I giorni di Fratoianni: Calenda presuntuoso. Io, radicale, parlo a tutti e ho buona educazione

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di Tommaso Labate Calenda considera Fratoianni una discriminante per non allearsi con Letta. Sul suo nome potrebbe inciampare il percorso dell’intera coalizione «Guardi, io sono molto radicale nelle mie idee, e questo me lo riconoscono in tantissimi. Poi c’è un’altra cosa in cui sono radicale, la buona educazione. E questo me lo riconoscono proprio tutti. Non sono come quel presuntuoso di Calenda, che fa l’arrogante con me su Twitter anche di prima mattina. Io con lui ci parlerei volentieri, parlo con tutti, perché credo che la parola di ciascuno, anche di quello con le idee più lontane dalle mie, abbia un valore». Alle dieci di una domenica bollente, Nicola Fratoianni ha la sorte che gli è toccata e che si è scelto da quand’era ragazzino. E cioè trovarsi impelagato in un dedalo inestricabile di riunioni, attivi, assemblee, comitati, esecutivi in cui immerge una linea politica che poi gli ritorna indietro diversa, a volte limata in qualche punto, a volte radicalmente stravolta. Vita di partito, insomma. «Stiamo decidendo», dice a proposito del tema del giorno dentro «Alleanza verdi-sinistra», la ribattezzata «alleanza cocomero» in cui la sua Sinistra italiana ha stretto un patto con Europa verde di Angelo Bonelli. Nel menu c’è un piatto principale: la coalizione col Pd, che però a sua volta è minacciato da Calenda, che considera Fratoianni una discriminante per non allearsi con Letta. Sul suo nome potrebbe inciampare il percorso dell’intera coalizione: «Vedi come siamo messi…», ironizza. E lui, Fratoianni, a 50 anni potrebbe finire a stare dalla stessa parte di personalità come Mariastella Gelmini e Mara Carfagna. «Io, che per molti sarei l’irresponsabile radicale di sinistra, credo che con questa legge elettorale sia necessario uno sforzo collettivo, in nome della Costituzione, per battere questa destra che si presenta al voto col proposito di sfasciare quel patrimonio di diritti che abbiamo costruito. Io sono pronto a fare questo sforzo per un’alleanza tecnica che veda insieme tutti quelli che si oppongono a Meloni e Salvini. Se poi invece qualcuno viene a dirmi che per stare dentro bisogna firmare sotto un programma in cui c’è scritto “agenda Draghi”, allora facciamo subito. Noi non firmiamo e ciascuno per la sua strada». La cadenza di Fratoianni è la spia di uno strano melting pot nazionale: figlio di genitori molisani, nato e cresciuto a Pisa, si è fatto le ossa in politica in Puglia, dov’era l’enfant prodige della vecchia Rifondazione comunista del pacifismo a oltranza, di lotta (nelle piazze) ma anche di governo (in Regione con Vendola). È deputato dal 2013, «e sinceramente non ho mai pensato al mio futuro personale, altrimenti non avrei fatto la scelta di stare all’opposizione, da ultimo di Draghi. Vedo che Calenda va dicendo che si allea con la sinistra solo se ha la garanzia che io non venga candidato in un collegio uninominale, dove potrei essere eletto anche grazie ai voti suoi. Per me va benissimo, sono sempre stato candidato al proporzionale ed eletto coi voti nostri e facendo i conti con le nostre percentuali e basta. Ci sto! Ma lui è disposto a fare la stessa cosa?». C’è stato un tempo in cui blog e siti internet si soffermavano sulla sua somiglianza con Riccardo Scamarcio, che col tempo si è un po’ affievolita. L’unica cosa rimasta da sempre, dice lui, «sono idee e principi a cui non ho mai derogato. Aumenti di spese militari non ne ho votati mai e non ne voto, compromessi al ribasso sui diritti non ne ho mai fatti e non ne faccio». Fratoianni viene reclamato dal vociare di persone della «lista cocomero». La riunione ricomincia. È la sorte che gli è toccata e che si è scelto. 31 luglio 2022 (modifica il 31 luglio 2022 | 23:39) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-07-31 21:40:00, Calenda considera Fratoianni una discriminante per non allearsi con Letta. Sul suo nome potrebbe inciampare il percorso dell’intera coalizione, Tommaso Labate

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