Hayden Christensen: «Torno ad essere Darth Vader: in lui c’è tutta la complessità umana»

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di Chiara Maffioletti

L’attore canadese protagonista nella nuova serie disponibile su Disney + «Obi-Wan Kenobi»: «Non escludo di tornare a vestire i panni del mio malvagio in futuro»

Nel 2000, George Lucas scelse tra più di milleseicento candidati — alcuni dei quali piuttosto famosi — un giovane attore canadese per uno dei ruoli più iconici della storia del cinema, quello di Anakin Skywalker, meglio conosciuto anche dai non devoti alla saga di Star Wars come il cattivissimo Darth Vader. Ora, vent’anni dopo Star Wars Episodio II: l’attacco dei cloni e diciassette dopo Star Wars Episodio III: la vendetta dei Sith, Hayden Christensen torna a incarnare il lato oscuro della forza nella nuova serie, disponibile su Disney +, Obi-Wan Kenobi . L’attore, che oggi ha 41 anni, ha confidato di vivere questo ritorno in una galassia lontana lontana come un dono: «Così posso approfondire un personaggio che mi ha dato moltissimo», spiega. La storia, nella serie, inizia dieci anni dopo i drammatici eventi dell’ultimo film in cui Obi-Wan Kenobi (interpretato anche nella serie da Ewan McGregor) ha affrontato la sua più grande sconfitta: la caduta del suo migliore amico e apprendista Jedi, Anakin Skywalker, che è passato a guidare le schiere del Male, diventando il malvagio Signore dei Sith, Darth Vader.

Cosa ama più del suo personaggio?

«Quello che più amo di lui sono i cambiamenti a cui dà vita. E’ sempre estremo nelle sue manifestazioni e questo mi entusiasma. Mi ricordo che è stato il mio primo pensiero già quando ho fatto i casting per avere questa parte. Certo, ero emozionato perché si trattava della saga di Star Wars, ma come attore ero molto preso dall’idea di dare vita a un personaggio che parte come buono e poi lo devi accompagnare dal lato opposto, quello del male».

Quale è stata la sfida più grande?

«Raccontare questo cambiamento in modo credibile. Perché succede? Come avviene la trasformazione? Il fatto che tutto sia così comprensibile è parte del genio di George Lucas, che ha descritto il processo in una maniera tanto circostanziata. Infatti alla fine, nonostante sia un malvagio, finisci anche per simpatizzare un po’ con lui».

Come mai?

«Perché se è vero che sì, avrebbe potuto fare scelte migliori, lo è altrettanto che sono state anche le circostanze a portarlo dove è. Ci sono delle redenzioni, poi delle ricadute. È un personaggio molto complesso ed è quello che più amo di lui».

Cosa l’ha convinta a tornare a interpretarlo?

«Quando ho letto il copione sono rimasto impressionato. Di certo ero davvero emozionato per questa opportunità e avevo continuato negli anni ad approfondire questo ruolo, documentandomi, leggendo. In questa serie però vengono esplorati degli aspetti che non erano mai stati approfonditi finora».

Ad esempio?

«La sua discesa negli abissi. Si tratta di un momento preciso e molto interessante della sua vita. Inoltre, è un passaggio molto potente perchè lascia spazio a tutta la negatività, la rabbia e la sofferenza del mio personaggio. Ci sono un sacco di implicazioni».

Che effetto le ha fatto tornare a indossare la maschera nera di Darth Vader?

«È sempre piuttosto impressionante. Come, mi rendo conto, lo è anche per le persone che mi vedono sul set, come se quando compaio così avessero un’istintiva reazione di genuina paura. Anche solo indossare quel costume, insomma, è stato incredibile».

Un altro momento da ricordare?

«Quando ho rivisto Obi Wan-Kenobi. Con Ewan siamo rimasti molto uniti ma non ci vedevamo da tempo e ritrovarlo col suo personaggio è stato straordinario. Insieme ci divertiamo molto. E tutti e due crediamo che non potevamo non accettare di fare questa serie: lo dovevamo a tutti i fan della saga che l’aspettavano, nel mondo».

La serie si basa sul rapporto tra questi due personaggi.

«C’è così tanta storia tra loro e sono quasi collegate le loro azioni, le loro storie. Qui, inoltre, si mette in luce come la loro storia si è evoluta nel tempo, come è cambiato il loro rapporto. Per me forse la cosa più bella è stata proprio tornare a recitare con Ewan, onorando quello che è stato ma proponendo al contempo qualcosa di fresco».

Una serie di fantascienza può parlare di qualcosa che riguarda anche chi la segue?

«Io credo che parli tantissimo di ognuno di noi. C’è un dualismo e un conflitto interiore dentro il mio personaggio che è in fondo il racconto delle sofferenze che si attraversano per stabilire quale sia la nostra identità. Continuare il mio viaggio nel personaggio mi permette di proseguire la ricerca. Inoltre, quando indosso quel costume così iconico mi ricordo tutto di come ero quando ero più giovane e mi sono avvicinato per la prima volta a questo universo».

Pensa che potrebbe continuare a esplorarlo in futuro?

«Sono aperto all’idea, mi piace che la storia si continui ad espandere. E mi piacerebbe poter continuare il mio lavoro con lui».

