Gas, strappo della Norvegia: «Rispetto per Ue, ma price cap non è soluzione condivisa»

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Crisi energetica

di Redazione Economia27 ott 2022

Gas, Norvegia: «Rispettiamo la Ue, ma il price cap non è la soluzione»

«Rispettiamo il lavoro che sta facendo l’Ue» contro il caro energia, ma «non è il governo norvegese a vendere il gas, sono le aziende private. Per questo il modo più ragionevole» per intervenire «è avere un quadro commerciale in cui le aziende si incontrano». A spiegare il perché dell’opposizione della Norvegia (che non aderisce all’Unione europea) al price cap sul gas è il ministro dell’Energia norvegese, Terje Aasland, in un punto stampa a Oslo con la commissaria Ue per l’Energia, Kadri Simson. «Nemmeno la Commissione o io compriamo il gas – ha ribattuto Simson -, lo fanno le aziende. Ma noi vogliamo dare certezza e prevedibilità», ha concluso la commissaria.

Insomma, in Ue restano le distanze su un tetto al prezzo del gas (ora in calo) usato per produrre elettricità. La Commissione ha presentato un documento informale, visionato dal Corriere, in cui ha illustrato vantaggi e svantaggi del modello iberico (che non piace all’esecutivo) e anche un primo disaccoppiamento del gas dall’elettricità attraverso la separazione dei contratti di elettricità prodotta con rinnovabili e nucleare rispetto al mercato quotidiano del gas. La generazione elettrica a gas avrebbe il ruolo di controbilanciare l’effetto della volatilità della generazione rinnovabile in attesa di sostituire completamente il gas con le fonti verdi. Sul modello iberico «abbiamo bisogno di proposte legislative concrete o uno studio d’impatto», ha chiarito il ministro ceco Jozef Síkela. Per la francese Agnès Pannier-Runacherla: «I leader Ue hanno dato un mandato molto chiaro e unanime, hanno chiesto alla Commissione di presentare molto rapidamente una proposta su questo tema».

La proposta sostenuta dall’Italia e altri 14 Paesi, tra cui Francia e Spagna, è di fissare un prezzo massimo a tutte le importazioni di gas in Europa, dunque trova consenso a Bruxelles. Tra i Paesi che si sono opposti, oltre alla Norvegia, ci sono Belgio, Lussemburgo, Austria e soprattutto la Germania, che ha deciso di puntare su un piano da 200 miliardi per difendere le aziende e le famiglie tedesche dal caro gas e spingere il prezzo verso il basso per i consumatori tedeschi.

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, 2022-10-27 13:38:00, Il ministro dell’Energia norvegese: «Non è il nostro governo a vendere il gas, ma le aziende private. Serve un quadro commerciale per loro», Redazione Economia

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