Inter, Marotta apre la crisi: «Non siamo abituati, serve un’analisi interna»

di Paolo Tomaselli

La sconfitta contro la Juventus fa male all’Inter. L’a.d. Beppe Marotta: «Troppi gol subiti e quattro sconfitte esterne», fuori casa viaggia peggio di Cremonese, Verona e Samp

Così fa ancora più male, perché l’Inter si era illusa di aver risolto tutti i malanni di inizio stagione e invece no. Nemmeno le ultime tre della classifica, Cremonese, Verona e Samp, hanno preso tanti gol in trasferta come i nerazzurri, ben 16 su 19 complessivi, che fanno della squadra di Inzaghi la sesta peggior difesa. Quanto basta per far tuonare l’ad Beppe Marotta: «Non guardo mai le statistiche, ma in questo caso sì: troppi gol subiti e quattro sconfitte esterne ci devono imporre profonde riflessioni. Siamo l’Inter, non siamo abituati. Serve una analisi interna e un percorso approfondito. In casa abbiamo subito solo 3 gol».

Se si aggiunge la sconfitta interna con la Roma e si tiene conto del calendario che, oltre al Milan, lontano da San Siro ha presentato il conto con Lazio, Udinese e appunto Juve, il dato principale è che l’Inter ha perso tutti gli scontri diretti e fa comunque troppa fatica appena l’asticella si alza o l’avversario è in giornata di grazia, vedi Udine o le vittorie all’ultimo secondo a Lecce e a Firenze.

La squadra di Inzaghi è forte quando è a un passo dal precipizio — lo dimostra anche il cammino nelle coppe — ma la sensazione è che non abbia più la giusta solidità, anche mentale, per gestire certi momenti chiave nel lungo cammino del campionato, un’eredità della gestione Conte che sta svanendo. Se dopo la qualificazione agli ottavi in Champions è subentrato un po’ di appagamento e la partita di Torino non è stata affrontata con il giusto spirito, cioè come se non ci fosse un domani (e in chiave scudetto un domani non c’è più), allora è grave. E le responsabilità dell’allenatore, nonostante gli errori dei vari Barella, Dumfries e Lautaro domenica abbiano pesato tanto, sono evidenti: i cali di tensione e di rendimento che Inzaghi viveva alla Lazio magari tra un exploit e l’altro (non a caso la sua era una squadra che ha vinto due Supercoppe e una Coppa Italia) all’Inter non possono essere la normalità.

Certo l’assenza di Lukaku, che ha influito per un mese e poi è stata magnificamente compensata a ottobre, resta un alibi importante per l’allenatore, soprattutto nelle grandi sfide, quelle per le quali il belga era stato richiamato alla base nerazzurra. Ma le scorie lasciate dalla sconfitta contro una Juve ridotta ai minimi termini, non sono poche: contro il Bologna domani e soprattutto domenica a Bergamo (altra trasferta delicatissima), urgono segnali forti di discontinuità. Perché se da un lato il sorteggio di Champions con il Porto dà la legittima speranza di poter approdare ai quarti, dall’altra parte l’Inter non può fallire un posto tra le prime quattro, quindi banalmente non può continuare a perdere gli scontri diretti. «I limiti della difesa sono inaccettabili — ha detto Marco Tronchetti Provera a La Politica nel Pallone su GrParlamento —. Serve una riflessione seria, in passato era stato un reparto di grande qualità. La sconfitta con la Juve fa male perché l’Inter era in ripresa e in fiducia».

Ci sarebbe da capire anche cosa ne è stato di quella sorta di «patto» sbandierato dai giocatori per ritrovare compattezza e risultati: se vale solo quando l’Inter ha le spalle al muro, allora anche da gennaio in poi sarà una stagione sulle montagne russe. Inzaghi nega che a Torino l’Inter abbia avuto presunzione, cioè che fosse convinta di avere l’avversario in pugno. Fatto sta che la reazione dopo il gol subito per l’errore di Barella che lascia partire Kostic, non c’è stata: «Ci era già capitato in altre partite — ammette il tecnico —. Quando prendi gol soffri il momento e questo non deve accadere: ci siamo allungati e sfilacciati. La squadra risente troppo dell’episodio». Nella bolgia del Camp Nou però era successo l’esatto contrario. Quindi? Forse questa Inter ha il cuore della grande outsider, ma sta perdendo la mentalità di chi deve dominare. Una mutazione molto rischiosa.

8 novembre 2022 (modifica il 8 novembre 2022 | 07:24)

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