramondini, Parenti e Tito. La pena più alta: 5 anni e 6 mesi a un dirigente Anas

Ma davvero Mani pulite è finita in niente dal punto di vista delle sentenze, come propagandano i suoi critici? Tutto e il contrario di tutto può essere detto nell’indisponibilità di statistiche giudiziarie, perché i database ministeriali non erano e non sono pensati per questo tipo di elaborazioni; perché persino lo staff dei pm in Procura dopo un po’ perse il conto degli esiti sempre sfrangiati e spesso sovrapposti; e perché neppure gli archivi dei giornali aiutano, posto che moltissimi indagati non finirono mai sotto i riflettori delle cronache. Così l’unico modo per avvicinarsi a un tasso accettabile di approssimazione è stato provare non dall’alto delle statistiche, ma dal basso del ritrovare il filo degli incartamenti processuali, riuscendo ad abbinare un ultimo stato processuale noto (fino a inizio 2000) a un nome e cognome.

Con questo parametro si può ragionare con attendibilità non tanto sul numero dei procedimenti iscritti (3.146 imputazioni, a volte la stessa persona per più ipotesi), quanto sul destino giudiziario di 2.565 persone in carne ed ossa indagate dai pm del pool vero e proprio degli anni 1992-1994 (Di Pietro, Colombo e Davigo, poi Greco, poi ad affiancarli Ielo, Ramondini, Parenti e Tito). Sino all’anno 2000 avevano patteggiato o erano stati condannati 1.408 di essi, mentre 544 erano stati assolti e 448 prosciolti per prescrizione (o in pochi casi per amnistia o morte del reo).

Manca all’appello l’esito per i rimanenti che non si è riusciti a ricostruire, spesso perché si trattava di fascicoli spezzettati in più filoni o di posizioni trasmesse per competenza territoriale altrove e lì «desaparecide», ma la prognosi più realistica è che abbiano finito per ingrossare la casella del fuori tempo massimo, cioè delle prescrizioni.

In carcere a scontare una pena nel 2000 erano in quattro, tutti nel filone delle tangenti alla Guardia di Finanza: indice del fatto che, pur di portare a casa una sentenza in tempi compatibili con il rischio di prescrizione, le pene eseguite non furono in generale draconiane. Tanto che — tra sospensioni condizionali, ricalcoli per l’istituto della continuazione e cumuli — in fin dei conti la pena massima definitiva nei processi di Mani pulite non è stata appannaggio di Mario Chiesa (che ha chiuso con 5 anni e 4 mesi) o di Sergio Cusani (5 anni e 5 mesi di cumulo finale), ma di un poco noto capo-compartimento Anas, che oggi non avrebbe senso rinominare qui (non essendo figura di rilievo pubblico), e che in uno stralcio trasmesso a Genova fu condannato nel 1998 a 5 anni e 6 mesi: stessa pena alla quale scese con un patteggiamento in Appello il generale della GdF Giuseppe Cerciello, pur partito da un iniziale conto complessivo di 16 anni.

Appartiene invece non a Cerciello (7 mesi) e neanche a Cusani (5 mesi), ma anche qui a un assai meno noto colonnello della GdF il record di custodia cautelare di tutta Mani pulite: un anno in carcere nella fortezza di Peschiera. Centoquaranta i miliardi di lire rientrati all’erario come risarcimenti: compresi i 56 miliardi versati da un costruttore (nel frattempo morto) che nel processo Enimont poi vide infine paradossalmente prescriversi la propria imputazione.

Se vuoi restare aggiornato sulle notizie di Milano e della Lombardia iscriviti gratis alla newsletter di Corriere Milano. Arriva ogni sabato nella tua casella di posta alle 7 del mattino. Basta cliccare qui.

