‘Ho un marito, due figli e un amore (11 anni più giovane): devo ancora rinunciare a me?’ La posta di Gramellini

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di Massimo Gramellini

«Mio padre mi ha molestata, in età adolescenziale. Mi sono sposata un po’ per amore, un po’ per scappare. Ora sono piena di rabbia, e innamorata. Ci sarà un giorno anche per me?

Questa è la rubrica della posta del cuore curata per «7 » da Massimo Gramellini. Il 7 di Cuori è la carta che indica la seconda possibilità, l’occasione che si ripresenta, l’opportunità di portare a termine qualcosa rimasto incompiuto. Per noi è l’invito a ricominciare, a partire alla riscossa, accettando e assecondando il cambiamento. In quale direzione? Vogliamo aiutarvi a sceglierla: scrivete a 7dicuori@rcs.it

Caro Massimo,

la mia sofferenza arriva da molto lontano. Dal giorno in cui mio padre, in età adolescenziale, mi ha molestata. Ho vissuto per decenni con questa angoscia tenuta nascosta dentro di me perché la vergogna non mi consentiva di confidarmi. Poi mi sposo, un po’ per amore, un po’ per scappare da quella casa. A quarant’anni inizio le mie prime sedute dallo psicologo. La rabbia ancora impera nel mio cuore. Solo dopo qualche tempo confido tutto a mio marito e a mia sorella. Anche lei molestata, ma dice di non ricordare bene. La mia vita di coppia è uno strazio, mi innamoro dell’uno e dell’altro, ma solo platonicamente. A Pasqua di quest’anno ho una lite furiosa con mio padre per difendere mia sorella. Finisce che lui inveisce contro di me e mi strattona. Io lo minaccio di confessare tutto.

«DA QUEL GIORNO, QUANDO AVEVO 13 ANNI, NON SO COSA VOGLIA DIRE AMARE… LA “ME” CHE PER ANNI HA VISSUTO IN UN ANGOLO PER DARE SPAZIO ALLE ESIGENZE ALTRUI NON VUOLE PIÙ ASPETTARE»

Da quel giorno non voglio andare più a trovare mia madre, che adesso è disabile, con mio marito è un disastro e credo di essermi innamorata di un mio collega di undici anni più giovane! La “me” che per anni ha vissuto in un angolo per dare spazio alle esigenze altrui non vuole più aspettare. Lui per il momento non vuole cedere (gli ho parlato, convinta che provasse gli stessi sentimenti), però io continuo a pensarlo. Sarà un modo per esorcizzare il mio dolore? Un marito, due figli di cui una maggiorenne: devo rinunciare a me? Per una persona senza futuro? Inoltre, sarà vero amore? Perché da quel giorno a soli 13 anni non so cosa voglia dire Amare! Ci sarà un giorno anche per me?

Cinzia

CERTO CHE CI SARÀ QUEL GIORNO,

Cinzia. Ma te lo dovrai conquistare da sola, perché la felicità e la libertà non si pretendono né si elemosinano. Nemmeno quando, come nel tuo caso, ci sentiamo pesantemente in credito col destino. Hai patito il più aberrante degli oltraggi e mi asterrò da ogni commento su tuo padre, dato che mi vengono in mente solo parole impubblicabili. Sarebbe lui, e solo lui, a dover provare vergogna per ciò che ha fatto, non tu che ne sei stata la vittima. Ma il lascito di quella fosca vicenda è anche nell’abito mentale che ti ha lasciato addosso. La violenza subìta ti ha tolto la convinzione di poter essere padrona del tuo destino. Ti sei sposata per scappare da una famiglia diventata invivibile e adesso cerchi un amore che ti aiuti a scappare dalla famiglia creata da te.

L’INNAMORAMENTO RISCHIA DI DIVENTARE UNA SCORCIATOIA, UN TRUCCO, UNA FINZIONE PER NON RISOLVERE I PROBLEMI VERI, NELL’ILLUSIONE CHE SARÀ L’AMORE DI QUALCUN ALTRO A RISOLVERLI

Hai bisogno di sostegno, questo è sicuro, ma il sostegno di un professionista che ti accompagni in un percorso di consolidamento del tuo carattere. Non mi stancherò mai di ripeterlo (anche a me stesso): quando stai male con te, persino l’innamoramento rischia di diventare una scorciatoia, un trucco, una finzione per non risolvere i problemi veri, nell’illusione che sarà l’amore di qualcun altro a risolverli. Purtroppo, quella pulsione si rivela quasi sempre un inganno, anzi un autoinganno che adesso va di moda definire “amore tossico”. Ma a una persona che vede male, che cosa consiglieresti? Di dare la mano al primo che passa o di andare dall’oculista per mettersi un paio di occhiali?

Perdere un genitore da bambini e aver paura di perdere altri

Caro Massimo,

ho perso il padre a 11 anni e da allora la vita è andata avanti come tu puoi ben sapere. Ora di anni ne ho 54, ho tre figlie, un marito che amo e che mi ama. Ma la paura di perderli a volte si fa grande e prevaricante. Sono medico e di situazioni difficili ne conosco ogni giorno qualcuna, ma la ricetta per evitarle non c’è. La ricetta per sopportarle vorrei mi venisse prescritta da altri. Sembra di essere pazza a pensare ad una perdita prima di provarla, ma sono consapevole che la vita è una continua perdita fin dall’inizio. Si perde sempre: la giovinezza, la salute, la memoria, la famiglia che va per conto suo, l’efficienza, la voglia di fare, la vita. Come accettare?

Bina

CARA BINA,

sono alcuni milioni di anni che i filosofi riflettono sui dilemmi della condizione umana e nessuno pare essere arrivato a una risposta soddisfacente. Forse perché questa risposta non c’è, almeno a livello razionale. I religiosi e i mistici ti direbbero che, se nel momento in cui nasci cominci a morire, nel momento in cui muori ricominci a nascere. Ma è ovvio che per chi crede solo nella materia e in ciò che può essere percepito dai cinque sensi, la vita coincida con l’apparato psicofisico, il quale è soggetto a deterioramento inesorabile. Come accettarlo? Ah, Bina, è difficilissimo. A me sta aiutando molto la cosiddetta “mindfulness”, cioè lo sforzarsi di restare concentrati nel momento presente, l’unico che si sottrae alla dittatura del tempo. Perché il presente non passa, il presente è. Sempre. Sempre diverso, e per altri versi sempre uguale. Il passato e il futuro non esistono, sono proiezioni che la nostra mente compie nel presente. Mi fermo qui, perché si tratta di temi complessi e soprattutto non spiegabili a parole. Bisogna viverli, rinunciando alla presunzione di voler capire e accontentandosi di “sentire”.

21 agosto 2022 (modifica il 21 agosto 2022 | 14:50)

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, 2022-08-21 13:12:00, «Mio padre mi ha molestata, in età adolescenziale. Mi sono sposata un po’ per amore, un po’ per scappare. Ora sono piena di rabbia, e innamorata. Ci sarà un giorno anche per me?, Massimo Gramellini

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