30 maggio 2022 (modifica il 30 maggio 2022 | 23:23)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, 2022-05-30 21:23:00,

di Chiara Maffioletti

L’attore canadese protagonista nella nuova serie disponibile su Disney + «Obi-Wan Kenobi»: «Non escludo di tornare a vestire i panni del mio malvagio in futuro»

Nel 2000, George Lucas scelse tra più di milleseicento candidati — alcuni dei quali piuttosto famosi — un giovane attore canadese per uno dei ruoli più iconici della storia del cinema, quello di Anakin Skywalker, meglio conosciuto anche dai non devoti alla saga di Star Wars come il cattivissimo Darth Vader. Ora, vent’anni dopo Star Wars Episodio II: l’attacco dei cloni e diciassette dopo Star Wars Episodio III: la vendetta dei Sith, Hayden Christensen torna a incarnare il lato oscuro della forza nella nuova serie, disponibile su Disney +, Obi-Wan Kenobi . L’attore, che oggi ha 41 anni, ha confidato di vivere questo ritorno in una galassia lontana lontana come un dono: «Così posso approfondire un personaggio che mi ha dato moltissimo», spiega. La storia, nella serie, inizia dieci anni dopo i drammatici eventi dell’ultimo film in cui Obi-Wan Kenobi (interpretato anche nella serie da Ewan McGregor) ha affrontato la sua più grande sconfitta: la caduta del suo migliore amico e apprendista Jedi, Anakin Skywalker, che è passato a guidare le schiere del Male, diventando il malvagio Signore dei Sith, Darth Vader.

Cosa ama più del suo personaggio?

«Quello che più amo di lui sono i cambiamenti a cui dà vita. E’ sempre estremo nelle sue manifestazioni e questo mi entusiasma. Mi ricordo che è stato il mio primo pensiero già quando ho fatto i casting per avere questa parte. Certo, ero emozionato perché si trattava della saga di Star Wars, ma come attore ero molto preso dall’idea di dare vita a un personaggio che parte come buono e poi lo devi accompagnare dal lato opposto, quello del male».

Quale è stata la sfida più grande?

«Raccontare questo cambiamento in modo credibile. Perché succede? Come avviene la trasformazione? Il fatto che tutto sia così comprensibile è parte del genio di George Lucas, che ha descritto il processo in una maniera tanto circostanziata. Infatti alla fine, nonostante sia un malvagio, finisci anche per simpatizzare un po’ con lui».

Come mai?

«Perché se è vero che sì, avrebbe potuto fare scelte migliori, lo è altrettanto che sono state anche le circostanze a portarlo dove è. Ci sono delle redenzioni, poi delle ricadute. È un personaggio molto complesso ed è quello che più amo di lui».

Cosa l’ha convinta a tornare a interpretarlo?

«Quando ho letto il copione sono rimasto impressionato. Di certo ero davvero emozionato per questa opportunità e avevo continuato negli anni ad approfondire questo ruolo, documentandomi, leggendo. In questa serie però vengono esplorati degli aspetti che non erano mai stati approfonditi finora».

Ad esempio?

«La sua discesa negli abissi. Si tratta di un momento preciso e molto interessante della sua vita. Inoltre, è un passaggio molto potente perchè lascia spazio a tutta la negatività, la rabbia e la sofferenza del mio personaggio. Ci sono un sacco di implicazioni».

Che effetto le ha fatto tornare a indossare la maschera nera di Darth Vader?

«È sempre piuttosto impressionante. Come, mi rendo conto, lo è anche per le persone che mi vedono sul set, come se quando compaio così avessero un’istintiva reazione di genuina paura. Anche solo indossare quel costume, insomma, è stato incredibile».

Un altro momento da ricordare?

«Quando ho rivisto Obi Wan-Kenobi. Con Ewan siamo rimasti molto uniti ma non ci vedevamo da tempo e ritrovarlo col suo personaggio è stato straordinario. Insieme ci divertiamo molto. E tutti e due crediamo che non potevamo non accettare di fare questa serie: lo dovevamo a tutti i fan della saga che l’aspettavano, nel mondo».

La serie si basa sul rapporto tra questi due personaggi.

«C’è così tanta storia tra loro e sono quasi collegate le loro azioni, le loro storie. Qui, inoltre, si mette in luce come la loro storia si è evoluta nel tempo, come è cambiato il loro rapporto. Per me forse la cosa più bella è stata proprio tornare a recitare con Ewan, onorando quello che è stato ma proponendo al contempo qualcosa di fresco».

Una serie di fantascienza può parlare di qualcosa che riguarda anche chi la segue?

«Io credo che parli tantissimo di ognuno di noi. C’è un dualismo e un conflitto interiore dentro il mio personaggio che è in fondo il racconto delle sofferenze che si attraversano per stabilire quale sia la nostra identità. Continuare il mio viaggio nel personaggio mi permette di proseguire la ricerca. Inoltre, quando indosso quel costume così iconico mi ricordo tutto di come ero quando ero più giovane e mi sono avvicinato per la prima volta a questo universo».

Pensa che potrebbe continuare a esplorarlo in futuro?

«Sono aperto all’idea, mi piace che la storia si continui ad espandere. E mi piacerebbe poter continuare il mio lavoro con lui».

30 maggio 2022 (modifica il 30 maggio 2022 | 23:23)

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, Chiara Maffioletti

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