Letta: «No a un’Italia alla Orban, una mensilità in più ai lavoratori a fine anno»

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di Monica Guerzoni

Il segretario del Pd presenta il programma: dalla sostenibilità ambientale ai diritti civili, dal lavoro alla difesa della Costituzione

La contromossa di Enrico Letta per segnare il cambio di passo e tentare la rincorsa della destra è un video in tre lingue, francese, spagnolo e inglese fluenti, che ricalca la trovata di Giorgia Meloni. Alcuni passaggi il segretario del Pd ammette di averli apprezzati, ma resta convinto che l’Italia e l’Europa stiano correndo un «grande rischio» e che la leader di Fratelli d’Italia abbia provato a «nascondere tante verità e cancellare anni di scelte contro la Ue, dall’ambiente al Pnrr». Se Meloni ha parlato alla stampa estera per ripudiare il fascismo e tranquillizzare le cancellerie, il segretario del Pd le ha fatto il verso, con l’obiettivo di smentire il «bluff» della candidata premier del centrodestra: «Ha cercato di coprire le impronte, ma i fatti parlano. L’Italia è al cuore dell’Europa, non può mettersi in una condizione alla Orbán».

Il video è una «piccola sorpresa» per dare la carica alla direzione nazionale del partito, che ha approvato all’unanimità le liste elettorali. Nella lingua di Macron, il segretario pone l’Europa al centro della campagna del Pd e mette al bando i nazionalismi e il diritto di veto che «Orbán, amico e alleato della destra italiana, usa per nuocere all’Europa». Una destra che «non ha mai sostenuto il Next generation Ue», che ha votato «contro tutte le scelte importanti sul cambiamento climatico» e contro il «fondamentale» Trattato del Quirinale tra Parigi e Roma. In spagnolo Letta avverte che «Fratelli d’Italia è alleata di Vox», estrema destra nostalgica del franchismo che «considera l’Unione una minaccia» ed è contro l’immigrazione e contro la comunità Lgbt. In inglese il leader dem ricorda che «l’ultimo governo Berlusconi ha lasciato il Paese sull’orlo della bancarotta» e ora, dopo anni di «sacrifici», la destra «gioca la carta del vittimismo» e accusa la stampa internazionale.

Tra i dem che lo ascoltano c’è chi vorrebbe vederlo davvero Letta con gli «occhi di tigre» di Rocky, ma la video-replica all’avversaria segna la volontà di partire con una campagna più aggressiva, in linea con la «scelta storica» del 25 settembre: «Per la difesa della Costituzione o per lo stravolgimento della Costituzione». La riunione del parlamentino dem comincia con un lungo applauso a Mattarella dopo l’attacco di Berlusconi e nel corso della direzione ce ne saranno pochi altri: in sala ci sono una trentina di membri, gli altri sono collegati da remoto. «Aver messo il Quirinale nel fuoco della campagna elettorale è un errore drammatico» attacca Letta e fa a pezzi un presidenzialismo «che vuole sfasciare la Costituzione». Con il tono del prof universitario, il segretario disegna una battaglia alla Davide contro Golia. Parla a braccio e ai dirigenti chiede più grinta, la «massima determinazione» per fermare una destra che «vuole far tornare indietro l’Italia e noi non lo permetteremo». È il giorno del via libera al programma, una bozza di 34 pagine il cui filo rosso è la sostenibilità ambientale. Due settimane prima del voto Letta partirà su un bus elettrico per «mettere il dito nella piaga dei problemi». Le proposta bandiera di «Italia 2028»? Una mensilità in più alla fine dell’anno per tutti i lavoratori e l’aumento della busta paga degli insegnanti, in linea con i Paesi europei. E poi salario minimo, no al nucleare, reddito di cittadinanza riveduto e corretto.

L’altro pilastro del programma, ispirato all’ultimo discorso di David Sassoli («la speranza siamo noi quando non chiudiamo gli occhi davanti a chi ha bisogno, quando non alziamo muri…») e curato da Provenzano, Nicita, Tinagli e Misiani, sono i diritti civili. Perché quando eravate al governo non avete approvato ius scholae e ddl Zan? Letta si fa la domanda e si dà la risposta: perché il Pd, sconfitto nel 2018 con Renzi al Nazareno, in Parlamento non aveva i numeri. Ora l’ex premier spera nei giovani, perché «se vincono queste destre l’Italia andrà indietro sui diritti». Il tempo è poco e tiranno, «nella fretta di impossessarsi del potere la destra è passata sopra i tempi normali della politica». Oggi si presenta il simbolo, poi andrà costruita una «campagna di comunicazione vincente».

I consulenti del Pd sono al lavoro per trasformare anche il linguaggio: basta slogan astratti, bisogna «giocare la partita in tutti gli angoli, parlare alle persone e alle loro storie e a chi non vota da molti anni». Bisogna «vincere nelle città, ma anche nei centri piccoli», che è come spronare i dem a non cercare i voti solo nelle Ztl. Perché le idee del «partito più grande del Paese» entrino «nella carne viva delle persone» servirà un lavoro corale e toccherà sfornare una proposta al giorno: «Altri hanno una potenza di fuoco di soldi, tv e media che noi non abbiamo». Infine, il «grazie» a Roberto Speranza e il ricordo di Piero Angela, un grande modello per la sua capacità di raccontare con passione l’Italia e «far scattare una scintilla».

14 agosto 2022 (modifica il 14 agosto 2022 | 07:01)

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, 2022-08-14 05:11:00, Il segretario del Pd presenta il programma: dalla sostenibilità ambientale ai diritti civili, dal lavoro alla difesa della Costituzione, Monica Guerzoni

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