Draghi, Macron e Scholz a Kiev: oggi incontrano Zelensky. Draghi a Irpin: «Avete il mondo dalla vostra parte»

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di Marco Galluzzo

Partiti la sera in treno, con misure di sicurezza altissime, oggi incontrano Zelensky. Il ruolo inedito dell’Italia Il governo ucraino: «Non venite a proporci Minsk 3»

DAL NOSTRO INVIATO

KIEV – «Siamo venuti per inviare un messaggio di unità europea verso tutti i cittadini ucraini. Un messaggio di sostegno perché le prossime settimane saranno molto difficili». Così il presidente francese, Emmanuel Macron, scendendo dal treno che dalla Polonia lo ha portato a Kiev, «in un luogo di guerra dove sono stati commessi massacri», insieme al premier italiano Mario Draghi e al cancelliere tedesco Olaf Scholz.

Le sirene di allarme anti-aereo sono risuonate a Kiev mentre i tre leader europei erano al momento in un albergo del centro in una pausa della visita. Le sirene sono quasi quotidiane a Kiev dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina.

Draghi a Irpin

Il presidente del consiglio italiano Mario Draghi a Irpin si è fermato davanti ai palazzi bombardati: «Avete il mondo dalla vostra parte» – ha detto alle autorità locali – « Tutto questo deve essere visto e conosciuto» ha aggiunto rivolgendosi al capo dell’amministrazione militare regionale Oleksiy Kuleba».

«Molto di ciò che mi hanno detto riguarda la ricostruzione. Parole di dolore, di speranza ma anche di ciò che vorranno fare in futuro» ha aggiunto Draghi a margine della visita a Irpin, insieme al presidente della Repubblica francese Macron, al Cancelliere tedesco Scholz, al Primo ministro della Romania Ciucà e al sindaco di Irpin Oleh Bondar. «Ricostruiremo tutto. Hanno distrutto gli asili, hanno distrutto i giardini di infanzia. Tutto verrà ricostruito. Hanno già iniziato – ha spiegato il Presidente del Consiglio -, hanno un sistema digitale per cui ogni luogo che è stato distrutto è ora nel sistema. Sanno esattamente dove sono i siti che devono essere ricostruiti. Ogni famiglia ha una app dove fa la descrizione di quello che è successo, e sono già a uno stato molto avanzato». Macron ha aggiunto: «Purtroppo ci sono stati massacri perpetrati a Bucha e in altre città, sono crimini di guerra».


L’atterraggio in Polonia

Sono atterrati a Rzeszw, in Polonia , alle otto di sera, aeroporto civile ma disseminato di artiglieria Nato, cargo militari che decollano e arrivano diverse volte al giorno. Poi iniziano il viaggi di notte, in carrozze diverse, ma sullo stesso treno. Un centinaio di agenti dell’intelligence, dei tre diversi Paesi, sono distribuiti lungo il convoglio che parte dal territorio polacco, entra in Ucraina, per raggiungere alle dieci del mattino la Capitale.

Ad attendere Mario Draghi, Emmanuel Macron e Olaf Scholz una rete di sicurezza di almeno 300 militari ucraini, integrati in una rete di prevenzione e scambio di informazioni che coivolge anche reparti militari speciali dei tre Paesi europei. Poco prima delle undici di sera di mercoledi le tre delegazioni percorrono 300 metri a piedi alla stazione di Medyka, confine fra Polonia e Ucraina, c’è un treno che li aspetta sui binari, un altro treno che viaggia vuoto e lo segue, in caso di emergenza, guasti o imprevisti.

Il viaggio in treno

Alle undici e trenta Draghi si sposta al centro del convoglio, insieme a Macron e Scholz: lì, circondati da pesanti tendaggi, i leader siedono intorno a un tavolo davanti a un bicchiere d’acqua con ghiaccio per un vertice improvvisato che dura sino alle due di notte. Il capo del governo italiano, il presidente francese e il Cancelliere tedesco arrivano a Kiev portando un messaggio di solidarietà e sostegno a Zelensky, ma anche di unità europea, che è un successo pieno per l’Unione: il Vecchio Continente, che ha brillato per coesione su alcuni dossier, meno su altri, si presenta per la prima volta davanti al governo ucraino, dopo oltre tre mesi e mezzo di guerra, con i tre leader più importanti.

