Difficile essere Papa-re e diventare pure santo

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Caro Aldo,
come non essere d’accordo con Marco Nagni e Francesco Cossiga: mi domando con quale criterio Giovanni Paolo II abbia beatificato Pio IX? Ma ciò che più mi disturba è che pure le nostre amministrazioni gli abbiano intitolato vie o piazze: nella mia cittadina c’è «via Pio IX» . Mi sorge il dubbio che i nostri amministratori non conoscano la storia del loro Paese. Alla notizia della beatificazione chissà come si sarà sentito Fra Giacomo da Poirino.
Carlo Girola

Caro Carlo,
Mi lasci ricordare l’episodio: quando nel settembre 2000 fu beatificato Pio IX, Francesco Cossiga disse che era uno schiaffo del Vaticano all’Italia. Poteva dirlo perché era stato un esponente della Democrazia cristiana, un cattolico democratico che — al di là dei suoi errori e dei suoi peccati — aveva lasciato un’impronta nella storia del Paese. Ho la sensazione che nessun politico di oggi ripeterebbe quella frase, e se qualcuno osasse farlo si prenderebbe un regolo sulle dita. Purtroppo, come ci siamo detti, il Risorgimento non appartiene a nessuno, se non ai liberali: una famiglia politica che nell’Italia di oggi è quasi estinta. L’inizio del pontificato di Pio IX fu folgorante, al punto da far esclamare a Metternich: «Ci è riservato lo spettacolo di un Papa che fa il liberale». Ma poi il Pontefice si avvitò in una spirale conservatrice, se non reazionaria. Si potrebbero citare molti episodi, ad esempio quando, dopo che la Repubblica romana era stata soffocata nel sangue dai francesi, Pio IX sollecitò al vincitore un atteggiamento più severo di quello che Napoleone III, che era pur sempre stato un cospiratore carbonaro, aveva intenzione di adottare. Erano tempi in cui gli austriaci impiccavano i patrioti. Il Papa usava invece la ghigliottina, da cui furono decapitati Gaetano Tognetti e Giuseppe Monti ancora nel 1867, quando ormai la sorte dello Stato della Chiesa era segnata (va ricordato che i due giustiziati avevano commesso un attentato da 27 morti, nella speranza di provocare un’insurrezione popolare e facilitare l’ingresso in città dei garibaldini). Certo, Pio IX dovette affrontare prove terribili. Oggettivamente, si oppose sino all’ultimo alla fine del potere temporale dei Papi, che con gli anni si sarebbe rivelata una benedizione. Se oggi il Pontefice ha un ruolo spirituale universale, è anche perché è stato liberato dalle beghe della politica e della guerra; perché il Pontefice aveva un esercito e faceva le guerre. Poi, per carità, la Chiesa fa il suo mestiere, e beatifica chi vuole. Resta da capire come si possa essere Papa-re e nello stesso tempo santi.

LE ALTRE LETTERE DI OGGI

Storia

«Io e Francesca, 41 anni insieme: questo è il mio amore»

Dedico queste parole a Francesca (insieme nella foto a fianco), che mi ha fatto ritrovare quel cuore bambino che le tristi vicende della vita mi avevano portato via. Lei lo ha raccolto con delicatezza, lo ha curato e guarito con la purezza dei suoi sentimenti e me lo ha ridato. Io, 81enne, con la gioia di questo miracolo che ci fa festeggiare i nostri «primi» 41 anni d’amore, dedico a lei e a tutte le coppie dell’universo, anche in occasione della festa di San Valentino, questo mio pensiero. Amore: una parola forse abusata e di rado compresa, antidoto contro ogni aggressione e violenza, verbale o fisica che sia. Unica chiave che apre le porte di tutti i giardini. È amore la mano che dona carezze, che accompagna chi è generoso. Amore è il solvente che separa il bene dal male, è il sorriso che asciuga le lacrime. Vieni al mondo e se è già nel tuo corredo genetico considerati un privilegiato, altrimenti, se vuoi, te ne puoi appropriare crescendo, lo trovi facilmente e puoi coltivarlo. Puoi trovarlo nella margheritina che nasce nella fessura di un marciapiede o nel volo di un gabbiano, nel sorriso di un bimbo o nello sguardo sperduto di un migrante, nella tristezza di un barbone o negli occhi umidi di un uomo solo. Amore è non pensare che l’altro debba fare di tutto per essere all’altezza delle nostre aspettative. Amore è non avere aspettative ma comprendere che tutti abbiamo delle lacune da superare. Se riusciamo a comprendere che l’amore è una continua conquista, di sicuro potremo viverlo quasi come in una favola. Come è successo e continua a succedere a me.
Raffaele

