Così il progetto Aconcagua aiuta gli studenti in ospedale a restare in classe

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di Redazione Scuola

Un progetto di Fondazione Edo ed Elvo Tempia Onlus, Fondazione Agnelli e Unione Genitori Italiani per permettere ai pazienti oncologici (e non solo) dell’Ospedale di Novara di collegarsi via pc con professori e compagni. E c’ anche un film che racconta l’impresa di uno dei promotori: scalare l’Aconcagua (7 mila metri)

Essere malati e non voler perdere la scuola. Dare a chi non pu frequentare la possibilit di restare collegato con i propri docenti e compagni di classe anche dal letto d’ospedale. E’ questo il senso del progetto Aconcagua: aiutare gli studenti in ospedale delle scuole secondariea restare dentro la propria classe grazie alle risorse della didattica digitale integrata e ai collegamenti a distanza, mantenendo con compagni e insegnanti rapporti non saltuari e cercando cos di superare il rischio di isolamento relazionale e sociale causato dalla malattia. Con un duplice beneficio, didattico e psicologico. Un progetto pensato per i giovani pazienti in cura presso la sanit pediatrica all’Ospedale Maggiore della Carit di Novara, in particolare per chi soffre di patologie oncoematologiche, ma anche di altre patologie complesse. Un modello che potrebbe essere applicato anche in altre regioni e province italiane. Parte da lontano, il Progetto Aconcagua, nato da un’iniziativa avviata prima della pandemia e arrivata, per sostenere la raccolta fondi, ai 7mila metri delle Ande. Presentato mercoled 14 giugno oggi a Novara nell’Auditorium dell’Universit del Piemonte Orientale, avr avvio nell’anno scolastico 2023-24.

Il progetto promosso congiuntamente da Fondazione Edo ed Elvo Tempia Onlus, Fondazione Agnelli e Unione Genitori Italiani – UGI Novara, in stretta collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte e con l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Maggiore della Carit di Novara. Le risorse economiche saranno messe a disposizione da Fondazione Edo ed Elvo Tempia, che proseguir nell’azione di fund raising. Il progetto – ha spiegato il direttore della Fondazione Agnelli Andrea Gavosto – vuole aiutare lo studente malato a mantenere un orizzonte di vita e di socialit il pi ampio possibile. Partendo dalla scuola, perch nella scuola – con i suoi compagni e insegnanti – che lo studente ha una parte fondamentale delle sue relazioni. Facendolo restare seppure virtualmente dentro la sua classe, la didattica digitale favorisce non solo la continuit scolastica, ma anche un recupero del suo benessere nel senso pi ampio, mettendosi al servizio di un intervento educativo, che coinvolge e responsabilizza la scuola a cui lo studente appartiene. Quel che abbiamo fatto a Torino in questi anni e oggi vogliamo fare a Novara indica una strada per esperienze analoghe a livello nazionale. Il progetto Aconcagua – ha sottolineato Franca Fagioli, direttrice del Dipartimento Patologia e Cura del Bambino Regina Margherita di Torino – rafforza e potenzia il percorso didattico iniziato presso il Centro HUB di Torino permettendo a tutti i pazienti di proseguire la formazione scolastica presso i Centri Spoke del Piemonte, assicurando una presa in carico globale del paziente.

Il modello di riferimento del progetto Aconcagua quello sperimentato a Torino dal 2015 dalla Fondazione Agnelli, in collaborazione con USR Piemonte e l’Ospedale Infantile Regina Margherita-OIRM (oltre 60 studenti coinvolti, circa 80% dei quali con patologie oncologiche), integrato con le modifiche suggerite dal contesto locale e dall’esperienza della pandemia. Il lungo cammino di Aconcagua cominciato nel 2019 quando Pietro Presti, direttore generale della Fondazione Tempia di Biella, decise di diventare testimonial della raccolta fondi per il progetto con una spedizione in Sudamerica: l’obiettivo era raggiungere la vetta dell’Aconcagua, a quasi 7 mila metri di altitudine, per far parlare del progetto attraverso la metafora della patologia come montagna da scalare. C’ anche un documentario: l’operatore e regista Alessandro Beltrame ha prima seguito la spedizione di Pietro Presti sulle Ande, poi ha portato la sua telecamera all’ospedale di Novara e a Torino per raccontare gli scopi del progetto. Il documentario s’intitola My Mountain ed disponibile in tutto il mondo sulla piattaforma Amazon Prime.

14 giugno 2023 (modifica il 14 giugno 2023 | 17:09)

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