All’Europa manca l’Olanda  patria della libertà

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Caro Aldo,

da giovane le letture, i documentari e le frequentazioni di olandesi mi avevano reso appassionatissimo dell’Olanda, al punto di andarci da solo in treno a 15 anni. Mi trovai in un mondo meraviglioso, le persone erano tutte gentili con me e molti di loro parlavano inglese. Purtroppo il tempo passa e le cose cambiano. Ora l’Olanda ha scippato con la frode l’Agenzia del farmaco a Milano, ha cercato di interporsi nelle decisioni sul Recovery, e ora mantenendo un mercato del gas ridicolamente ridotto, penalizza a suo esclusivo vantaggio i Paesi manifatturieri e non dell’Ue su prezzi non distanti dalle borse che trattano ben altri quantitativi, per di più opponendosi al Price Cap europeo, diventando qualcosa di molto simile ad un «Paese canaglia». Purtroppo l’Italia, come accade da anni, è il Paese maggiormente danneggiato. Che fare?

Enrico Comelli

Caro Enrico,

All’Europa oggi manca l’Olanda. Per secoli, i Paesi Bassi (di cui l’Olanda è una provincia) sono stati i custodi della libertà. Chiunque fosse perseguitato per le proprie idee, chiunque non potesse stampare le proprie opere o diffondere il proprio pensiero in patria, trovava tra Amsterdam e Utrecht (la storica città universitaria) una terra d’asilo, un porto sicuro. Una nazione così piccola, da sempre in lotta con la natura e con imperi sproporzionatamente più grandi — prima quello spagnolo, poi quello britannico —, ha dato un grande contributo alla civiltà europea: per fare un solo esempio, gli olandesi da Rembrandt a van Gogh, da Vermeer a Mondrian, da Bosch a de Kooning, da Bruegel a van Dongen sono gli unici che possano reggere il confronto nella pittura con noi italiani. L’Olanda oggi è terra d’asilo per gli europei del Sud e per i giovani arrivati da ogni parte del suo antico impero, dall’Indonesia al Suriname. Ma a Bruxelles si comporta a volte in modo gretto e sleale. È di fatto un paradiso fiscale. Si ostina a non volere un tetto al prezzo del gas, offrendo una sponda alla Germania, pur di non perdere le ricche opportunità speculative offerte dal Ttf, il mercato del gas di Amsterdam. Intendiamoci: l’Europa non è fatta solo dai grandi Paesi fondatori, Germania Francia Italia, oltre alla Spagna, arrivata dopo la morte di Franco, e alla Polonia, giunta dopo il crollo del comunismo. L’Europa è arricchita dalle piccole patrie, dal Portogallo che ha portato la sua lingua e la sua religione in mezzo mondo ai Paesi baltici che hanno retto eroicamente il confronto con l’orso russo. E l’Olanda tra queste piccole patrie è forse la più preziosa. Si può capire che guardi con diffidenza a un Paese come il nostro, che ha troppi debiti e troppa poca gente al lavoro. Ma speculare sulle difficoltà altrui è inaccettabile.

LE ALTRE LETTERE DI OGGI

Storia

«La bottega storica chiude, nessun giovane la vuole»

Chiude a Firenze il laboratorio artigiano del tappezziere Giampaolo Sabbatini, senza aver trovato nessuno che portasse avanti la sua storica attività. Aperta nel 1941, Giampaolo ereditò la bottega da suo padre. Un patrimonio di conoscenze e professionalità che si spenge, privato della possibilità di essere trasmesso ai più giovani, come racconta Sabbatini, perché i vari apprendisti, dopo brevi periodi, hanno lasciato per lavori forse più anonimi e di scarsa responsabilità. Il piccolo locale ha sede niente meno che nel complesso quattrocentesco occupato dall’antica Confraternita, dedicata all’Assunta, dei Battilani, cioè di coloro che battevano la lana appena tosata, e afferente un tempo all’antica Arte della Lana dalla quale nel 1378 i Ciompi, ovvero i salariati addetti alla pettinatura e cardatura, si erano già distaccati con il loro celebre tumulto. Sabbatini ha partecipato ad alcuni allestimenti di mostre a Palazzo Medici Riccardi, alla Fortezza da Basso, alla Palazzina Mangani di Fiesole; ha lavorato per importanti istituzioni fiorentine. Prima di chiudere ha avuto un pensiero: mettere in salvo alcuni manuali di tappezzeria francese che testimoniano come in Francia esista da sempre una tradizione dello studio dell’arte dell’arredo e dove si tenevano addirittura corsi di specializzazione in tappezzeria. La Biblioteca Marucelliana, pertanto, dove si conserva la Sezione dell’Arte Industriale istituita negli ultimi decenni dell’800 ad uso degli studenti delle scuole professionali, li ha accettati in dono a testimonianza di come anche l’artigianato faccia parte della cultura di un popolo.

