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Covid, come funziona il Paxlovid, l’antivirale che possono prescrivere i medici di base

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di Virginia Piccolillo

Sei compresse al giorno, i tempi limite dalla comparsa dei sintomi e le interazioni con altri farmaci. Risponde Silvestro Scotti , segretario generale nazionale della Federazione medici di Medicina generale

L’Agenzia del farmaco (Aifa) ha annunciato lo scorso 12 aprile che anche i medici di famiglia potranno prescrivere i farmaci antivirali per la cura del Covid, prima a disposizione solo dei centri di riferimento. Questo farmaci saranno disponibili nelle farmacie.

È già possibile la prescrizione delle pillole antivirali contro il Covid da parte dei medici di famiglia?

Risponde
Silvestro Scotti , segretario generale nazionale della Federazione medici di Medicina generale: «A dire il vero l’autorizzazione c’è ma non è ancora in Gazzetta Ufficiale. Ancora bisogna perfezionare alcuni passaggi autorizzativi. In ogni caso ne possiamo somministrare solamente uno».

Di quale farmaco si tratta? Che forma e che dosaggio ha?

«Si tratta del Paxlovid: una combinazione di due molecole, tre compresse che vanno prese due volte al giorno per cinque giorni».

Quali sono i risultati dei test su questo farmaco? Funziona?

«Questo farmaco ha un alto livello di efficacia: intorno all’89% nella riduzione di ricoveri e decessi. Ma ha anche parecchie interazioni con altri farmaci, utilizzati spesso nei soggetti anziani o con patologie croniche».

Ce ne sarebbe anche un altro?

«Sì, l’Ema non lo ha autorizzato, ma l’Aifa sì, con regime speciale. Ha meno efficacia ma anche minori interazioni con altri farmaci. Quindi è importantissimo che chi lo somministra sia perfettamente consapevole delle condizioni del paziente e non che le deduca da un semplice colloquio telefonico con chi magari è poco scolarizzato».

Entro quanto bisogna prendere l’antivirale?

«Entro cinque giorni dall’inizio dei sintomi. Non dall’esito del tampone positivo».

È vero che se ne stanno utilizzando pochi? Perché?

«I pazienti tendono a sottovalutare i sintomi scambiandoli per un raffreddore. Ritardano il tampone. E noi medici possiamo somministrarli solo in presenza di un tampone certo, non uno casalingo».

Si sottovalutano i sintomi anche perché Omicron è una variante che non fa più paura? È sbagliato ritenerlo?

«Si . Molto. Finora ha fatto poco danni perché si ammalavano soprattutto i giovani. Ma si sta per preparando la tempesta perfetta. Gli anziani e i fragili stanno sottovalutando la quarta dose che servirebbe assolutamente. Si sta abbassando la copertura immunitaria delle terze dosi che facevano avere sintomi più lievi. E le feste pasquali faranno sì che la vicinanza tra giovani e anziani faccia risalire il contagio verso le fasce e più fragili con grande rischio. Il consiglio è: fare la quarta dose. Allargare il più rapidamente possibile l’uso di tutti gli antivirali ai medici di famiglia e indurre i pazienti di patologie croniche e gli anziani a proteggersi».

17 aprile 2022 (modifica il 17 aprile 2022 | 20:02)

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, 2022-04-17 18:03:00, Sei compresse al giorno, i tempi limite dalla comparsa dei sintomi e le interazioni con altri farmaci. Risponde Silvestro Scotti, segretario generale nazionale della Federazione medici di Medicina generale, Virginia Piccolillo

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