Lucia, uccisa e messa nella vasca da bagno. La figlia: «Non ce la facevo più»

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di Pierpaolo Lio

L’operaia 57enne vive con marito e due figli a Mediglia: ha soffocato la madre 84enne con il cellophane, poi ha tagliato il corpo con una sega da falegname trovata in cucina e provato a bruciare i resti. Il cadavere è rimasto due mesi nella vasca da bagno di casa

«Non ce la facevo più. Ho fatto un disastro». Saranno queste le sue uniche parole. Dopo quel primo istintivo sfogo, Rosa Fabbiano, si spegne. Per ore, giovedì, interrogata in caserma, non reagisce. Non prova neanche a spiegare perché avrebbe ucciso sua madre, Lucia Cipriano, pensionata di 84 anni di cui si occupava da tempo e con fatica, e ne avrebbe sezionato il corpo, tenuto poi nascosto per settimane. Nella notte, per il pm Elisa Calanducci gli elementi sono comunque sufficienti per il fermo per omicidio, vilipendio e occultamento di cadavere. E comprendono anche quel cenno del capo fatto ai carabinieri con cui avrebbe in sostanza confermato la ricostruzione degli ultimi momenti passati con l’anziana madre nella casa al secondo piano di una palazzina in via Boves a Melzo, comune a est di Milano.

Il delitto a Melzo e la scoperta del cadavere di Lucia Cipriano

L’odore acre della morte investe i militari che per primi aprono quella porta. Nonostante i profumatori sparsi per la stanza. Nella vasca da bagno c’è il corpo sezionato della 84enne. A terra, in un sacco, i suoi vestiti bruciacchiati, risultato di un tentativo maldestro di cancellare le tracce. Sopra la vasca, una lama seghettata, che con la sega da falegname trovata in cucina, sarebbe stata usata per smembrarne il cadavere. Quel che resta della pensionata è in parte nascosto da un telo di cellophane. Per il pm è morta così: accompagnata dalla figlia maggiore in bagno, adagiata nella vasca, e poi intrappolata fino all’asfissia sotto la plastica sigillata con nastro adesivo. Ma sarà l’autopsia a dare elementi in più sulle cause della morte, e sul giorno dell’omicidio. Il corpo è rimasto nella vasca per due mesi. Per gli investigatori — indagano i carabinieri di Pioltello e del nucleo investigativo di Milano, guidati da Michele Miulli e Antonio Coppola — la data del delitto è racchiusa tra fine marzo, ultimo periodo in cui la 84enne è stata vista, e l’inizio di aprile. Il 12 aprile infatti una vicina chiama Rosa per l’odore «stomachevole» e il fumo che esce dalle finestre, spalancate da giorni. Lei la rassicura: «È un problema con la lavatrice».

Rosa Fabbiano, chi è la donna che ha ucciso la madre

Rosa, operaia 57enne che vive con marito e due figli a Mediglia, sempre nel Milanese, depista a lungo anche la sorella Loredana, 46 anni, da anni trasferitasi a Trento (c’è poi un’altra sorella, Cosima), preoccupata per la salute della madre «visti tutti i messaggi strani che mi aveva mandato fino a quel momento». A quanto ne sa, per quello che le aveva raccontato Rosa, la donna è ricoverata in una Rsa. Loredana vuole però «vedere da vicino cosa fare con la mamma», aiutare a gestire le visite, parlare con i servizi sociale per un aiuto. Si mette in auto. Poco prima delle 10 di giovedì è a Melzo. S’incontra con Rosa sotto casa della madre.

Le urla, la fuga nei campi e la minaccia di suicidio

Quando entrano, Loredana nota le finestre aperte. Ma è quando fa per andare in bagno che intuisce che qualcosa non va. «Rosa mi ha subito fermato — racconterà ai militari — dicendomi “No, non andare in bagno”. Sono rimasta impietrita. (…) Le ho chiesto il perché, lei mi ha solo ripetuto di non andare. Ho provato una sensazione di paura». Mentre esce di casa, Rosa le confessa di «aver fatto un disastro». Le chiede di portarla in caserma. Poi ha un ripensamento: inizia a urlare, scende dall’auto, fugge tra i campi, minaccia il suicidio. Loredana cerca di fermarla, chiama il 112. Una pattuglia le trova in stato di agitazione e le segue sul luogo del delitto.

La salute della madre e la ricerca del movente per l’omicidio

Diversi aspetti restano però ancora da accertare. Se Rosa sia stata aiutata da qualcuno, ad esempio. E il movente. Forse le sofferenze della madre, che iniziava a mostrare segni di demenza senile. O quell’impegno esclusivo ad accudirla diventato troppo gravoso. Non sono esclusi motivi economici, per cui si studiano i conti della 84enne, da cui anche negli ultimi due mesi sarebbero stati ritirati i soldi della pensione.

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28 maggio 2022 (modifica il 28 maggio 2022 | 10:39)

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, 2022-05-28 20:08:00, L’operaia 57enne vive con marito e due figli a Mediglia: ha soffocato la madre 84enne con il cellophane, poi ha tagliato il corpo con una sega da falegname trovata in cucina e provato a bruciare i resti. Il cadavere è rimasto due mesi nella vasca da bagno di casa, Pierpaolo Lio

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