La democrazia contrasta la violenza anche a scuola

Spread the love

I be nuts about add-ons, because they are nice.,

Inviato da Giuseppe Richiedei – I comportamenti violenti e aggressivi sono sempre più numerosi nelle scuole non solo tra i minori ma anche tra adulti: soprattutto tra docenti e genitori. I giornali riportano i fatti con sdegno e preoccupazione, intervengono numerosi intellettuali e semplici cittadini, Le istituzioni dal Parlamento, al Governo, al  Ministro se ne fanno carico, rassicurando che troveranno soluzioni appropriate.

In Commissione cultura al Senato si è proposto al Governo l’istituzione  di un “Osservatorio nazionale sulla sicurezza del personale scolastico presso il Ministero”. Le riflessioni e le proposte sviluppate nel dibattito tra i Senatori  sono particolarmente interessanti in quanto delineano contemporaneamente due strategie di intervento: quella repressiva e quella preventiva.

Da una parte, partendo da un’analisi di tipo sociologico – giuridico  si chiede di assumere iniziative legislative per aggravare le pene  nel caso di atti illeciti, di assumere personale aggiuntivo per la sicurezza, di ridare autorevolezza alla figura dei docenti.

Dall’altra, prendendo in considerazione l’istituzione scolastica nel complesso delle relazioni si segnala che   gli episodi di violenza sono la “fotografia di un rapporto di fiducia tra scuola e famiglia che si sta sgretolando”, nelle audizioni  i rappresentanti dei genitori, degli studenti e del personale hanno ribadito che se non  riusciamo a coinvolgere le famiglie non si riuscirà ad affrontare nel modo giusto questa crisi.

Si può osservare che tra i Senatori  si sono confermate le due visioni della scuola che, però, non hanno trovato seguito coerente e coordinato  nelle scelte istituzionali successive. Le decisioni, le riflessioni e le riforme che man mano si sono succedute  nella vita scolastica hanno perseguito e rafforzato solamente la visione della scuola come  servizio  didattico – istruttivo, governato dalla burocrazia e dai sindacati in difesa del personale. Viceversa la visione che  ne ribadisce la natura di “comunità che interagisce con la più vasta comunità sociale e civile” (art 3 Decreto Legislativo 297 – 1994) dove i genitori ne sono componente essenziale ed entrano negli organi collegiali a definire l’offerta formativa e il funzionamento, è stata trascurata, indebolita e  contestata da più parti. Dopo cinquant’anni di esperienza democratica nelle scuole si è costretti a riconoscere che la prima, quella amministrativa – corporativa ha avuto la meglio,  mentre la seconda si è indebolita sempre più con l’abbandono da parte di gran parte dei genitori e con pronunciamenti di  intellettuali che ne chiedono l’espulsione.

–   Oggi vengono pubblicizzati i fatti  più incresciosi e più violenti, ma non  vanno sottaciute le  molte realtà dove  si verificano proteste di genitori che non trovano ascolto, famiglie che si appellano agli avvocati o alle autorità ministeriali, che alimentano polemiche esasperate in chat, favorite dall’anonimato e dalla riservatezza di gruppo, che scavano fossati di insoddisfazione e spirito di rivalsa. L’affermarsi, poi,  del rapido  sviluppo di algoritmi espressivi  come ChatGPT mette persino in discussione la funzione docente, che sembra destinata ad essere sostituita dall’intelligenza artificiale.

C’è bisogno urgente di dare priorità al dato innegabile che  la scuola non è solo didattica e servizio specialistico, ma è una comunità di educatori, chiamati ad incontrarsi, capirsi e collaborare, perché  titolari di tre libertà fondamentali: la libertà di insegnamento, la libera scelta educativa delle famiglie, il diritto all’apprendimento degli allievi (legge 59 . 1997 art 21,9). E’ opportuno puntare meno sulle sanzioni, sulle tecnologie e sui supporti psicologici ma rafforzare la qualità delle relazioni, nel  rispetto delle competenze e non ultimo  dei diritti civili e del puntuale rispetto delle procedure democratiche.

–   Gli antichi greci, inventando la democrazia, perseguivano anzitutto l’uguale diritto di prendere la parola durante l’assemblea (isogoria), ma oggi vi è chi si chiede: “che libertà di parlare può avere un  genitore che  nei consigli di classe si trova spesso solo davanti a tutti i docenti del proprio figlio?” Nei consigli si dovrebbero trattare solo argomenti che riguardano tutta la classe, mentre le problematiche del singolo figlio/allievo andrebbero affrontati nei colloqui individuali, quindi il rappresentante delle famiglie dovrebbe essere garantito da ogni possibilità di ricadute sul proprio figlio.

In questo contesto  Il docente orientatore, previsto in  ogni istituto, con compiti di “consentire ai ragazzi di fare scelte in linea con le loro aspirazioni, potenzialità e progetti di vita, … nel rispetto dell’autonomia dei singoli istituti, degli studenti e delle loro famiglie”; potrebbe costituire la figura di riferimento dei rappresentanti dei  genitori nei consigli scolastici, con i quali  definire soluzioni condivise  tra i genitori in difficoltà e i docenti direttamente coinvolti. Allo stesso modo il docente tutor  con compiti di “favorire  il recupero per i ragazzi che manifestano maggiori difficoltà e consentendo a quelli che hanno particolari talenti di potenziarli”, potrebbe essere la figura in grado di farsi carico di chiunque segnali dei disagi, ragazzo, genitore o docente, nel contesto di una comunità autenticamente democratica dove si condividono apertamente  storie e aspettative, per  farne occasione di sviluppo personale e sociale.

–  Nelle società moderne il sistema democratico evita l’esplodere delle violenze in quanto la insoddisfazione e la dissidenza trovano libera espressione nelle piazze e nel segreto  voto elettorale. Nelle scuole dove e come si garantisce la  libera espressione del consenso/dissenso da parte di genitori e studenti, primi destinatari dell’istituzione scolastica servizio scolastico? Eppure in molti servizi, pubblici e privati, si chiede agli utenti di esprimere, dopo ogni prestazione ricevuta, il loro grado di soddisfazione.

A questo proposito nella mozione della Commissione Senatoriale si suggerisce di  riavvicinare  le famiglie, di  riconoscerle come determinanti nella sfida educativa, sfida che  non può essere lasciata solo alla scuola; si propone quindi  che si lavori in sinergia con il tavolo permanente di confronto tra le associazioni dei genitori e le rappresentanze degli studenti.

–  Da sempre, l’esperienza educativa presso tutte le società perseguiva la formazione dell’individuo con il concorso di famiglie e  comunità; nei paesi democratici le istituzioni specialistiche  pubbliche e private,  non possono che mantenere stretti rapporti con famiglie e comunità, pena diventare strumento di potere e condizionamento da parte di  poteri forti o di  governi totalitari.

Senza prevenzione non si risolvono i problemi; le sanzioni non bastano, La scuola non è solo  cura per   bisogni, carenze, emergenze sociali, ma deve continuare ad essere  comunità  concorde nella  realizzazione intellettuale, artistica, morale di ciascuno, attraverso un’esperienza di vita tessuta di relazioni positive fondate sul riconoscimento e rispetto reciproco di ognuno per il perseguimento del pieno sviluppo delle potenzialità di ognuno.

, https://www.orizzontescuola.it/la-democrazia-contrasta-la-violenza-anche-a-scuola/, Lettere in redazione, ,

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.