Emergenza rifiuti, ora il prefetto decide su Guidonia e Albano

di Maria Egizia Fiaschetti

Con il via libera di Palazzo Valentini il Comune potrà portare gli scarti nell’impianto situato nel territorio della Città metropolitana che, a pieno regime, potrebbe lavorare fino a 600 tonnellate al giorno. Attesa anche per la riapertura della discarica ai Castelli

Potrebbero essere attivati la prossima settimana due sbocchi essenziali per sanare, almeno in parte, le difficoltà dovute all’incendio del Tmb di Malagrotta.Le soluzioni – la discarica di Albano e il Tmb di Guidonia – sono sul tavolo della Prefettura che a breve potrebbe sciogliere il nodo dell’interdittiva antimafia. Il rischio è che con il protrarsi della situazione a Roma, dove tra i sacchi di rifiuti ammassati in strada rispuntano topi, gabbiani e vipere (avvistate a Castel di Leva), si arrivi a sfiorare l’emergenza sanitaria.

A quattro chilometri da Setteville, al confine con il territorio della Capitale, sorge l’impianto di trattamento meccanico-biologico che, a regime, potrebbe trattare 600 tonnellate al giorno di indifferenziata (in città si producono in media 5 mila tonnellate al giorno di scarti, 3 mila non recuperabili). Se non fosse che a causa di un lungo contenzioso (dal 2015 la questione è stata esaminata dalla Procura di Tivoli, dai Tribunali amministrativi e dalla presidenza del Consiglio dei ministri) la struttura è ferma. Il primo stop è arrivato subito dopo il collaudo a freddo, che serve a testare il funzionamento delle macchine: motivo della contestazione il rilascio dell’autorizzazione ambientale, ritenuta non valida, con conseguente sequestro del Tmb. Il procedimento si è poi risolto con l’assoluzione piena.

Nel 2020 la società è pronta a partire ma via dell’Inviolata, la strada di accesso all’impianto è inservibile: invasa dai rifiuti (una discarica abusiva) e crivellata di buche che alle prime piogge si trasformano in voragini. Il privato presenta un progetto di manutenzione straordinaria, ma il ministero della Cultura esprime parere negativo. Si cerca di superare l’impasse con una nuova proposta: rimuovere l’immondizia e stabilizzare il terreno a proprie spese, ma nel frattempo il sindaco M5S, Michel Barbet, emana due ordinanze con le quali vieta l’accesso dei mezzi pesanti e diffida la società dal toccare i rifiuti (i provvedimenti verranno poi bocciati dal Tar).

La Ambiente Guidonia srl rinnova la richiesta all’ente proprietario, la Città metropolitana, di ripristinare il manto stradale – senza garanzie minime di accessibilità nessuna ditta di trasporti accetterebbe il contratto – e si offre di coprire i costi: basterebbe una settimana per realizzare i lavori necessari a consentire il transito dei camion. Per quanto riguarda il collaudo a caldo, con i rifiuti da trattare e stabilizzare, entro due settimane si potrebbe arrivare a 150-200 tonnellate al giorno, per raggiungere la capacità massima di 600 tonnellate al giorno in cinque-sei mesi. L’ultimo ostacolo da eliminare è l’interdittiva antimafia, sulla quale la società (tra gli azionisti anche le figlie di Manlio Cerroni) ha chiesto alla Prefettura di poter fare chiarezza e confida in una soluzione rapida.

È impantanata nella stessa situazione anche la discarica di Albano che secondo fonti del Campidoglio, una volta ottenuto il via libera di Palazzo Valentini, potrebbe riaprire la prossima settimana. All’inizio di giugno la procura di Velletri ha revocato il sequestro, ma a fare un passo indietro nella riattivazione dell’invaso è stata la società Ecoambiente: nella lettera inviata a tutti gli organi competenti (Regione, Città metropolitana, Comune di Albano, Arpa Lazio, Asl Roma 6 e Ama), l’amministratore delegato, Pierpaolo Lombardi, ha sottolineato la «necessità di chiarire alcuni profili non ancora risolti e inerenti alla legittimità della gestione della discarica»: il riferimento è all’interdittiva antimafia nei confronti della Pontina Ambiente srl che ha poi volturato la concessione al nuovo gestore. Nel frattempo, a complicare il quadro è intervenuto il Comune di Albano con un procedimento per l’adozione di misure restrittive in materia edilizia «in ordine alla realizzazione della pesa a servizio della discarica». Burocrazia, barricate nei territori che non vogliono farsi carico dei rifiuti di Roma, rimpallo di decisioni che tengono al palo la città, sommersa dall’immondizia.

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9 luglio 2022 (modifica il 9 luglio 2022 | 14:41)

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, 2022-07-09 12:42:00, Con il via libera di Palazzo Valentini il Comune potrà portare gli scarti nell’impianto situato nel territorio della Città metropolitana che, a pieno regime, potrebbe lavorare fino a 600 tonnellate al giorno. Attesa anche per la riapertura della discarica ai Castelli, Maria Egizia Fiaschetti

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