Gramellini: «Lasciare marito e amante? Prova a tenerli (finché riesci). L’amore è noia e gioia»

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di Massimo Gramellini

«Mio marito è la stabilità, il collega donnaiolo è il brivido: quando non ci vediamo, non mi manca», scrive una lettrice a Massimo Gramellini. Ecco la sua risposta per «7 di cuori» (7dicuori@rcs.it)

Questa è la rubrica della posta del cuore curata per «7 » da Massimo Gramellini. Il 7 di Cuori è la carta che indica la seconda possibilità, l’occasione che si ripresenta, l’opportunità di portare a termine qualcosa rimasto incompiuto. Per noi è l’invito a ricominciare, a partire alla riscossa, accettando e assecondando il cambiamento. In quale direzione? Vogliamo aiutarvi a sceglierla: scrivete a 7dicuori@rcs.it

Caro Massimo,

sposata con un uomo che amo e a cui sono legata dai tempi del liceo, premuroso ed equilibrato, abbiamo due bambine. Al lavoro c’è un collega più giovane di me, affascinante, libero (vola di fiore in fiore), donnaiolo, esperto di cose da donne (dalla lingerie ai sex toys). Nelle trasferte di lavoro che di tanto in tanto ci capitano, qualche volta siamo finiti a letto. Sono certa che accadrà di nuovo. Mio marito è la stabilità, la certezza, il padre ideale per le nostre figlie, l’uomo con cui vorrei passare il resto della mia vita. Il collega donnaiolo è il brivido del proibito: con lui ho sperimentato un rapporto a tre e vari giochi sessuali in seguito entrati a far parte della vita di coppia con mio marito. Ma quando non ci vediamo, non mi manca. So già che mi dirai di abbandonarli tutti e due. E invece penso che sarebbe la cosa peggiore. I miei due uomini si completano a vicenda. Sto bene così.

Alessia

ALESSIA CARA,

ignoro da dove vengano le tue certezze: «So già che mi dirai di abbandonarli tutti e due». E perché mai dovrei dirtelo? Forse l’ho suggerito in passato ad altre lettrici, che però si trovavano in situazioni molto diverse dalla tua. Erano in crisi col marito e avrebbero voluto sostituirlo con un amante che però tentennava oppure si rivelava fin troppo simile al titolare. Tu invece hai un marito con cui stai bene, ma che non ti basta sessualmente. Hai bisogno di brividi continui e fantasie sfrenate che una relazione di lunga durata onestamente non può più garantirti. Io distinguo sempre le emozioni dai sentimenti. Le prime sono intense ma transitorie, mentre i secondi fanno meno rumore e però scavano in profondità.

SEMBRI AVERE TROVATO LA FORMULA MAGICA PER TENERE TUTTO INSIEME, EMOZIONE E SENTIMENTO, SESSO E AMORE, PASSIONE E STABILITÀ. NON TI GIUDICO, NON TI BIASIMO, NON TI INVIDIO. TI METTO SOLO IN GUARDIA…

«L’amore è fatto di gioia ma anche di noia», cantava Eugenio Finardi in una splendida canzone della mia adolescenza. Tu sembri avere trovato la formula magica per tenere tutto insieme, emozione e sentimento, sesso e amore, passione e stabilità. Non ti giudico, non ti biasimo, non ti invidio. Ti metto solo in guardia: la vita si muove di continuo e gli equilibri prima o poi si spezzano. Basta che cambi uno qualunque degli elementi della tua formula: che tuo marito scopra l’esistenza dell’altro, che l’altro si innamori di qualcun’altra o che tu scopra che anche tuo marito ha un’amante. Insomma, comprendo che per ora tu non voglia modificare nulla, ma preparati all’eventualità di dovere prima o poi rinunciare a qualcosa e a qualcuno.

Un’amica persa per strada ? Ci incontriamo sempre di meno, ma ci telefoniamo anche con molta parsimonia, presi come siamo a scrollare, guardare, chattare e registrare. Tutte attività individuali

Caro Massimo,

un’amica (ex amica?) con cui ho condiviso viaggi, film, cene, discussioni e confessioni a un certo punto si è allontanata. Dopo un ultimo viaggio di gruppo insieme, al ritorno le ho scritto che avrei avuto piacere di riprendere la nostra amicizia. La risposta, testuale, è stata: «Sono disponibile unicamente per rapporti paritari. Con te è impossibile. Ovviamente per problemi miei». Sempre via messaggio ho chiesto una spiegazione. Nuova risposta: «La tua tendenza a voler fare e far fare le cose che ti interessano, facendo credere all’altra che è quello che vuole, a lungo andare non va bene».

Un’amicizia interrotta via whatsapp; la telefonata sarebbe stata inutile perché non ci sarebbe stata risposta, era già successo in precedenza. Ognuno di noi ha dei difetti, ma perché ai suoi ho sempre cercato di passare oltre, senza sottolineare quello che magari poteva ferirmi? E poi quella frase sulla mia presunta ipocrisia, quando molto spesso era lei che decideva dove andare, cosa fare, cosa vedere… Sarà l’orgoglio ferito, sarà l’umiliazione subita, ma non riesco a farmene una ragione. Anche perché le ho voluto bene.

V.

Della tua lettera colpisce la facilità con cui ormai apriamo e chiudiamo una relazione (d’amore, d’amicizia, di interesse) con un semplice messaggio scritto o vocale, pur di sfuggire il chiarimento che solo un contatto diretto, meglio se fisico, può garantire. Invece non solo ci incontriamo sempre di meno, ma ci telefoniamo anche con molta parsimonia, presi come siamo a scrollare, guardare, chattare e registrare. Tutte attività individuali, se ci pensi. Non so se siano la paura e l’imbarazzo a tenerci lontani gli uni dagli altri e al tempo stesso collegati con tutti. Non so, cioè, se sia lo smartphone ad averci cambiati o se, per dirla alla Baricco, abbiamo inventato lo smartphone proprio perché eravamo cambiati e ci serviva uno strumento in grado di esprimere questa nuova condizione di affollata solitudine e di iperconnessa incomunicabilità.

23 ottobre 2022 (modifica il 23 ottobre 2022 | 21:46)

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, 2022-10-23 19:47:00, «Mio marito è la stabilità, il collega donnaiolo è il brivido: quando non ci vediamo, non mi manca», scrive una lettrice a Massimo Gramellini. Ecco la sua risposta per «7 di cuori» (7dicuori@rcs.it), Massimo Gramellini

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