La carta presidenzialista che tenta il centrodestra

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di Massimo FrancoCosì la coalizione che conta di vincere le elezioni politiche del 2023 cerca di archiviare la stagione dell’unità nazionale Un centrodestra fiducioso di vincere le elezioni politiche del 2023 cerca di archiviare preventivamente il governo di Mario Draghi. Di più: lascia capire che si dovrebbe andare rapidamente verso una repubblica presidenziale. All’unisono, la leader di Fratelli d’Italia e della destra d’opposizione, Giorgia Meloni, e Antonio Tajani di Forza Italia sostengono che sta arrivando la stagione «del presidente del Consiglio eletto dal popolo». Se non è un progetto preciso, suona come uno slogan da proporre a quell’opinione pubblica che vede l’unità nazionale come un’anomalia da chiudere al più presto. Appare anche una risposta indiretta alla scissione del M5S consumatasi su iniziativa del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. E vuole essere un antidoto al movimentismo e alle suggestioni centriste che l’implosione grillina accentua. Quella rottura, con una scelta radicale a favore dell’atlantismo e dell’europeismo incarnati dal premier, tende invece alla creazione di uno spazio moderato, nella convinzione che una prosecuzione dell’«anomalia» si rivelerà inevitabile. Si tratta di una nebulosa composta soprattutto da un ceto politico a caccia di consensi ancora virtuali; e caratterizzata da un trasformismo nel quale spiccano troppi leader e sigle. Ma al fondo c’è il timore che un’uscita di scena di Draghi possa creare contraccolpi seri in termini di credibilità internazionale; e che un centrodestra egemonizzato da Meloni incontrerà diffidenze simili a quelle emerse dopo la vittoria di M5S e Lega nel 2018. Si delinea dunque uno scenario che contrapporrà due modelli di governo e di sistema. Con un’ulteriore incognita, non da poco. Una riforma in senso presidenzialista della Costituzione porterebbe a ridisegnare ruolo e poteri del capo dello Stato. E alla scomposizione del quadro politico si sommerebbe quella istituzionale, rischiosa dopo la prova di impotenza che ha portato alla rielezione in extremis di Sergio Mattarella. Il tema, però, è in primo luogo l’agenda con la quale i partiti chiederanno i voti. Il Piano per la ripresa che Palazzo Chigi sta faticosamente approvando sarà il punto di riferimento di qualunque coalizione. Ma sarà anche quello in base al quale l’Ue e i mercati finanziari giudicheranno l’Italia. Quando Draghi, ieri a Bruxelles, ha accennato a una «comunità politica europea» basata sulla condivisione di alcuni valori, ha toccato uno dei temi sui quali si giocherà questa sfida. È un’idea di Ue ancora allo stato embrionale, che però l’invasione russa dell’Ucraina e la crisi economica potrebbero accelerare: nonostante le resistenze di alcune nazioni nordeuropee. Si tratta di uno sfondo in rapida evoluzione, dunque, del quale non tutti in Italia sembrano ancora consapevoli. 24 giugno 2022 (modifica il 24 giugno 2022 | 21:21) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-06-24 19:22:00, Così la coalizione che conta di vincere le elezioni politiche del 2023 cerca di archiviare la stagione dell’unità nazionale, Massimo Franco

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