Luca Faldi, direttore Biblioteca Marucelliana, Firenze

INVIATECI LE VOSTRE LETTERE

Vi proponiamo di mettere in comune esperienze e riflessioni. Condividere uno spazio in cui discutere senza che sia necessario alzare la voce per essere ascoltati. Continuare ad approfondire le grandi questioni del nostro tempo, e contaminarle con la vita. Raccontare come la storia e la cronaca incidano sulla nostra quotidianità. Ditelo al Corriere.

MARTEDI – IL CURRICULUM

Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: le lingue straniere, l’innovazione tecnologica, il gusto del lavoro ben fatto, i mestieri d’arte; parlare cinese, inventare un’app, possedere una tecnica, suonare o aggiustare il violino

Invia il CV

MERCOLEDI – L’OFFERTA DI LAVORO

Diamo spazio a un’azienda, di qualsiasi campo, che fatica a trovare personale: interpreti, start-upper, saldatori, liutai. 

Invia l’offerta

GIOVEDI – L’INGIUSTIZIA

Chiediamo di raccontare un’ingiustizia subita: un caso di malasanità, un problema in banca; ma anche un ristorante in cui si è mangiato male, o un ufficio pubblico in cui si è stati trattati peggio. Sarà garantito ovviamente il diritto di replica

Segnala il caso

VENERDI -L’AMORE

Chiediamo di raccontarci una storia d’amore, o di mandare attraverso il Corriere una lettera alla persona che amate. Non la posta del cuore; una finestra aperta sulla vita. 

Racconta la storia

SABATO -L’ADDIO

Vi proponiamo di fissare la memoria di una persona che per voi è stata fondamentale. Una figlia potrà raccontare un padre, un marito la moglie, un allievo il maestro. Ogni sabato scegliamo così il profilo di un italiano che ci ha lasciati. Ma li leggiamo tutti, e tutti ci arricchiranno. 

Invia la lettera

DOMENICA – LA STORIA

Ospitiamo il racconto di un lettore. Una storia vera o di fantasia. 

Invia il racconto

LA FOTO DEL LETTORE

Ogni giorno scegliamo un’immagine che vi ha fatto arrabbiare o vi ha emozionati. La testimonianza del degrado delle nostre città, o della loro bellezza.

Inviateci le vostre foto su Instagram all’account @corriere

, 2022-10-13 21:36:00,

Caro Aldo,

da giovane le letture, i documentari e le frequentazioni di olandesi mi avevano reso appassionatissimo dell’Olanda, al punto di andarci da solo in treno a 15 anni. Mi trovai in un mondo meraviglioso, le persone erano tutte gentili con me e molti di loro parlavano inglese. Purtroppo il tempo passa e le cose cambiano. Ora l’Olanda ha scippato con la frode l’Agenzia del farmaco a Milano, ha cercato di interporsi nelle decisioni sul Recovery, e ora mantenendo un mercato del gas ridicolamente ridotto, penalizza a suo esclusivo vantaggio i Paesi manifatturieri e non dell’Ue su prezzi non distanti dalle borse che trattano ben altri quantitativi, per di più opponendosi al Price Cap europeo, diventando qualcosa di molto simile ad un «Paese canaglia». Purtroppo l’Italia, come accade da anni, è il Paese maggiormente danneggiato. Che fare?

