Maldini-Milan, perché la firma del rinnovo non è ancora arrivata

di Arianna Ravelli

Quasi sicuramente il dt Paolo Maldini e il suo vice Massara rinnoveranno, ma le trattative non sono ancora chiuse. Cardinale concederà più poteri? E Maldini accetterà anche di restare com’è?

Paolo Maldini e Frederic Massara rinnoveranno con il Milan: la frase — che non era più scontata nei giorni seguenti all’intervista terremoto rilasciata dallo stesso Maldini alla Gazzetta dello Sport («Una mancanza di rispetto non averci ancora chiamato» e tanto altro) — passata la bufera è tornata a essere data come quasi certa. Anche se con il passare dei giorni è giusto porsi qualche dubbio.

Ma allora perché le firme non arrivano? La domanda rimbalza sui social, negli uffici e sulle spiagge, dai tifosi rossoneri ansiosi di avere certezze e di vedere concluse le operazioni di mercato, peraltro già impostate da tempo (Origi arriva la prossima settimana, poi Renato Sanches e probabilmente De Ketelaere), e un filo disturbati dall’attivismo dell’Inter che mette sul tavolo nomi altisonanti da Lukaku a Dybala.

Il nuovo proprietario Gerry Cardinale — che ha visto Maldini a casa sua il giorno prima dell’ufficializzazione, incontro a cui è stato per un po’ presente anche Giorgio Furlani, manager di Elliott nel cda del Milan —al Financial Times ha rilasciato grandi elogi per l’ex campione rossonero («Un incontro fantastico di tre ore e mezza, era importante iniziare con il piede giusto con Maldini») lasciando intendere che Maldini sarà al centro del suo Milan.

Il punto è che, dopo uno scudetto che il dt considera molto frutto del suo lavoro (la società nell’intervista alla Gazzetta era stata citata solo per riconoscere la puntualità del pagamento degli stipendi) Maldini ha chiesto, se si usano le parole di chi gli è vicino, di essere maggiormente coinvolto in tutte le scelte del club, oppure, se si ascolta l’altra anima societaria, di avere più potere a discapito dell’ad Ivan Gazidis. Con Maldini che avrebbe in testa un modello più simile a quello dell’Inter, con lui per capirci nel ruolo di Marotta, ad con poteri assoluti sulle vicende tecniche, e Gazidis-Antonello a occuparsi dei conti. Il modello del Milan però prevede un’organizzazione diversa che — ci si può sbilanciare — quasi sicuramente non cambierà.

Comunque la si voglia vedere, è chiaro che l’equilibrio dei rapporti tra Maldini e Gazidis (che ha il pieno appoggio di Elliott) resta cruciale per far funzionare il Milan. Nella stagione appena conclusa un modus vivendi era stato trovato, l’auspicio è che succeda anche adesso: almeno fino al closing di settembre o più probabilmente fino a novembre quando gli scadrà il contratto, l’ad resta Gazidis. Poi, naturalmente, su Maldini come sul resto decide la nuova proprietà di cui l’ad si fa interprete: Cardinale partirà da Maldini, resta da capire se gli proporrà di continuare a giocare con lo stesso ruolo di adesso. E se Maldini, in quel caso, accetterà. Il buon senso farebbe propendere per il sì, ma appunto nulla è stato ancora deciso.

17 giugno 2022 (modifica il 17 giugno 2022 | 20:50)

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