Cultura, la svolta di Manfredi: il piano sarà «partecipato»

Cultura, la svolta di Manfredi: il piano sarà «partecipato»

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palazzo san giacomo
Mezzogiorno, 9 marzo 2022 – 07:51

I punti fondamentali del programma quadriennale saranno discussi lunedì al Mercadante. Dal giorno 15 il Comune raccoglierà le proposte della città per poi elaborare un testo entro l’estate

di Paolo Cuozzo

Il Comune come coordinatore di tutte le iniziative in città e non solo come agente culturale. È l’obiettivo dell’amministrazione municipale in previsione del «Piano strategico della politica culturale». Anticipazioni che il sindaco Gaetano Manfredi ha fatto in commissione Cultura, presieduta da Luigi Carbone. L’ex ministro dell’Università, accompagnato dal professor Stefano Consiglio — che in qualità di consigliere del sindaco per la cultura coordina una sorta di cabina di regia di esperti del settore culturale, esterna al Comune di Napoli, cosa a suo tempo anticipata dal Corriere del Mezzogiorno — ha illustrato i punti strategici fondamentali del Piano che verranno presentati lunedì prossimo al Teatro Mercadante di Napoli. Manfredi aspira, quindi, ad avere «una relazione costruttiva con tutte le istituzioni culturali attive in città e alla definizione di una scala di interventi che si estenda dalle Municipalità all’area metropolitana». Ma vuole anche che ci sia «una programmazione degli eventi che tenga conto dei tempi del turismo e basata su una comunicazione efficace; investimenti nella filiera formativa in ambito culturale e potenziamento dell’industria creativa per la nascita di imprese culturali».

La strategiaAl momento esiste una bozza di lavoro che si chiama «linee di indirizzo» nella quale però già si parla di «strategia territoriale integrata» che preveda «azioni comuni e condivisione di modelli virtuosi insieme non solo con Napoli ma anche con il sistema dei Campi Flegrei, la penisola sorrentina, il comprensorio Camaldoli-Agnano-Astroni, le isole del Golfo, il Vesuvio, la foce del Volturno e la costa di Licola; si va dai siti archeologici (anche quelli subacquei) ai siti reali borbonici, dalle feste popolari alle processioni, dai festival musicali alle produzioni teatrali, dalle biblioteche agli archivi. L’area metropolitana di Napoli può diventare, in questa visione integrata, una risorsa fondamentale per allargare il bacino di utenti che fruiscono delle attività culturali e rafforzare il valore delle azioni messe in campo». In commissione Manfredi ha parlato anche di «manutenzione, identità e nuovi modelli di gestione dei siti culturali comunali». Ma anche di «progetti di compartecipazione pubblico-privato per la valorizzazione dei siti minori; potenziamento del rapporto con l’educazione e la crescita sociale sviluppando, ad esempio, la rete delle biblioteche cittadine, luogo di elaborazione e confronto per le giovani generazioni. L’idea per i prossimi due mesi — ha messo a verbale il sindaco — è quella di avviare una progettazione culturale condivisa e aperta alla dimensione internazionale», visti i numeri in crescita della città e del turismo culturale. «Vocazione, strategia e programmazione» sono perciò le parole chiave del documento programmatico che la commissione ha presentato al sindaco per l’elaborazione del Piano strategico per la cultura. Sul sito del Comune di Napoli, compare il form da compilare per chi volesse partecipare alla riunione del Mercadante il primo marzo.

Le tappeSul portale istituzionale di Palazzo San Giacomo si delineano le quattro tappe di avvicinamento e che porteranno in estate ad avere il Piano quadriennale «2022-2026 per le politiche culturali». Punto di partenza di questo processo è sostanzialmente quanto contenuto nel programma culturale di Manfredi in campagna elettorale che lo ha poi portato alla decisione di non istituire un assessorato alla Cultura ma di tenere la delega per sé. La seconda tappa consiste, invece, nella definizione delle «Linee di indirizzo della politica culturale di Napoli e della Città metropolitana», in cui sono definiti gli obiettivi strategici che si intendono raggiungere e fissate le priorità che dovranno ispirare il programma operativo. Terzo punto è quello che — come ha spiegato il sindaco — avrà luogo tra il 15 marzo ed il 15 aprile, e sarà dedicato alla raccolta di proposte provenienti dal mondo della cultura e alla definizione delle azioni operative che l’amministrazione svilupperà a partire da quest’anno. Infine, la quarta e ultima tappa, che si concluderà entro l’estate: coinciderà con la presentazione alla città del Piano della Cultura 2022-2026. «Le Linee di indirizzo — si legge sul sito del Comune — racchiudono una visione e nove sfide strategiche, da intendere quali priorità e valori fondamentali a cui si ispirerà l’azione di governo dell’amministrazione per le sue politiche culturali».

Il programma di azioniNel documento, che sarà presentato alla città lunedì prossimo, sono perciò descritti i principi di base cui dovrà corrispondere nei prossimi mesi un programma operativo di misure, azioni, interventi promosso dal Comune e dalla Città metropolitana, con la partecipazione, in una molteplicità di forme, di quanti condivideranno tali principi di fondo. «Il prossimo passo — si legge sempre sul sito istituzionale del Municipio — è la costruzione del programma di azioni». Ovviamente, è chiarito che il documento sulle linee di indirizzo rappresenta solo «una traccia, una cornice da riempire nei prossimi mesi». Perché «l’intenzione dell’amministrazione è di fissare le priorità verso le quali dovranno convergere le energie creative di quanti operano o desiderano operare nel mondo della cultura napoletana, comunicare e condividere un metodo di lavoro. Da qui in avanti il tempo sarà dedicato al confronto, a raccogliere idee da aggiungere ai progetti sui quali l’amministrazione sta già lavorando, per integrarle in un programma di azioni quanto più trasparente e condiviso così da porre la cultura alla base dei processi di rigenerazione e sviluppo della nostra città».

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9 marzo 2022 | 07:51
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