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Elezioni in Francia, Le Pen: «Voglio la Ue delle Nazioni. A Putin non servono lezioni di moralità»

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di Alexandra Turcat, Patrice Moyon, Yves-Marie Robin e Stéphane Vernay«Quel che mi ha colpito è l’arroganza di Macron. Una forma di nonchalance e di disprezzo nei miei confronti, la stessa che esprime anche nei confronti dei francesi». «Metterò l’Iva sulla benzina al 5%: non è illegale» Dopo il dibattito televisivo con Emmanuel Macron, e prima della fine della campagna elettorale per il ballottaggio di oggi, la sfidante Marine Le Pen ha concesso al quotidiano francese Ouest France un’ultima intervista. Quale bilancio trae dal dibattito di mercoledì? «Quel che mi ha colpito è l’arroganza di Emmanuel Macron. Una forma di nonchalance e di disprezzo nei miei confronti, la stessa che esprime anche nei confronti dei francesi da cinque anni a questa parte». Non teme di andare allo scontro con i partner europei riducendo di cinque miliardi la partecipazione della Francia al budget Ue? «Il nostro contributo netto è aumentato del 50% in cinque anni, anche se noi prendiamo integralmente a nostro carico l’operazione nel Sahel che ha l’obiettivo di assicurare la sicurezza non solo della Francia. Finora non abbiamo ottenuto uno sconto perché non l’abbiamo chiesto». Il commissario europeo al Mercato interno (il francese Thierry Breton, ndr) dice che questo è contrario alle regole attuali dell’Unione. «Il contributo è votato dall’Assemblea nazionale. Sarà l’occasione di spiegare all’Unione europea che siamo indebitati». Anche la riduzione dell’Iva dal 20 al 5% su benzina o gas non è compatibile con le regole Ue. Come può fare? «Mi dispiace ma non è illegale e la faremo. In ogni caso, non si può dire che è illegale finché non la domandiamo. Bisogna che questo dibattito abbia luogo. E non siamo l’unico Paese coinvolto. Metterò in pratica il mio programma e poi andrò a parlarne con la Commissione europea». Se lei diventa presidente, la Francia continuerà a inviare armi all’Ucraina aggredita dalla Russia? «Continueremo a inviare armi difensive all’Ucraina, sì. Difensive per non oltrepassare la linea che farebbe della Francia un Paese cobelligerante, cioè che farebbe entrare il Paese in guerra con la Russia. Bisogna trovare questo giusto limite. Penso che sia una preoccupazione condivisa da Macron». «Fintanto che ci sarà ancora un soldato russo in Ucraina, fino a quando non avremo i risultati dell’inchiesta sui crimini di guerra, fintanto che non ci sarà un trattato di pace firmato dai due Paesi, è evidente che non è più possibile alcuna cooperazione con la Russia. Ma questo non significa che io sia d’accordo con l’insieme delle sanzioni chieste oggi dalla Francia. Perché se tagliamo petrolio e gas, sono i francesi e le imprese francesi che ne saranno le prime vittime. Un prezzo troppo alto per un risultato che giudico aleatorio, in termini di conseguenze finanziarie sulla Russia». E dopo la guerra? «Quando il conflitto sarà finito, ho detto che la Francia, come potenza d’equilibrio, dovrebbe fare in modo di riavvicinare la Nato alla Russia. Perché il più grande pericolo che pesa su di noi è l’associazione tra la Russia e la Cina. Stanno già cominciando a creare un sistema monetario indipendente. E questo può produrre un cataclisma. Per non parlare delle alleanze militari, economiche… Che cosa sta facendo Macron ogni giorno, e fa bene a farlo? Discute con Vladimir Putin. È il principio stesso della diplomazia: cercare di avere un dialogo con due parti che sono in guerra per avvicinare le posizioni e ottenere la pace. È esattamente il ruolo che la Francia ha sempre tenuto nella sua storia e, quindi, quando Emmanuel Macron assolve a questo compito, lo sostengo». Nel 2017 lei dichiarava: «Le grandi linee politiche che difendo sono quelle oggi difese da Trump e Putin». Se ne pente oggi? «Non mi sento vicina né all’uno né all’altro nel modo di governare. Avevo risposto in merito alla loro visione di un mondo multipolare. Il mondo costruito attorno a due grandi potenze non esiste più. È su questo tema preciso che avevo una visione comune con loro, e comunque indipendentemente da loro». Uno ha tentato un colpo di Stato nel suo Paese, l’altro sta invadendo un Paese sovrano… «Ci sono tante persone che fanno cose terribili nel mondo. Il leader dell’Arabia Saudita ha fatto cose terribili nello Yemen, eppure abbiamo ottime relazioni con lui. Bisogna tirarsi fuori dalle considerazioni morali perché altrimenti non si parlerebbe con nessuno. Avrete notato che due terzi del pianeta sono rimasti fuori dal conflitto russo-ucraino…». Lo trova giusto? «Basta con queste lezioni morali! La moralità nel diritto internazionale non esiste. Sì, considero che sia morale non volere morire di fame. Se lei mi dice: trova giusto che dei Paesi africani, che per nutrirsi dipendono da relazioni per lo meno neutre con la Russia, cerchino di proteggere la loro popolazione in modo che non muoia di fame? La mia risposta è che sì, io non oserei mai condannarli». In questo contesto internazionale, pensa che sia il momento di indebolire l’Unione europea smontandola a poco a poco? «Il punto non è smontare l’Unione europea, ma ri-orientarla. La struttura europea nasce come un’Europa delle nazioni, ma sta diventando sempre più un’Europa federale: voglio che ci sia un riflusso e che si torni a un’Europa delle nazioni. La guerra non impedisce affatto questo dibattito». © Ouest France 23 aprile 2022 (modifica il 23 aprile 2022 | 22:58) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-04-23 20:18:00, «Quel che mi ha colpito è l’arroganza di Macron. Una forma di nonchalance e di disprezzo nei miei confronti, la stessa che esprime anche nei confronti dei francesi»., Alexandra Turcat, Patrice Moyon, Yves-Marie Robin e Stéphane Vernay

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