Luna Rossa: ali, ori olimpici, ciclisti, i segreti per vincere la Coppa America

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di Gaia Piccardi, inviata a Cagliari

Il prototipo è un laboratorio che prepara l’imbarcazione per l’America’s Cup a Barcellona 2024. A guidare il progetto c’è sempre Max Sirena

Arlecchino, ma con le alette per volare sull’acqua. «Ti battezzo Luna Rossa» dice Miuccia Prada mandando in frantumi la bottiglia, LEQ12 è il nome in codice del prototipo di 12 metri su cui lo skipper Max Sirena e la sua ciurma faranno sperimentazione: vele, derive, sistemi elettrici, carena, il laboratorio è ufficialmente aperto, ogni Luna che sorge segna l’inizio di una nuova avventura e da oggi si fa rotta su Barcellona 2024, la 37a Coppa America (la 6a del team italiano) da strappare, in acque finalmente non ostili, ai detentori neozelandesi. Scafo inedito, spinto dai progettisti oltre i limiti strutturali e idrodinamici, 30 mila ore di lavoro da usare come architrave per programmare il futuro: «I prossimi quattro mesi in acqua saranno decisivi — spiega Sirena, confermato a capo del progetto dopo l’ottima figura nell’ultima America’s Cup persa 7-3 con i kiwi —. È il prototipo che indirizzerà il design dell’Ac75, il monoscafo volante con cui andremo a Barcellona».

C’è Patrizio Bertelli, presidente del team Luna Rossa Prada Pirelli («Il camouflage con nero, rosso e bianco viene dalla tradizione marinara ma serve anche a confondere le linee ai rivali»), c’è Marco Tronchetti Provera, Ceo Pirelli, storico partner («A me un po’ di nerazzurro non sarebbe dispiaciuto — scherza —. Siamo ancora una volta a bordo perché crediamo nella tradizione, nella tecnologia e nella passione»), ci sono gli spioni «legalizzati» dal nuovo protocollo: adesso si chiamano «recon» (ricognizione), si appostano dentro il rettangolo rosso riservato a loro nel piazzalone della base, scattano foto (da quando la barca toccherà l’acqua sarà vietato), girano video e scaricano il materiale su una nuvola accessibile a tutti. Addio sommozzatori notturni, infiltrati e elicotteri volteggianti. La Coppa del fair play è meno speziata, ma promette comunque scintille.

Team New Zealand sta già navigando sull’Ac40, la barca intermedia con cui si correranno gli Act l’anno prossimo (ne è stato promesso uno a Cagliari), gli inglesi di Ineos varano a giorni il loro prototipo, seguiranno a ruota Alinghi e gli americani. Luna Rossa che riparte non perde le sue caratteristiche di base: rimane il format rivoluzionario del doppio timoniere («Spithill e Bruni come a Auckland? Sarà la barca a decidere» dice Sirena che ha perso Sibello passato con gli svizzeri ma ha iniettato il team di altra gioventù, inclusi i velisti d’oro Titta e Banti), scompaiono i grinder classici: a produrre watt a bordo saranno i ciclisti (avviata campagna acquisti presso il c.t. azzurro Daniele Bennati), la voglia di innovazione è tale che all’orizzonte si staglia un catamarano Luna Rossa a idrogeno (non per la Coppa America, naturalmente: «Una sfida tecnologica affascinante» la definisce lo skipper).

Bertelli conferma che a Barcellona la selezione degli sfidanti non si chiamerà più Prada Cup («Non mi interessa organizzarla con chi si comporta da antagonista» spiega il patron, alludendo ai kiwi), pandemia e guerra fanno impennare i costi: 90-95 milioni di budget potrebbero non bastare. Ma è la passione che conta: «La Coppa la facciamo finché non la vinciamo» è il grido di battaglia della Luna. Risorta, e più colorata e motivata che mai.

14 ottobre 2022 (modifica il 14 ottobre 2022 | 07:11)

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, 2022-10-14 05:27:00, Il prototipo è un laboratorio che prepara l’imbarcazione per l’America’s Cup a Barcellona 2024. A guidare il progetto c’è sempre Max Sirena , Gaia Piccardi, inviata a Cagliari

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