I rifiuti di Roma spediti sulle navi ad Amsterdam, ma manca il sito di stoccaggio

di Maria Egizia Fiaschetti

Cinquemila tonnellate per carico da Civitavecchia, ognuno costerà 1 milione e 225mila euro. In stiva, però, possono entrare solo scarti pressati e resi inerti, ma Ama non è attrezzata per il trattamento: ci vorranno almeno due mesi

Rifiuti in nave da Civitavecchia ad Amsterdam. Nella corsa a ripulire la città, e in attesa del termovalorizzatore che non sarà operativo prima del 2026, il Comune lavora anche a questa soluzione. Una delle società che si è aggiudicata la gara per smaltire gli scarti è in grado di fornire il servizio tra i più efficaci nell’ottica di ottimizzare tempi e costi. Via mare si possono spedire in Olanda cinquemila tonnellate di tal quale al costo di 225 euro a tonnellata (1 milione e 225 mila euro per ciascun viaggio).

L’o pzione è più competitiva rispetto ad altre tipologie di mezzi e consente di meglio ammortizzare la spesa: su un camion, infatti, si possono stipare soltanto 30 tonnellate a viaggio, 1.200 su un convoglio ferroviario (ma con la guerra i container per il trasporto dei rifiuti tal quali cominciano a scarseggiare e la media con cui vengono evasi gli ordini è di 14 mesi).

Il tragitto via mare, considerato il maggiore carico che si riesce a inviare all’estero, potrebbe portare miglioramenti significativi in una fase in cui permangono ancora forti criticità nella raccolta, ma l’inefficienza logistica di Ama rappresenta un ostacolo: prima di poter prendere il largo gli scarti devono essere pressati, imballati e avvolti in un film che li renda inerti, ma la municipalizzata non ha in dotazione strumenti in grado di effettuare questo trattamento. L’impresa che si è aggiudicata la gara si è offerta di acquistare il macchinario dalla Finlandia e di fornirlo in comodato d’uso gratuito ma, sempre a causa del conflitto in Ucraina, non arriverà prima di un paio di mesi.

Un’altra difficoltà è dovuta alla carenza di siti di stoccaggio, aree di sosta coperte dove tenere le balle di rifiuti fino al raggiungimento del pieno carico (5 mila tonnellate): spedizioni con quantitativi inferiori sarebbero antieconomiche, considerato che tenere ferma la nave ormeggiata al porto di Civitavecchia costa almeno 20mila euro al giorno (per un trasporto si spendono invece tra 300 e 400mila euro).

Dopo aver presentato il Piano rifiuti, e in forze dei poteri commissariali che consentono al sindaco di bypassare l’autorizzazione della Regione, è probabile che già nei prossimi giorni Roberto Gualtieri firmi l’ordinanza per autorizzare i siti stoccaggio istantanei (tra le ipotesi sul tavolo Ponte Malnome, Acilia o un deposito di cassonetti sulla Pontina). «Va individuata al più presto almeno un’area che abbia l’autorizzazione allo stoccaggio istantaneo di 6 mila tonnellate – insiste Francesco Carpano, consigliere comunale di Azione – in modo da poter predisporre le quantità da inviare via nave e via treno fino a quando non sarà pronto il termovalorizzatore. Ama non ha sufficienti aree di trasferenza e questo blocca per ore i camion, che dovrebbero invece svuotare i contenitori di carta e plastica». I cassonetti stracolmi sono l’effetto collaterale di un sistema che non riesce a tenere il passo, con il risultato che su 3.500 tonnellate di rifiuti prodotti ogni giorno ne vengono raccolte tra le 1.200 e le 1.400. Il resto? Si accumula nei recipienti o a terra, con la città ridotta a un parcheggio di immondizia.

6 agosto 2022 (modifica il 6 agosto 2022 | 07:25)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, 2022-08-06 05:31:00, Cinquemila tonnellate per carico da Civitavecchia, ognuno costerà 1 milione e 225mila euro. In stiva, però, possono entrare solo scarti pressati e resi inerti, ma Ama non è attrezzata per il trattamento: ci vorranno almeno due mesi, Maria Egizia Fiaschetti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Exit mobile version