PARTITE IVA

«Troppo facile incolparci di non voler pagare»

Amilcare Gualdoni

MATURITÀ

«Fare i conti con la realtà prima di ripristinare il vecchio esame»

Gianni Mereghetti

BUROCRAZIA

«Meglio fare in fretta con la digitalizzazione»

Giovanni De Luca

CALCIO

«Il degrado cui assisto da bordocampo»

Salvatore Ragusa

Tutte le lettere

INVIATECI LE VOSTRE LETTERE

Vi proponiamo di mettere in comune esperienze e riflessioni. Condividere uno spazio in cui discutere senza che sia necessario alzare la voce per essere ascoltati. Continuare ad approfondire le grandi questioni del nostro tempo, e contaminarle con la vita. Raccontare come la storia e la cronaca incidano sulla nostra quotidianità. Ditelo al Corriere.

MARTEDI – IL CURRICULUM

Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: le lingue straniere, l’innovazione tecnologica, il gusto del lavoro ben fatto, i mestieri d’arte; parlare cinese, inventare un’app, possedere una tecnica, suonare o aggiustare il violino

Invia il CV

MERCOLEDI – L’OFFERTA DI LAVORO

Diamo spazio a un’azienda, di qualsiasi campo, che fatica a trovare personale: interpreti, start-upper, saldatori, liutai. 

Invia l’offerta

GIOVEDI – L’INGIUSTIZIA

Chiediamo di raccontare un’ingiustizia subita: un caso di malasanità, un problema in banca; ma anche un ristorante in cui si è mangiato male, o un ufficio pubblico in cui si è stati trattati peggio. Sarà garantito ovviamente il diritto di replica

Segnala il caso

VENERDI -L’AMORE

Chiediamo di raccontarci una storia d’amore, o di mandare attraverso il Corriere una lettera alla persona che amate. Non la posta del cuore; una finestra aperta sulla vita. 

Racconta la storia

SABATO -L’ADDIO

Vi proponiamo di fissare la memoria di una persona che per voi è stata fondamentale. Una figlia potrà raccontare un padre, un marito la moglie, un allievo il maestro. Ogni sabato scegliamo così il profilo di un italiano che ci ha lasciati. Ma li leggiamo tutti, e tutti ci arricchiranno. 

Invia la lettera

DOMENICA – LA STORIA

Ospitiamo il racconto di un lettore. Una storia vera o di fantasia. 

Invia il racconto

LA FOTO DEL LETTORE

Ogni giorno scegliamo un’immagine che vi ha fatto arrabbiare o vi ha emozionati. La testimonianza del degrado delle nostre città, o della loro bellezza.

Inviateci le vostre foto su Instagram all’account @corriere

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Caro Aldo,
come non essere d’accordo con Marco Nagni e Francesco Cossiga: mi domando con quale criterio Giovanni Paolo II abbia beatificato Pio IX? Ma ciò che più mi disturba è che pure le nostre amministrazioni gli abbiano intitolato vie o piazze: nella mia cittadina c’è «via Pio IX» . Mi sorge il dubbio che i nostri amministratori non conoscano la storia del loro Paese. Alla notizia della beatificazione chissà come si sarà sentito Fra Giacomo da Poirino.
Carlo Girola