14 febbraio 2022 (modifica il 14 febbraio 2022 | 21:16)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, 2022-02-14 21:12:00, http://s.wordpress.com/mshots/v1/https%3A%2F%2Fmilano.corriere.it%2Fnotizie%2Fcronaca%2F22_febbraio_14%2Fmani-pulite-bilancio-30-anni-dopo-2565-indagati-condannati-furono-1408-b28f4366-8dcf-11ec-a91e-e98defcaa657.shtml?w=600&h=450, , , , This is one elegant item., I be crazy about addons, because they are the awesome!!, % %item_title%%, Le indagini del pool composto da Di Pietro, Colombo e Davigo, poi Greco, poi ad affiancarli Ielo, Ramondini, Parenti e Tito. La pena più alta: 5 anni e 6 mesi a un dirigente Anas, di Luigi FerrarellaLe indagini del pool composto da Di Pietro, Colombo e Davigo, poi Greco, poi ad affiancarli Ielo, Ramondini, Parenti e Tito. La pena più alta: 5 anni e 6 mesi a un dirigente Anas Ma davvero Mani pulite è finita in niente dal punto di vista delle sentenze, come propagandano i suoi critici?…, di Luigi FerrarellaLe indagini del pool composto da Di Pietro, Colombo e Davigo, poi Greco, poi ad affiancarli Ielo, Ramondini, Parenti e Tito. La pena più alta: 5 anni e 6 mesi a un dirigente Anas Ma davvero Mani pulite è finita in niente dal punto di vista delle sentenze, come propagandano i suoi critici? Tutto e il contrario di tutto può essere detto nell’indisponibilità di statistiche giudiziarie, perché i database ministeriali non erano e non sono pensati per questo tipo di elaborazioni; perché persino lo staff dei pm in Procura dopo un po’ perse il conto degli esiti sempre sfrangiati e spesso sovrapposti; e perché neppure gli archivi dei giornali aiutano, posto che moltissimi indagati non finirono mai sotto i riflettori delle cronache. Così l’unico modo per avvicinarsi a un tasso accettabile di approssimazione è stato provare non dall’alto delle statistiche, ma dal basso del ritrovare il filo degli incartamenti processuali, riuscendo ad abbinare un ultimo stato processuale noto (fino a inizio 2000) a un nome e cognome. Con questo parametro si può ragionare con attendibilità non tanto sul numero dei procedimenti iscritti (3.146 imputazioni, a volte la stessa persona per più ipotesi), quanto sul destino giudiziario di 2.565 persone in carne ed ossa indagate dai pm del pool vero e proprio degli anni 1992-1994 (Di Pietro, Colombo e Davigo, poi Greco, poi ad affiancarli Ielo, Ramondini, Parenti e Tito). Sino all’anno 2000 avevano patteggiato o erano stati condannati 1.408 di essi, mentre 544 erano stati assolti e 448 prosciolti per prescrizione (o in pochi casi per amnistia o morte del reo). Manca all’appello l’esito per i rimanenti che non si è riusciti a ricostruire, spesso perché si trattava di fascicoli spezzettati in più filoni o di posizioni trasmesse per competenza territoriale altrove e lì «desaparecide», ma la prognosi più realistica è che abbiano finito per ingrossare la casella del fuori tempo massimo, cioè delle prescrizioni. In carcere a scontare una pena nel 2000 erano in quattro, tutti nel filone delle tangenti alla Guardia di Finanza: indice del fatto che, pur di portare a casa una sentenza in tempi compatibili con il rischio di prescrizione, le pene eseguite non furono in generale draconiane. Tanto che — tra sospensioni condizionali, ricalcoli per l’istituto della continuazione e cumuli — in fin dei conti la pena massima definitiva nei processi di Mani pulite non è stata appannaggio di Mario Chiesa (che ha chiuso con 5 anni e 4 mesi) o di Sergio Cusani (5 anni e 5 mesi di cumulo finale), ma di un poco noto capo-compartimento Anas, che oggi non avrebbe senso rinominare qui (non essendo figura di rilievo pubblico), e che in uno stralcio trasmesso a Genova fu condannato nel 1998 a 5 anni e 6 mesi: stessa pena alla quale scese con un patteggiamento in Appello il generale della GdF Giuseppe Cerciello, pur partito da un iniziale conto complessivo di 16 anni. Appartiene invece non a Cerciello (7 mesi) e neanche a Cusani (5 mesi), ma anche qui a un assai meno noto colonnello della GdF il record di custodia cautelare di tutta Mani pulite: un anno in carcere nella fortezza di Peschiera. Centoquaranta i miliardi di lire rientrati all’erario come risarcimenti: compresi i 56 miliardi versati da un costruttore (nel frattempo morto) che nel processo Enimont poi vide infine paradossalmente prescriversi la propria imputazione. Se vuoi restare aggiornato sulle notizie di Milano e della Lombardia iscriviti gratis alla newsletter di Corriere Milano. Arriva ogni sabato nella tua casella di posta alle 7 del mattino. Basta cliccare qui. 14 febbraio 2022 (modifica il 14 febbraio 2022 | 21:16) © RIPRODUZIONE RISERVATA, Photo Credit: , , milano.corriere.it, %%item_url %%, Milano – Cronaca, Milano – Cronaca, Milano – Cronaca, Leggi di più, , https://images2-milano.corriereobjects.it/methode_image/socialshare/2022/02/14/1adc6cf0-8dd0-11ec-a91e-e98defcaa657.jpg, Corriere.it – Homepage, Corriere.it – Notizie e approfondimenti di cronaca, politica, economia e sport con foto, immagini e video di Corriere TV. Meteo, salute, guide viaggi, Musica e giochi online , https://www.corriere.it/rss/images/logo_corriere.gif, http://xml2.corriereobjects.it/rss/homepage.xml, Luigi Ferrarella

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