Gimbo Tamberi e suo padre  litigio e amore in pedana

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SABATO 20 AGOSTO 2022

risponde Aldo Cazzullo

Caro Aldo,

lo sport ci sta finalmente dando soddisfazione: la piscina è d’oro, Jacobs e Tamberi ci fanno sentire un po’ speciali. Andrea de Manzini, Trieste Tamberi è un campione senza confini, un’icona dello sport italiano, fonte di ispirazione per le generazioni future.

Marco Spina

Cari lettori,

Ricordo Gimbo Tamberi a Casa Italia, all’Olimpiade di Rio 2016. Il posto era stupendo, su un’isoletta rocciosa collegata da un ponte di legno alla spiaggia carioca; ma lui era tristissimo, perché aveva una gamba ingessata, e aveva dovuto rinunciare al sogno olimpico. Per il momento. Non soltanto un anno fa ai Giochi di Tokyo, anche adesso agli Europei di Monaco Tamberi si è confermato un combattente. Un agonista. E l’agonismo è quel che distingue il campione dal talento. Mi ha raccontato Gustav Thoeni che molti talenti della Valanga azzurra in allenamento andavano più forte di lui; ma poi lui in gara li batteva, per quel misterioso concentrato di testa, concentrazione, rabbia, equilibrio, ferocia, forza morale che consentono a un talento su mille di diventare appunto un campione (consiglio sempre di rivedere su YouTube la seconda manche di Thoeni nello slalom speciale dei Mondiali di St-Moritz 1974: credo non si possa sciare meglio di così). Un’altra formidabile agonista era Sara Simeoni: argento a Montreal ’76, oro a Mosca ’80, ancora argento a Los Angeles ’84, dietro a Ulrike Meyfarth che era dieci centimetri più alta di lei; ma la gara della vita fu agli Europei di Praga 1978, quando per battere Rosemarie Ackermann eguagliò il proprio stesso record del mondo a 2.01 sotto la pioggia. Sara Simeoni ha sposato il proprio allenatore, Erminio Azzaro. Lo stesso ha fatto Fiona May: Gianni Iapichino allena ora la loro figlia, Larissa, promettente lunghista; qualcuno di voi l’avrà notato l’altra sera in diretta, sempre arrabbiato, sempre insoddisfatto. Il rapporto tra un fuoriclasse e il suo allenatore è sempre delicato; a maggior ragione tra consanguinei. L’allenatore di Gimbo Tamberi è suo padre Marco: un ottimo saltatore, due volte primatista italiano; non un campione. Il campione è suo figlio, il suo allievo. Figuratevi le complicazioni psicologiche. Alla vigilia degli Europei i due avevano rotto. Il presidente dell’atletica italiana, Stefano Mei — di cui non si può non ricordare l’arrivo a braccia alzate nei diecimila di Stoccarda 1986, davanti ad Alberto Cova e a Salvatore Antibo — li ha convinti a rimettersi insieme. I risultati si sono visti. Ora magari si lasceranno davvero; ammesso che padre e figlio possano davvero lasciarsi.

LE ALTRE LETTERE DI OGGI

L’ingiustizia

«Seggi elettorali, non costringeteci a lavorare di notte»

Scrivo interpretando di sicuro il pensiero di tutti quei cittadini, me compresa, che, in vista del prossimo 25 settembre, con spirito di servizio e profondo senso civico (di certo non per danaro, visti gli esigui compensi), si metteranno a disposizione per la costituzione dei seggi elettorali. Ma come può il Governo pensare che si potrà sostenere, senza rischi di sorta, un tour de force che — a parte il pomeriggio del sabato, quando l’avvio delle attività richiede poche ore di presenza — inizierà la domenica mattina alle 7 per concludersi alle 23 (16 ore consecutive di impegno) e sarà immediatamente seguito dallo spoglio? Parlo per esperienza personale e con numeri alla mano: nelle sezioni elettorali in cui ci sono circa 1200 votanti, calcolando una affluenza al ribasso del 60% , si tratterà di scrutinare circa 720 schede per ciascuna camera (quindi 1450 circa). Data la non semplicissima attribuzione dei voti, non pare ragionevole costringere chi sovrintende alle operazioni di voto da un’intera giornata a lavorare pure di notte, senza tregua, con il rischio di non avere la dovuta lucidità nei conteggi e nelle stesure di tutti i documenti pertinenti! Non ci si lamenti, poi, se assisteremo a quanto già avvenuto a Palermo o alle elezioni comunali (penso a Roma nell’autunno 2021), quando fu difficilissimo reperire membri delle sezioni elettorali perché moltissimi nominati diedero forfait. Siamo in tempo per prevenire questa situazione.