Enrico Comelli

Caro Enrico,

All’Europa oggi manca l’Olanda. Per secoli, i Paesi Bassi (di cui l’Olanda è una provincia) sono stati i custodi della libertà. Chiunque fosse perseguitato per le proprie idee, chiunque non potesse stampare le proprie opere o diffondere il proprio pensiero in patria, trovava tra Amsterdam e Utrecht (la storica città universitaria) una terra d’asilo, un porto sicuro. Una nazione così piccola, da sempre in lotta con la natura e con imperi sproporzionatamente più grandi — prima quello spagnolo, poi quello britannico —, ha dato un grande contributo alla civiltà europea: per fare un solo esempio, gli olandesi da Rembrandt a van Gogh, da Vermeer a Mondrian, da Bosch a de Kooning, da Bruegel a van Dongen sono gli unici che possano reggere il confronto nella pittura con noi italiani. L’Olanda oggi è terra d’asilo per gli europei del Sud e per i giovani arrivati da ogni parte del suo antico impero, dall’Indonesia al Suriname. Ma a Bruxelles si comporta a volte in modo gretto e sleale. È di fatto un paradiso fiscale. Si ostina a non volere un tetto al prezzo del gas, offrendo una sponda alla Germania, pur di non perdere le ricche opportunità speculative offerte dal Ttf, il mercato del gas di Amsterdam. Intendiamoci: l’Europa non è fatta solo dai grandi Paesi fondatori, Germania Francia Italia, oltre alla Spagna, arrivata dopo la morte di Franco, e alla Polonia, giunta dopo il crollo del comunismo. L’Europa è arricchita dalle piccole patrie, dal Portogallo che ha portato la sua lingua e la sua religione in mezzo mondo ai Paesi baltici che hanno retto eroicamente il confronto con l’orso russo. E l’Olanda tra queste piccole patrie è forse la più preziosa. Si può capire che guardi con diffidenza a un Paese come il nostro, che ha troppi debiti e troppa poca gente al lavoro. Ma speculare sulle difficoltà altrui è inaccettabile.

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Storia

«La bottega storica chiude, nessun giovane la vuole»

Chiude a Firenze il laboratorio artigiano del tappezziere Giampaolo Sabbatini, senza aver trovato nessuno che portasse avanti la sua storica attività. Aperta nel 1941, Giampaolo ereditò la bottega da suo padre. Un patrimonio di conoscenze e professionalità che si spenge, privato della possibilità di essere trasmesso ai più giovani, come racconta Sabbatini, perché i vari apprendisti, dopo brevi periodi, hanno lasciato per lavori forse più anonimi e di scarsa responsabilità. Il piccolo locale ha sede niente meno che nel complesso quattrocentesco occupato dall’antica Confraternita, dedicata all’Assunta, dei Battilani, cioè di coloro che battevano la lana appena tosata, e afferente un tempo all’antica Arte della Lana dalla quale nel 1378 i Ciompi, ovvero i salariati addetti alla pettinatura e cardatura, si erano già distaccati con il loro celebre tumulto. Sabbatini ha partecipato ad alcuni allestimenti di mostre a Palazzo Medici Riccardi, alla Fortezza da Basso, alla Palazzina Mangani di Fiesole; ha lavorato per importanti istituzioni fiorentine. Prima di chiudere ha avuto un pensiero: mettere in salvo alcuni manuali di tappezzeria francese che testimoniano come in Francia esista da sempre una tradizione dello studio dell’arte dell’arredo e dove si tenevano addirittura corsi di specializzazione in tappezzeria. La Biblioteca Marucelliana, pertanto, dove si conserva la Sezione dell’Arte Industriale istituita negli ultimi decenni dell’800 ad uso degli studenti delle scuole professionali, li ha accettati in dono a testimonianza di come anche l’artigianato faccia parte della cultura di un popolo.

Luca Faldi, direttore Biblioteca Marucelliana, Firenze

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Vi proponiamo di mettere in comune esperienze e riflessioni. Condividere uno spazio in cui discutere senza che sia necessario alzare la voce per essere ascoltati. Continuare ad approfondire le grandi questioni del nostro tempo, e contaminarle con la vita. Raccontare come la storia e la cronaca incidano sulla nostra quotidianità. Ditelo al Corriere.

MARTEDI – IL CURRICULUM

Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: le lingue straniere, l’innovazione tecnologica, il gusto del lavoro ben fatto, i mestieri d’arte; parlare cinese, inventare un’app, possedere una tecnica, suonare o aggiustare il violino

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Chiediamo di raccontare un’ingiustizia subita: un caso di malasanità, un problema in banca; ma anche un ristorante in cui si è mangiato male, o un ufficio pubblico in cui si è stati trattati peggio. Sarà garantito ovviamente il diritto di replica

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Chiediamo di raccontarci una storia d’amore, o di mandare attraverso il Corriere una lettera alla persona che amate. Non la posta del cuore; una finestra aperta sulla vita. 

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Vi proponiamo di fissare la memoria di una persona che per voi è stata fondamentale. Una figlia potrà raccontare un padre, un marito la moglie, un allievo il maestro. Ogni sabato scegliamo così il profilo di un italiano che ci ha lasciati. Ma li leggiamo tutti, e tutti ci arricchiranno. 

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Ospitiamo il racconto di un lettore. Una storia vera o di fantasia. 

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Ogni giorno scegliamo un’immagine che vi ha fatto arrabbiare o vi ha emozionati. La testimonianza del degrado delle nostre città, o della loro bellezza.

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, Aldo Cazzullo

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