Caro Carlo,
Mi lasci ricordare l’episodio: quando nel settembre 2000 fu beatificato Pio IX, Francesco Cossiga disse che era uno schiaffo del Vaticano all’Italia. Poteva dirlo perché era stato un esponente della Democrazia cristiana, un cattolico democratico che — al di là dei suoi errori e dei suoi peccati — aveva lasciato un’impronta nella storia del Paese. Ho la sensazione che nessun politico di oggi ripeterebbe quella frase, e se qualcuno osasse farlo si prenderebbe un regolo sulle dita. Purtroppo, come ci siamo detti, il Risorgimento non appartiene a nessuno, se non ai liberali: una famiglia politica che nell’Italia di oggi è quasi estinta. L’inizio del pontificato di Pio IX fu folgorante, al punto da far esclamare a Metternich: «Ci è riservato lo spettacolo di un Papa che fa il liberale». Ma poi il Pontefice si avvitò in una spirale conservatrice, se non reazionaria. Si potrebbero citare molti episodi, ad esempio quando, dopo che la Repubblica romana era stata soffocata nel sangue dai francesi, Pio IX sollecitò al vincitore un atteggiamento più severo di quello che Napoleone III, che era pur sempre stato un cospiratore carbonaro, aveva intenzione di adottare. Erano tempi in cui gli austriaci impiccavano i patrioti. Il Papa usava invece la ghigliottina, da cui furono decapitati Gaetano Tognetti e Giuseppe Monti ancora nel 1867, quando ormai la sorte dello Stato della Chiesa era segnata (va ricordato che i due giustiziati avevano commesso un attentato da 27 morti, nella speranza di provocare un’insurrezione popolare e facilitare l’ingresso in città dei garibaldini). Certo, Pio IX dovette affrontare prove terribili. Oggettivamente, si oppose sino all’ultimo alla fine del potere temporale dei Papi, che con gli anni si sarebbe rivelata una benedizione. Se oggi il Pontefice ha un ruolo spirituale universale, è anche perché è stato liberato dalle beghe della politica e della guerra; perché il Pontefice aveva un esercito e faceva le guerre. Poi, per carità, la Chiesa fa il suo mestiere, e beatifica chi vuole. Resta da capire come si possa essere Papa-re e nello stesso tempo santi.

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«Io e Francesca, 41 anni insieme: questo è il mio amore»

Dedico queste parole a Francesca (insieme nella foto a fianco), che mi ha fatto ritrovare quel cuore bambino che le tristi vicende della vita mi avevano portato via. Lei lo ha raccolto con delicatezza, lo ha curato e guarito con la purezza dei suoi sentimenti e me lo ha ridato. Io, 81enne, con la gioia di questo miracolo che ci fa festeggiare i nostri «primi» 41 anni d’amore, dedico a lei e a tutte le coppie dell’universo, anche in occasione della festa di San Valentino, questo mio pensiero. Amore: una parola forse abusata e di rado compresa, antidoto contro ogni aggressione e violenza, verbale o fisica che sia. Unica chiave che apre le porte di tutti i giardini. È amore la mano che dona carezze, che accompagna chi è generoso. Amore è il solvente che separa il bene dal male, è il sorriso che asciuga le lacrime. Vieni al mondo e se è già nel tuo corredo genetico considerati un privilegiato, altrimenti, se vuoi, te ne puoi appropriare crescendo, lo trovi facilmente e puoi coltivarlo. Puoi trovarlo nella margheritina che nasce nella fessura di un marciapiede o nel volo di un gabbiano, nel sorriso di un bimbo o nello sguardo sperduto di un migrante, nella tristezza di un barbone o negli occhi umidi di un uomo solo. Amore è non pensare che l’altro debba fare di tutto per essere all’altezza delle nostre aspettative. Amore è non avere aspettative ma comprendere che tutti abbiamo delle lacune da superare. Se riusciamo a comprendere che l’amore è una continua conquista, di sicuro potremo viverlo quasi come in una favola. Come è successo e continua a succedere a me.
Raffaele

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Inviateci le vostre foto su Instagram all’account @corriere

