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Guerra Russia-Ucraina, due soldati britannici prigionieri dei russi chiedono uno scambio con Medvedchuk, l’oligarca catturato da Kiev

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di Marco Imarisio

Tra propaganda e brandelli di verità difficili da decifrare, cosa sappiamo degli appelli dei soldati inglesi Aiden Aslin e Shaun Pinner (che combattevano in Ucraina come volontari) e di quello dell’oligarca filorusso catturato giorni fa dalle forze di Kiev

I soldati Shaun Pinner del Bedfordshire e Aiden Aslin del Nottinghamshire sono diventati i protagonisti delle televisioni russe. Ormai da ventiquattro ore, dopo essere stati fatti prigionieri, i due militari inglesi, volontari arruolati nella trentaseiesima brigata dei Marines d’Ucraina che combattono a Mariupol, vengono esibiti a reti unificate come un prezioso trofeo di guerra da una propaganda che finora non aveva quasi mai messo l’accento sulla cattura di membri dell’esercito di Kiev.

La loro presenza nel Donbass viene descritta come la prova delle infiltrazioni occidentali in quella regione, e i due soldati vengono presentati come il simbolo della bontà delle teorie del Cremlino, secondo le quali il Regno Unito e gli Stati Uniti, che vengono considerati come un’unica entità, stanno giocando sporco.

I due cittadini inglesi, come precisa il Foreign Office, sono andati a combattere in Ucraina per libera scelta individuale. Il quarantottenne Pinner si era trasferito quattro anni fa con la moglie. La coppia viveva a Donetsk. Lo scorso gennaio era stato intervistato dal Mail. «Sono pronto a difendere la mia famiglia e la mia città adottiva». Aveva anche parlato del timore di essere catturato, prefigurando in qualche modo quel che sta avvenendo. «Se ci faranno prigionieri, i russi ci tratteranno in modo diverso, perché siamo inglesi. Questo pensiero è un chiodo fisso nella mia testa. Ma combatteremo comunque». Aslin, 27 anni, aveva combattuto nel 2015 nel Rojava, il territorio conteso nel nord della Siria, arruolato nella milizia curda YPG. Era diventato il primo Foreign fighter inglese a essere accusato di terrorismo da Scotland Yard. Dopo essere stato scagionato, era tornato in Siria nel 2016. Lo scorso 12 aprile ha scritto sul suo account Twitter di essere costretto ad arrendersi insieme ai suoi commilitoni. «Non abbiamo più munizioni, e non riusciamo a lasciare Mariupol» . Nei filmati diffusi dalla televisione russa viene ripetutamente insultato con l’epiteto di mercenario. È apparso sanguinante e malconcio, con un’ampia ferita alla testa e le mani gonfie. Biascicava. Il Telegraph sostiene che, in un video registrato poco prima della sua cattura, non avesse alcuna lesione.

I due soldati inglesi, precisa il Foreign Office, sono andati a combattere in Ucraina per libera scelta individuale (Pinner vive nel Donbass ormai da sei anni). Ora sono diventati pedine di scambio. Nella loro ultima apparizione televisiva, vengono fatti recitare all’unisono un appello, non si quanto volontario, a Boris Johnson, nel quale chiedono al loro primo ministro di farsi garante di un baratto con l’oligarca ucraino Viktor Medvedchuk, il leader dell’opposizione filorussa in Ucraina catturato nei sobborghi di Kiev la settimana scorsa dopo essere evaso dagli arresti domiciliari ai quali era costretto dall’inizio dello scorso maggio.

Anche lui, ex proprietario di tre reti televisive, fondatore del principale partito di opposizione, è stato esibito con una certa enfasi dai media ucraini. La sua foto in manette, con indosso una mimetica, ha fatto il giro del mondo, accompagnata dai messaggi trionfali dello stesso presidente Volodymyr Zelensky, che aveva proposto uno scambio tra Medvedchuck, suo principale avversario politico e amico personale di Vladimir Putin, e alcuni soldati ucraini.

Il Cremlino aveva dato una risposta quasi irridente, sostenendo che l’oligarca non è cittadino russo, che le sue idee politiche erano sempre state “in chiaro”. Un modo per dire che le accuse nei suoi confronti di avere tramato per sovvertire il governo di Kiev erano false, e che ormai Medvedchuk, che all’inizio della guerra era stato anche considerato come possibile capo di un eventuale governo-fantoccio, era bruciato. Nei giorni scorsi la moglie Oksana Marchenko, conduttrice televisiva di una certa notorietà, aveva indirizzato a Zelensky e al presidente turco Erdogan un appello video nel quale definiva suo marito «un puro e semplice prigioniero politico che ha sempre agito alla luce del sole senza violare alcuna legge».

Adesso, lo scambio viene riproposto con attori diversi. Sono i separatisti del Donbass a chiederlo, facendo appello al governo inglese. Un modo per saltare del tutto sia Mosca che Kiev.

L’unica cosa che appare chiara è come non fosse del tutto vero il disinteresse del Cremlino per la sorte di Medvedchuk, anche se la risposta negativa all’inusuale richiesta di Zelensky era sembrata quasi obbligata. Tra reciproche operazioni di propaganda e brandelli di verità difficili da decifrare, intorno alla figura e alla sorte dell’oligarca ucraino invece si sta giocando una partita oscura, con molti conti da regolare. Che non riguardano tanto il futuro di questo conflitto tra Russia e Ucraina, ma il suo passato recente.

18 aprile 2022 (modifica il 18 aprile 2022 | 18:21)

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, 2022-04-18 21:02:00, Tra propaganda e brandelli di verità difficili da decifrare, cosa sappiamo degli appelli dei soldati inglesi Aiden Aslin e Shaun Pinner (che combattevano in Ucraina come volontari) e di quello dell’oligarca filorusso catturato giorni fa dalle forze di Kiev , Marco Imarisio

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