Roberta Lucchini

INVIATECI LE VOSTRE LETTERE

Vi proponiamo di mettere in comune esperienze e riflessioni. Condividere uno spazio in cui discutere senza che sia necessario alzare la voce per essere ascoltati. Continuare ad approfondire le grandi questioni del nostro tempo, e contaminarle con la vita. Raccontare come la storia e la cronaca incidano sulla nostra quotidianità. Ditelo al Corriere.

MARTEDI – IL CURRICULUM

Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: le lingue straniere, l’innovazione tecnologica, il gusto del lavoro ben fatto, i mestieri d’arte; parlare cinese, inventare un’app, possedere una tecnica, suonare o aggiustare il violino

Invia il CV

MERCOLEDI – L’OFFERTA DI LAVORO

Diamo spazio a un’azienda, di qualsiasi campo, che fatica a trovare personale: interpreti, start-upper, saldatori, liutai. 

Invia l’offerta

GIOVEDI – L’INGIUSTIZIA

Chiediamo di raccontare un’ingiustizia subita: un caso di malasanità, un problema in banca; ma anche un ristorante in cui si è mangiato male, o un ufficio pubblico in cui si è stati trattati peggio. Sarà garantito ovviamente il diritto di replica

Segnala il caso

VENERDI -L’AMORE

Chiediamo di raccontarci una storia d’amore, o di mandare attraverso il Corriere una lettera alla persona che amate. Non la posta del cuore; una finestra aperta sulla vita. 

Racconta la storia

SABATO -L’ADDIO

Vi proponiamo di fissare la memoria di una persona che per voi è stata fondamentale. Una figlia potrà raccontare un padre, un marito la moglie, un allievo il maestro. Ogni sabato scegliamo così il profilo di un italiano che ci ha lasciati. Ma li leggiamo tutti, e tutti ci arricchiranno. 

Invia la lettera

DOMENICA – LA STORIA

Ospitiamo il racconto di un lettore. Una storia vera o di fantasia. 

Invia il racconto

LA FOTO DEL LETTORE

Ogni giorno scegliamo un’immagine che vi ha fatto arrabbiare o vi ha emozionati. La testimonianza del degrado delle nostre città, o della loro bellezza.

Inviateci le vostre foto su Instagram all’account @corriere

, 2022-08-19 23:02:00,

SABATO 20 AGOSTO 2022

risponde Aldo Cazzullo

Caro Aldo,

lo sport ci sta finalmente dando soddisfazione: la piscina è d’oro, Jacobs e Tamberi ci fanno sentire un po’ speciali. Andrea de Manzini, Trieste Tamberi è un campione senza confini, un’icona dello sport italiano, fonte di ispirazione per le generazioni future.