, Caro Aldo, come non essere d’accordo con Marco Nagni e Francesco Cossiga: mi domando con quale criterio Giovanni Paolo II abbia beatificato Pio IX? Ma ciò che più mi disturba è che pure le nostre amministrazioni gli abbiano intitolato vie o piazze: nella mia cittadina c’è «via Pio IX» . Mi sorge il dubbio che…, Caro Aldo, come non essere d’accordo con Marco Nagni e Francesco Cossiga: mi domando con quale criterio Giovanni Paolo II abbia beatificato Pio IX? Ma ciò che più mi disturba è che pure le nostre amministrazioni gli abbiano intitolato vie o piazze: nella mia cittadina c’è «via Pio IX» . Mi sorge il dubbio che i nostri amministratori non conoscano la storia del loro Paese. Alla notizia della beatificazione chissà come si sarà sentito Fra Giacomo da Poirino. Carlo Girola Caro Carlo, Mi lasci ricordare l’episodio: quando nel settembre 2000 fu beatificato Pio IX, Francesco Cossiga disse che era uno schiaffo del Vaticano all’Italia. Poteva dirlo perché era stato un esponente della Democrazia cristiana, un cattolico democratico che — al di là dei suoi errori e dei suoi peccati — aveva lasciato un’impronta nella storia del Paese. Ho la sensazione che nessun politico di oggi ripeterebbe quella frase, e se qualcuno osasse farlo si prenderebbe un regolo sulle dita. Purtroppo, come ci siamo detti, il Risorgimento non appartiene a nessuno, se non ai liberali: una famiglia politica che nell’Italia di oggi è quasi estinta. L’inizio del pontificato di Pio IX fu folgorante, al punto da far esclamare a Metternich: «Ci è riservato lo spettacolo di un Papa che fa il liberale». Ma poi il Pontefice si avvitò in una spirale conservatrice, se non reazionaria. Si potrebbero citare molti episodi, ad esempio quando, dopo che la Repubblica romana era stata soffocata nel sangue dai francesi, Pio IX sollecitò al vincitore un atteggiamento più severo di quello che Napoleone III, che era pur sempre stato un cospiratore carbonaro, aveva intenzione di adottare. Erano tempi in cui gli austriaci impiccavano i patrioti. Il Papa usava invece la ghigliottina, da cui furono decapitati Gaetano Tognetti e Giuseppe Monti ancora nel 1867, quando ormai la sorte dello Stato della Chiesa era segnata (va ricordato che i due giustiziati avevano commesso un attentato da 27 morti, nella speranza di provocare un’insurrezione popolare e facilitare l’ingresso in città dei garibaldini). Certo, Pio IX dovette affrontare prove terribili. Oggettivamente, si oppose sino all’ultimo alla fine del potere temporale dei Papi, che con gli anni si sarebbe rivelata una benedizione. Se oggi il Pontefice ha un ruolo spirituale universale, è anche perché è stato liberato dalle beghe della politica e della guerra; perché il Pontefice aveva un esercito e faceva le guerre. Poi, per carità, la Chiesa fa il suo mestiere, e beatifica chi vuole. Resta da capire come si possa essere Papa-re e nello stesso tempo santi. LE ALTRE LETTERE DI OGGI Storia «Io e Francesca, 41 anni insieme: questo è il mio amore» Dedico queste parole a Francesca (insieme nella foto a fianco), che mi ha fatto ritrovare quel cuore bambino che le tristi vicende della vita mi avevano portato via. Lei lo ha raccolto con delicatezza, lo ha curato e guarito con la purezza dei suoi sentimenti e me lo ha ridato. Io, 81enne, con la gioia di questo miracolo che ci fa festeggiare i nostri «primi» 41 anni d’amore, dedico a lei e a tutte le coppie dell’universo, anche in occasione della festa di San Valentino, questo mio pensiero. Amore: una parola forse abusata e di rado compresa, antidoto contro ogni aggressione e violenza, verbale o fisica che sia. Unica chiave che apre le porte di tutti i giardini. È amore la mano che dona carezze, che accompagna chi è generoso. Amore è il solvente che separa il bene dal male, è il sorriso che asciuga le lacrime. Vieni al mondo e se è già nel tuo corredo genetico considerati un privilegiato, altrimenti, se vuoi, te ne puoi appropriare crescendo, lo trovi facilmente e puoi coltivarlo. Puoi trovarlo nella margheritina che nasce nella fessura di un marciapiede o nel volo di un gabbiano, nel sorriso di un bimbo o nello sguardo sperduto di un migrante, nella tristezza di un barbone o negli occhi umidi di un uomo solo. Amore è non pensare che l’altro debba fare di tutto per essere all’altezza delle nostre aspettative. Amore è non avere aspettative ma comprendere che tutti abbiamo delle lacune da superare. Se riusciamo a comprendere che l’amore è una continua conquista, di sicuro potremo viverlo quasi come in una favola. Come è successo e continua a succedere a me. Raffaele PARTITE IVA «Troppo facile incolparci di non voler pagare» Amilcare Gualdoni MATURITÀ «Fare i conti con la realtà prima di ripristinare il vecchio esame» Gianni Mereghetti BUROCRAZIA «Meglio fare in fretta con la digitalizzazione» Giovanni De Luca CALCIO «Il degrado cui assisto da bordocampo» Salvatore Ragusa Tutte le lettere INVIATECI LE VOSTRE LETTERE Vi proponiamo di mettere in comune esperienze e riflessioni. Condividere uno spazio in cui discutere senza che sia necessario alzare la voce per essere ascoltati. Continuare ad approfondire le grandi questioni del nostro tempo, e contaminarle con la vita. Raccontare come la storia e la cronaca incidano sulla nostra quotidianità. Ditelo al Corriere. 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