Educare alle relazioni, Severgnini: affidare i corsi ad un bravo docente di una materia curriculare, non a chi non conosce i ragazzi

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In questi giorni si fa gran parlare del piano del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara denominato “Educare alle relazioni”, che ha l’obiettivo, così ha detto il ministro, di sradicare eventuali residui di cultura maschilista tra gli studenti.

In molti si sono sentiti di commentare il progetto del capo del dicastero di Viale Trastevere. Oggi lo ha fatto il giornalista e saggista Beppe Severgnini su Il Corriere della Sera. Quest’ultimo si è concentrato in particolare sul ruolo dei docenti o comunque delle persone che avranno l’incarico di impartire le 30 ore extracurriculari di educazione alle relazioni.

Progetto fatto con mezzo cuore?

“L’adesione delle scuole e delle classi sarà volontaria, a guidare i gruppi di discussione sarà un docente formato con appositi corsi. Mah! Gli inglesi hanno un avverbio per definire questo modo di fare le cose: ‘half-heartedly’, con mezzo cuore”, ha esordito Severgnini.

“Perché affidare i corsi a docenti ad hoc che, inevitabilmente, conosceranno poco i ragazzi? Perché in Italia, appena abbiamo una buona idea, la soffochiamo con le complicazioni? Perché non affidare l’educazione sentimentale — e sessuale, oh yes — a un bravo insegnante disposto ad assumersi il compito? La materia è irrilevante: filosofia, italiano, storia, diritto, scienze naturali. Sapete chi ha svolto quel ruolo, durante i miei di liceo? L’insegnante di religione”, questa la sua proposta.

Il docente di religione di Severgnini

“Le ore di religione si trasformavano in furiosi dibattiti in cui noi cercavano approvazione per quello che avremmo fatto comunque. Ma, parlando di sesso, si parlava di morale, di rispetto, di ansie e di delusioni. Nessuno usciva dall’aula. I corridoi nelle ore di religione, erano deserti”, ha raccontato, citando la sua esperienza.

“Siamo ancora in contatto. Sono convinto ci abbia aiutato a ragionare su noi stessi; e m’illudo che noi abbiamo aiutato lui. Un teologo, alle prese con venticinque adolescenti, diventa un pastore. Ecco la strada. La materia non conta, conta il cuore. Dell’insegnante e del ministro, caro Valditara. Il cuore dei ragazzi, invece, non è in discussione”, ha concluso, rivolgendosi al ministro.

Il progetto di Valditara

Mercoledì 22 novembre al Senato i ministri dalla Famiglia, Natalità e Pari Opportunità Eugenia Roccella, dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara e della Cultura Gennaro Sangiuliano hanno presentato in conferenza stampa le iniziative rivolte al mondo della scuola per la prevenzione e il contrasto della violenza sulle donne.

Ecco le parole di Valditara: “Questo progetto prende l’avvio non dai recenti fatti di cronaca, ma prende le mosse dagli eventi della scorsa estate, come lo stupro di Palermo e Caivano. E prende le mosse dalla mia volontà di dire basta ai residui di cultura maschilista. Il fatto che la donna debba subire quotidianamente vessazioni è inaccettabile. Proprio per questo mi è venuta in mente l’idea di creare gruppi di discussione nelle scuole. La scuola si occupa del fenomeno culturale, il maschilismo ancora imperante che si manifesta in tante situazioni della vita quotidiana, basta pensare agli apprezzamenti non voluti per strada”.

“L’idea è stata quella di creare un gruppo di lavoro e una consultazione ampia con varie parti. Abbiamo steso indicazioni che oggi ho firmato e che invierò alle scuole. Il progetto si chiama ‘Educare alle relazioni’ e si basa sul progetto ‘Educare al rispetto’ del 2015. Per la prima volta si fa un esperimento di questo tipo in Italia, la prima volta in cui si affronta di petto il maschilismo”.

“Chi sono i destinatari? Il progetto si sviluppa sul piano dell’Educazione Civica, c’è un invito di fare entrare la cultura del rispetto in tutti gli insegnamenti. Poi c’è il progetto specifico per le scuole secondarie di secondo grado che si articola con gruppi di discussione, con il coinvolgimento degli stessi studenti, che saranno informati delle conseguenze penali in cui si incorre dopo certi comportamenti. I gruppi possono fungere da supporto. Importante è l’aspetto della prevenzione”.

“I docenti svolgeranno la funzione di moderatori. I moduli di discussione saranno di trenta ore. I gruppi potranno essere supportati da esperti qualificati. Ho firmato un’apposita direttiva ministeriale. Ogni scuola avrà un docente referente. Ogni classe avrà un docente moderatore”.

“Il Forum nazionale Associazione dei Genitori avrà un ruolo importante: accordare il progetto con osservazioni migliorative da parte dei genitori. All’Ordine degli Psicologi chiederemo aiuto per la formazione dei docenti, per la loro assistenza e per il monitoraggio conclusivo”.

“Il Ministero garantisce il supporto alle scuole e la scuola sarà tenuta, al termine del progetto, a fare una relazione sulle migliori pratiche. La nostra intenzione è realizzare presidi territoriali psicologici al servizio delle scuole che dovremo progettare con l’Ordine degli Psicologi. Indire si occuperà della formazione. Questa attività è extracurriculare e verrà finanziata da 15 milioni di euro di fondi Pon”.

“Il progetto si svolgerà in orario extracurriculare perché avremmo altrimenti dovuto togliere ore a materie curriculari. Nelle ore curriculari c’è l’ora di educazione civica. Il progetto parte con adesione facoltative delle scuole, dopo la sperimentazione capiremo se renderla obbligatoria. Provvisoriamente il progetto nasce solo nelle scuole superiori”.

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