Marco Spina

Cari lettori,

Ricordo Gimbo Tamberi a Casa Italia, all’Olimpiade di Rio 2016. Il posto era stupendo, su un’isoletta rocciosa collegata da un ponte di legno alla spiaggia carioca; ma lui era tristissimo, perché aveva una gamba ingessata, e aveva dovuto rinunciare al sogno olimpico. Per il momento. Non soltanto un anno fa ai Giochi di Tokyo, anche adesso agli Europei di Monaco Tamberi si è confermato un combattente. Un agonista. E l’agonismo è quel che distingue il campione dal talento. Mi ha raccontato Gustav Thoeni che molti talenti della Valanga azzurra in allenamento andavano più forte di lui; ma poi lui in gara li batteva, per quel misterioso concentrato di testa, concentrazione, rabbia, equilibrio, ferocia, forza morale che consentono a un talento su mille di diventare appunto un campione (consiglio sempre di rivedere su YouTube la seconda manche di Thoeni nello slalom speciale dei Mondiali di St-Moritz 1974: credo non si possa sciare meglio di così). Un’altra formidabile agonista era Sara Simeoni: argento a Montreal ’76, oro a Mosca ’80, ancora argento a Los Angeles ’84, dietro a Ulrike Meyfarth che era dieci centimetri più alta di lei; ma la gara della vita fu agli Europei di Praga 1978, quando per battere Rosemarie Ackermann eguagliò il proprio stesso record del mondo a 2.01 sotto la pioggia. Sara Simeoni ha sposato il proprio allenatore, Erminio Azzaro. Lo stesso ha fatto Fiona May: Gianni Iapichino allena ora la loro figlia, Larissa, promettente lunghista; qualcuno di voi l’avrà notato l’altra sera in diretta, sempre arrabbiato, sempre insoddisfatto. Il rapporto tra un fuoriclasse e il suo allenatore è sempre delicato; a maggior ragione tra consanguinei. L’allenatore di Gimbo Tamberi è suo padre Marco: un ottimo saltatore, due volte primatista italiano; non un campione. Il campione è suo figlio, il suo allievo. Figuratevi le complicazioni psicologiche. Alla vigilia degli Europei i due avevano rotto. Il presidente dell’atletica italiana, Stefano Mei — di cui non si può non ricordare l’arrivo a braccia alzate nei diecimila di Stoccarda 1986, davanti ad Alberto Cova e a Salvatore Antibo — li ha convinti a rimettersi insieme. I risultati si sono visti. Ora magari si lasceranno davvero; ammesso che padre e figlio possano davvero lasciarsi.

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L’ingiustizia

«Seggi elettorali, non costringeteci a lavorare di notte»

Scrivo interpretando di sicuro il pensiero di tutti quei cittadini, me compresa, che, in vista del prossimo 25 settembre, con spirito di servizio e profondo senso civico (di certo non per danaro, visti gli esigui compensi), si metteranno a disposizione per la costituzione dei seggi elettorali. Ma come può il Governo pensare che si potrà sostenere, senza rischi di sorta, un tour de force che — a parte il pomeriggio del sabato, quando l’avvio delle attività richiede poche ore di presenza — inizierà la domenica mattina alle 7 per concludersi alle 23 (16 ore consecutive di impegno) e sarà immediatamente seguito dallo spoglio? Parlo per esperienza personale e con numeri alla mano: nelle sezioni elettorali in cui ci sono circa 1200 votanti, calcolando una affluenza al ribasso del 60% , si tratterà di scrutinare circa 720 schede per ciascuna camera (quindi 1450 circa). Data la non semplicissima attribuzione dei voti, non pare ragionevole costringere chi sovrintende alle operazioni di voto da un’intera giornata a lavorare pure di notte, senza tregua, con il rischio di non avere la dovuta lucidità nei conteggi e nelle stesure di tutti i documenti pertinenti! Non ci si lamenti, poi, se assisteremo a quanto già avvenuto a Palermo o alle elezioni comunali (penso a Roma nell’autunno 2021), quando fu difficilissimo reperire membri delle sezioni elettorali perché moltissimi nominati diedero forfait. Siamo in tempo per prevenire questa situazione.

Roberta Lucchini

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Vi proponiamo di mettere in comune esperienze e riflessioni. Condividere uno spazio in cui discutere senza che sia necessario alzare la voce per essere ascoltati. Continuare ad approfondire le grandi questioni del nostro tempo, e contaminarle con la vita. Raccontare come la storia e la cronaca incidano sulla nostra quotidianità. Ditelo al Corriere.

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Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: le lingue straniere, l’innovazione tecnologica, il gusto del lavoro ben fatto, i mestieri d’arte; parlare cinese, inventare un’app, possedere una tecnica, suonare o aggiustare il violino

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