Elezioni 2022, «sanità ai margini della campagna elettorale»: il richiamo ai partiti di medici e Gimbe

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di Carlotta De LeoCartabellotta: «Dalle coalizioni nessun piano per il rilancio del Ssn». E i sindacati dei camici bianchi chiedono «un fronte comune per difendere la sanità pubblica» L’epidemia di Covid ha colpito duro il Paese, evidenziando le debolezze del nostro Sistema sanitario nazionale (Ssn) fiaccato da stagioni di tagli e piani di rientro. Al contempo, le fasi più dure di lockdown – con il via vai delle ambulanze e le terapie intensive piene – hanno reso granitica nella società l’importanza di un efficente sistema di salute pubblica come «caposaldo di democrazia». Eppure, «con la fine dell’emergenza, la sanità è ‘rientrata nei ranghi’, finendo di nuovo relegata ai margini dell’agenda politica» afferma Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe che ha svolto un’analisi indipendente sulle proposte (in tema di salute, assistenza socio-sanitaria e ricerca biomedica) nei programmi elettorali delle forze politiche impegnate in campagna elettorale. Un monitoraggio che esamina le diverse posizioni sulla gestione della pandemia e della campagna vaccinale anti-Covid, ma anche quelle sull’assistenza agli anziani e fragili e sul potenziamento del personale sanitario. «Il quadro che emerge è decisamente deludente – commenta Cartabellotta – Se da un lato alcune tematiche (riforma della sanità territoriale, potenziamento del personale sanitario, superamento delle liste di attesa) sono comuni alle principali coalizioni», dall’altro «le proposte sono frammentate» e «nessuna forza politica ha elaborato un adeguato piano di rilancio per la sanità pubblica, coerente con gli investimenti e le riforme del Pnrr in grado di contrastare la privatizzazione al fine di garantire a tutti i cittadini il diritto costituzionale alla tutela del nostro bene più prezioso: la salute». A chiedere alle diverse forze politiche un «fronte comune» in difesa «del lavoro e del ruolo del Ssn» sono anche medici e professionisti sanitari in prima linea durante l’epidemia di Covid (sono ben 375 i soli camici bianchi morti durante l’epidemia). L’Intersindacale – che rappresenta circa 120mila medici, veterinari e sanitari dipendenti sistema nazionale- ha presentato un manifesto «per la nuova sanità» in otto punti che chiede «nuove risorse a partire dalla prossima legge di Bilancio» e prevede nuove assunzioni e il superamento della politica dei tetti di spesa. I sindacati denunciano «l’emergenza ospeda li, con pronto soccorso allo stremo, liste d’attesa infinite e un continuo ricorso alle soluzioni estemporanee» e l’«emergenza territorio, che la riforma finanziata con i fondi del Pnrr rischia di non riuscire a risolvere». Tuttavia questi temi «stentano a comparire tra gli interventi prioritari promessi dai partiti in campagna elettorale» spiegano ancora i medici. «Eppure, la tempesta di Covid-19 è stata perfetta, non risparmiando nessuna delle fragilità del nostro Ssn». «Oggi emerge la necessità di ricostruire un ambiente politico, sociale e culturale nel quale la tutela della salute come di tutto il sistema di welfare siano considerati f attori di produzione di ricchezza collettiva». «La sanità pubblica, equa, solidale e universalistica produce e non consuma ricchezza – sottolineano i sindacati – La ricostruzione economica e sociale post Covid-19, tra crisi energetica e conseguenze della guerra, non deve farla slittare in basso nell’agenda delle priorità, considerandola un oneroso capitolo di spesa del bilancio pubblico, a dispetto della sua mission di presidio di diritti fondamentali di ciascuno e di tutti». 7 settembre 2022 (modifica il 7 settembre 2022 | 12:33) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-09-07 11:07:00, Cartabellotta: «Dalle coalizioni nessun piano per il rilancio del Ssn». E i sindacati dei camici bianchi chiedono «un fronte comune per difendere la sanità pubblica», Carlotta De Leo

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