La prossima settimana, nel corso del Consiglio europeo, insieme agli altri 24 capi di Stato e di governo, dovrà dare una risposta necessaria e urgente alle richieste plurime dell’Ucraina di candidarsi ad entrare nella Ue. Draghi, Macron e Scholz avranno programmi in parte uguali, in parte convergenti, in parte diversi. Di sicuro tutti e tre terranno una conferenza stampa congiunta con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, avranno colloqui anche con diversi membri del governo, visiteranno Irpin.

Il viaggio è stata preparato per diverse settimane dalle diplomazie di Roma, Berlino e Parigi: si sono incastrate le agende, i tre leader staranno quasi tutto il giorno nella capitale ucraina; le esigenze di sicurezza, integrate con l’esercito ucraino; i programmi, che coinvolgono anche organizzazioni e pezzi di società civile. I tre leader europei arrivano per parlare dei dossier più urgenti: altri aiuti militari, possibili negoziati sul grano, candidatura all’adesione di Kiev alla Ue, ma anche ricostruzione del Paese, stime sui bisogni del medio e lungo periodo di un territorio in alcuni casi quasi interamente distrutto.

Il nocciolo duro europeo

La visita è anche l’affermazione di un nocciolo duro europeo che per la prima volta, dopo l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione, si muove in modo coordinato di fronte ad un appuntamento che appare come un passaggio storico. La giornata avrà un valore altamente simbolico, magari non porterà risultati concreti, e nessuno si fa illusioni su questo punto, ma avrà in ogni caso un risvolto e una risonanza politica che segneranno la storia di questo conflitto. E’ anche un successo non indifferente per l’Italia, che per la prima volta, viene inserita appieno in quello che per tanti anni è stato un asse a due: il tandem di governo della Ue che oggi si allarga alla presenza di Roma è un dato che le nostre istituzioni registrano con orgoglio. Fra i dossier in discussione ci sarà quello della sicurezza alimentare: sarà fatto un ulteroriore approfondimento sulla possibilità di sbloccare via mare le rotte del grano e delle altre sementi ucraine bloccate ad Odessa.

L’incontro con Zelensky

Ma con Zelensky sarà discusso anche il ruolo svolto finora dalla Turchia nel tentativo di mediazione possibile fra Mosca e Kiev: è il caso di insistere sulle capacità diplomatiche di Ankara? Sarà una delle domande alle quali i quattro leader cercheranno di dare una risposta. La visita di oggi è stata preceduta da una piccola, forse strumentale, polemica, da parte del consigliere del presidente ucraino, Oleskjy Arestovych: ha espresso il timore che nella loro imminente visita a Kiev Mario Draghi, Olaf Scholz ed Emmanuel Macron premano perché il Paese accetti un cessate il fuoco. «Temo che cercheranno di raggiungere una sorta di Minsk 3».

Un dato che conferma, al di là della polemica, quanto sia difficile immaginare, al momento, ogni sorta di soluzione o di inizio di negoziato. In ogni caso, afferma Macron alla vigilia della visita, «noi, come Unione europea, dobbiamo mandare dei chiari segnali politici all’Ucraina, che sta resistendo in modo eroico da mesi, un messaggio tanto più importante in quanto la prossima settimana dovremo prendere importanti decisioni al Consiglio europeo».

15 giugno 2022 (modifica il 16 giugno 2022 | 12:40)

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, 2022-06-16 12:37:00, Partiti la sera in treno, con misure di sicurezza altissime, oggi incontrano Zelensky. Il ruolo inedito dell’Italia Il governo ucraino: «Non venite a proporci Minsk 3» , Marco Galluzzo

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