Da Tecnicadellascuola.it: Atreju, Concia su Educare alle Relazioni: troppe responsabilità ai docenti? Ho fiducia in loro, sono bravi e persone serie

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Oggi, 15 dicembre, alla convention di Fratelli d’Italia a Roma Atreju, in corso in questi giorni, è intervenuta anche Anna Paola Concia (ex deputata PD e attivista Lgbt), di recente al centro del dibattito pubblico dopo la sua nomina, e la sua immediata revoca, insieme a Suor Anna Monia Alfieri e Paola Zerman, come come coordinatrice del progetto “Educare alle relazioni”, voluto dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.

Educare alle Relazioni, quale ruolo dei docenti?

Che cosa avrebbero dovuto fare le tre coordinatrici? Ecco la risposta di Concia: “La scuola non si sostituisce alla famiglia, ma collabora. Nessuno voleva sostituire la famiglia. La scuola non è fuori dal mondo, non è sbagliato lavorare all’educazione all’affettiva all’interno della scuola. Il ruolo centrale ce l’ha il docente, questo progetto deve giustamente essere attuato dagli insegnanti. I protagonisti sono i ragazzi, i docenti sono mediatori”.

Ma i docenti possono essere addossati anche della responsabilità di educare alle emozioni gli studenti? Sono moltissimi gli insegnanti che non vedono di buon occhio questa idea, come se fosse compito di loro fare qualcosa che spetta in primis ai genitori. Ecco la risposta dell’ex deputata: “La sfiducia nei docenti non la coltiverei, gli insegnanti sono bravi e persone serie”.

Educare alle relazioni, come si svolgerà il corso?

Come abbiamo scritto, non saranno solo gli insegnanti a tenere i corsi: è previsto il supporto occasionale di psicologi, avvocati, assistenti sociali, organizzazioni attive nel contrasto alla violenza di genere e il coinvolgimento di testimonial vicini ai giovani: influencer, cantanti, attori.

I gruppi di “discussione e autoconsapevolezza” saranno quindi gestiti dagli esperti e addetti ai lavori solo in modo “occasionale”. Cosa significa questo aggettivo? L’etimologia del termine non è rassicurante: il vocabolario, quando si cerca la parola “occasionale”, ci dice che si tratta di un evento “dovuto a circostanze fortuite” e comunque “non determinante”.

Quindi, dobbiamo pensare che gli addetti ai lavori, i veri esperti di relazioni positive e di prevenzione della violenza di genere, saranno coinvolti in circostanze particolari e fortuite? E che verranno chiamati, quindi, solo ogni tanto a offrire il loro contributo nelle scuole?

L’amministrazione scolastica farebbe bene a chiarire, perché c’è da considerare anche un altro aspetto: gli incontri sulla “Educazione alle relazioni” si svolgeranno in orario extra-curricolare, quindi il pomeriggio.

Ebbene, i precedenti sui progetti pomeridiani non obbligatori non sono proprio così positivi: le percentuali di assenza, in media, anche se i numeri possono cambiare da scuola e scuola, da provincia e provincia, ci dicono che queste “lezioni” sono frequentate, se va bene, poco più della metà degli iscritti alle classi.

Certamente, se i corsi dovessero essere affidati a influencer, cantanti e attori, (ammesso che siano disponibili e reperibili migliaia e migliaia di professionisti) il discorso cambierebbe non poco (e in meglio). Se, invece, a tenere il corso sarà un docente della scuola, il grado di attrazione non sarebbe lo stesso (quindi le adesioni probabilmente si ridurrebbero).

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