Dimensionamento scolastico; secondo il Ministero è da anni che la regione Campania fa poca attenzione al problema

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piano dimensionamento

Sulla questione del dimensionamento scolastico in Campania, il Ministero dell’Istruzione e del Merito interviene in queste ore con un proprio comunicato.
“La Regione – spiega il Ministero – fa riferimento al criterio di dimensionamento che consente di assegnare in via esclusiva dirigenti scolastici e direttori dei servizi generali e amministrativi alle scuole con almeno 500 studenti (300 se situate nelle piccole isole, nei comuni montani o nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche)”.
“Ma –
aggiunge subito il MIM – si tratta di un criterio provvisorio, in deroga al normale parametro 600/400 alunni, introdotto per fare fronte alla pandemia per gli anni scolastici 2021/2022, 2022/2023, 2023/2024 e che, dopo questo periodo, non avrà più copertura finanziaria (legge del 30/12/2020 n. 178 e legge 30/12/2021 n. 234)”.

Il punto vero di tutta la questione è però che attualmente “la Campania presenta il numero più alto di scuole al di sotto dei parametri ordinari: 108 su 617 a livello nazionale”.
“Stesso primato – puntualizza ancora il Ministero – avrà la Regione nel 2023/2024, con 102 scuole su 644 a livello nazionale sotto i parametri”.
Questo sta ad indicare – osserva il MIM – che “la pianificazione della rete scolastica campana è stata condotta negli ultimi anni senza prestare la necessaria attenzione al contenimento del numero delle istituzioni scolastiche sottodimensionate”.

E non basta: “Secondo i dati ISTAT, sulla popolazione 3-18 anni (elemento che la Regione sembra ignorare) la Campania sarà interessata da un severo calo degli alunni: nel 2024 -17.239 e nel 2025 -19.456, per un totale di 36.695 studenti in meno. Il calo, combinato con il parametro ordinario 600/400 che sarebbe tornato nuovamente operativo nel 2024/2025, avrebbe fatto avere alla Campania 832 scuole normodimensionate”.
Il Piano previsto dal Governo, al contrario, prevede per il prossimo anno un importante correttivo che consentirà di mantenere in funzione nella Regione campana addirittura 7 istituzioni scolastiche autonome in più rispetto alla 832 di cui si è detto.
“Inoltre – conclude il Ministero – si è data alla Regione la possibilità di definire la rete di istituti senza vincoli dimensionali minimi, in modo da preservare l’autonomia anche di piccole scuole che, altrimenti, sarebbero state affidate in reggenza in modo permanente”.

Va anche detto, per la verità, che il piano di dimensionamento risulterà particolarmente severo nelle regioni meridionali perché in quelle del nord c’è stata negli anni una più accurata “manutenzione”: per esempio, in Lombardia e in Piemonte, dove pure ci sono estese aree non montane, gli Istituti sottodimensionati si contano sulle dita di una mano, al contrario di ciò che accade in Campania e in altre regioni del sud.
E’ bene infine aggiungere che il piano di dimensionamento delle istituzioni scolastiche riguarda il numero delle “presidenze” e non ha nulla a che vedere con i plessi scolastici la cui apertura o chiusura dipendono dalle scelte degli enti locali.

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