Grosseto-Siena, viaggio nei collegi: radici consumate e agende polverose, il vero avversario è l’astensione

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verso le elezioni 15 settembre 2022 – 07:19 Isolamento, agricoltura, laguna: qui i problemi sono i soliti, ci vorrebbe un governo più stabile per affrontarli e risolverli di Mario Lancisi Tappa prima: partecipazione a Grosseto alla manifestazione dell’Anpi «Mai più fascisti» contro la festa di Casapound in Maremma. Seconda: visita a Niccioleta, comune di Massa Marittima, dove il 13-14 giugno 1944 ci fu un eccidio nazifascista e 83 minatori furono trucidati in seguito ad un’ordinanza firmata da Giorgio Almirante, capogabinetto dell’allora ministro Ferdinando Mezzasoma. Infine, Pitigliano dove c’è un’importante e radicata comunità ebraica. Tre tappe che indicano il profilo identitario della campagna elettorale con cui Enrico Rossi, 64 anni, presidente della Regione fino ad ottobre 2020, candidato del centrosinistra, sfida Fabrizio Rossi, 47 anni, avvocato, coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, vicesindaco di Grosseto, candidato invece del centrodestra. Teatro della sfida: il collegio Grosseto-Siena, uno dei più grandi della Toscana. Due province, 374.700 elettori, 62 Comuni, di cui i tre più con più elettori sono Grosseto (63.444), Siena (41.738) e Poggibonsi (21.999) mentre quelli con meno elettori risultano Montieri (709), Seggiano (694) e Radicondoli (672). Due anni fa alle regionali a Siena il centrosinistra conquistò il 52,6% di voti, di cui il 6,8 lo ottenne Italia Viva, mentre il centrodestra si fermò al 37,4%. Risultato inverso nella circoscrizione di Grosseto con il centrodestra al 47,7% e il centrosinistra al 42%. Alle elezioni politiche del 2018 il candidato del centrodestra Mario Lolini superò per 15 mila voti lo sfidante dei Democratici Leonardo Marras, che a sua volta prese poco più di duemila voti in più di Caterina Orlandi del Movimento 5 Stelle, terzo incomodo tra destra e sinistra. A Siena l’ex ministro Pier Carlo Padoan superò il leghista Claudio Borghi: 36,17 % contro 32,27%, seimila voti di scarto. Terzo incomodo, anche in quella elezione, i grillini con il 22,39% di voti. Osserva Alessandro Antichi, ex sindaco di Grosseto ed ex consigliere regionale, uno che di campagne elettorali se ne intende: «Ogni candidato parla al proprio elettorato. In realtà la lotta è contro l’astensione». Forse anche per questo l’ex governatore, che si è dato come slogan «Il futuro dalle buone radici», punta a far uscire di casa il popolo rosso rintanato nell’astensionismo. Recupero delle radici rosse contro quelle a cui si ricollega la storia politica dell’altro Rossi. Chi la spunterà in un collegio che gli esperti hanno definito «contendibile»? Ancora Antichi: «Fabrizio Rossi è già praticamente eletto nel proporzionale. Enrico Rossi non ha paracadute. Si impegna di più, ma la tendenza nazionale non lo aiuta. E molti a sinistra votano Renzi oppure si astengono». Ecco l’insidia maggiore per l’ex governatore: il terzo polo di Renzi e Calenda. Che qui schiera il senese Stefano Scaramelli, 46 anni, capogruppo di Italia Viva in Consiglio regionale, che nel 2020 contribuì con il 6,8% di voti alla vittoria di Eugenio Giani su Susanna Ceccardi nella circoscrizione di Siena. Anche se, a sua volta, il polo di centro deve guardarsi dal M5S in ripresa che qui candida Luca Giacomelli, giovane agricoltore di Orbetello. Altri candidati: l’ex assessore regionale e parlamentare di Rifondazione Salvatore Allocca (Unione popolare), Federico Celentano (Italexit), Roberta Fabbri (Ancora Italia), Claudio Cresti (Pci) e Gianni Tizzanini (Alternativa per l’Italia). L’agenda dei temi? Sapore stantìo delle promesse e delle opere mai realizzate. Così li elenca la storica Luciana Rocchi: la viabilità (Grosseto-Fano incompleta, Tirrenica), la Ferrovia, la questione demografica (età media altissima, nel capoluogo emorragia di giovani), la mancanza di lavoro, l’agricoltura, le emergenze ambientali (ad esempio Orbetello, con laguna che boccheggia ogni anno e l’invasione degli insetti). E via snocciolando, di tema in tema. Le fa eco l’imprenditore Gianni Lamioni: «Il prezzo dell’energia è il primo tema, sta mettendo in ginocchio le imprese. Poi il superbonus 110, che deve proseguire facilitando la cessione del credito. Servono date certe di inizio lavori per l’adeguamento dell’Aurelia e la realizzazione della Due Mari». Chiude Riccardo Breda, presidente della Camera di commercio: «I problemi sono i soliti. Ci vorrebbero governi più stabili per risolverli». Così la Toscana del sud, isolata dal resto della regione e del Paese chiede soprattutto «un nuovo governo stabile», conclude Breda. Più che un’agenda, un augurio. (5. continua) La newsletter Se vuoi restare aggiornato sulle notizie di Firenze iscriviti gratis alla newsletter del Corriere Fiorentino. Arriva tutti i giorni direttamente nella tua casella di posta alle 12. Basta cliccare qui 15 settembre 2022 | 07:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-09-15 05:20:00, Isolamento, agricoltura, laguna: qui i problemi sono i soliti, ci vorrebbe un governo più stabile per affrontarli e risolverli,

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