Diagnosi, cura e supporto per i piccoli con deficit visivi. Coinvolgendo i genitori

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di Eleonora Lanzetti

A Pavia «Non solo Occhi per Crescere»: percorsi di terapia e di riabilitazione rivolti a pazienti da 0 a 18 anni. Il team di specialisti si concentra su un approccio che coinvolge anche i contesti familiare, scolastico e sociale

Un occhio che sfarfalla, la vista offuscata, lo sforzo su quei pochi decimi rimasti e un UN percorso di crescita in salita sin da piccini. A Pavia è nato un centro in cui un team di specialisti porta avanti percorsi di cura e riabilitazione di pazienti da 0 a 18 anni con patologie neuroftalmologiche, per renderli autonomi nel vivere la normale quotidianità. Si chiama Non solo Occhi per Crescere, ed è frutto della collaborazione attiva tra Fondazione Mondino con il Centro di Neuroftalmologia dell’età evolutiva, e Fondazione Mariani, che nei suoi cinque centri in Italia si dedica alla neurologia infantile. Un luogo in cui il deficit visivo del bambino è al centro dei percorsi multidisciplinari, così come il benessere e la serenità di mamma e papà, attraverso un costante supporto alla genitorialità.

Raffaella Zingrini è mamma di Lorenzo, un bimbo di 6 anni, vispo e sempre sorridente. La sua malattia si chiama retinoschisi x-linked, una distrofia retinitica genetica collegata al cromosoma x trasferita dal nonno alla mamma che è portatrice sana: «Non sapevamo – racconta Raffaella – che il deficit visivo di mio padre fosse legato a questa patologia, lo abbiamo scoperto solo in seguito, facendo esami e visite a Lorenzo. Il bambino a sei mesi aveva un occhietto storto, perciò mi sono allarmata. La diagnosi è arrivata dopo un anno quando aveva un anno e mezzo».

Lorenzo vede due decimi nell’occhio più forte e un decimo nell’altro. Non c’è cura, a parte la terapia genica sulla quale i genitori hanno piena fiducia e la situazione è fortunatamente stabile: «Quest’anno ha iniziato la scuola, un nuovo step da affrontare, ma al Centro per ogni ostacolo o dubbio c’è una risposta, ci sentiamo al sicuro. Il bambino usa il poco residuo visivo che ha nel migliore dei modi, non ha deficit cognitivi perciò risponde benissimo agli stimoli».

Più bisogni

In questo Centro non solo gli occhi sono i protagonisti. Si curano deficit visivi di origine centrale e periferica, disturbi oculomotori, malattie rare, sindromi complesse o condizioni che predispongono allo sviluppo di problematiche visive, ma l’approccio riabilitativo è multidimensionale e coinvolge i diversi contesti di vita: familiare, scolastico e sociale. In quest’ottica, il take care si fonda sulla globalità dei bisogni del bambino o ragazzo e sul coinvolgimento attivo anche dei genitori. «Lo scopo è quello di potenziare i percorsi di presa in carico dei disturbi visivi – spiega la dottoressa Sabrina Signorelli, direttrice del Centro – accompagnando le famiglie del bambino per arrivare a vivere una vita più normale possibile. Uno dei principali aspetti è proprio quello di trasferire i progressi fatti in ospedale alle diverse situazioni del quotidiano per dare maggior valore ai percorsi di cura».

Tra i piccoli pazienti del Centro ci sono anche Amalia e Arturo. Il loro deficit visivo è al centro del percorso di indipendenza e autonomia intrapreso da diversi mesi. «Non manca mai il confronto con i genitori e la scuola – racconta la loro mamma, Charlotte Michi – e sapere che abbiamo qualcuno su cui contare per aiutarci ad affrontare le sfide del quotidiano anche nel futuro dei nostri figli è prezioso». Anche Giulio sta seguendo gli input della dottoressa Signorelli e della neuroterapista Antonella Luparia, mentre Federica, la mamma, si confronta con altri genitori in quelli che in questi spazi comunque giocosi chiamano «Gruppi di Parola», luoghi di ascolto guidato per i genitori che si incontrano e condividono esperienze comuni: «L’ansia e le frustrazioni che da mamma ho sempre avuto, grazie all’aiuto del centro, non sono state catalizzate e riversate sul bambino».

20 ottobre 2022 (modifica il 22 ottobre 2022 | 06:36)

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, 2022-10-22 04:37:00, A Pavia «Non solo Occhi per Crescere»: percorsi di terapia e di riabilitazione rivolti a pazienti da 0 a 18 anni. Il team di specialisti si concentra su un approccio che coinvolge anche i contesti familiare, scolastico e sociale, Eleonora Lanzetti

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