Compiti a casa, in Italia se ne fanno il doppio rispetto ad altri Paesi in Europa. I dati

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Tanti, troppi compiti. I genitori si trovano spesso ad affrontare quesiti e problemi relativi ai compiti per casa dei loro figli, contro i quali si scagliano accusando i docenti di averne assegnati troppi.

Di recente, una mamma di Palermo ha rivolto delle critiche poco lusinghiere ai docenti della scuola primaria frequentata dal figlio attraverso un noto social. In sostegno alle famiglie, la Lega, attraverso il suo responsabile del Dipartimento istruzione, Mario Pittoni, ha dichiarato di sostenere la battaglia di migliaia di genitori che non riescono a seguire i figli a casa. Tuttavia, occorre domandarsi se anche all’estero i docenti siano soliti assegnare tanti compiti ai propri alunni come avviene in Italia.

Così come segnala La Repubblica, attraverso l’esame dei dati delle indagini internazionali sugli apprendimenti degli alunni di scuola elementare e media, emerge che i docenti italiani assegnino effettivamente più compiti a casa, o da svolgere in proprio, ai propri alunni rispetto a quanto avvenga all’estero. In particolare, il Timss 2919, che indaga sulle competenze in Matematica e Scienze degli alunni di quarta elementare e terza media di 39 paesi, ha evidenziato che gli insegnanti italiani assegnino in media più compiti a settimana rispetto ai loro colleghi stranieri.

Analizzando i dati relativi alla quarta elementare, i compiti a casa delle maestre italiane ai propri alunni risultano 3,3 volte superiori rispetto a quelli assegnati ai bambini francesi e superiori del 50% di quelli assegnati ai bambini spagnoli e finlandesi

Solo i bambini tedeschi affrontano una quantità simile di compiti rispetto ai loro coetanei italiani. Inoltre, in Scienze, la situazione non cambia molto, anzi il divario si incrementa, con l’impegno richiesto ai bambini italiani che risulta 8 volte superiore a quello dei bambini francesi, il doppio rispetto ai bambini spagnoli e triplo rispetto a quelli tedeschi. Anche alla scuola media, la situazione non è migliore, con tempi richiesti in Italia che risultano tre a quattro volte superiori rispetto a quelli previsti per i ragazzini francesi, portoghesi e finlandesi.

Tuttavia, occorre considerare che in molti paesi europei le attività didattiche si protraggono nel pomeriggio e i compiti si possono svolgere a scuola con la supervisione dei docenti. In Italia, invece, secondo la banca dati del ministero dell’Istruzione e del merito, poco più di un terzo delle classi di scuola primaria a tempo pieno, con lezioni fino alle 16:00, rappresentano il totale (38%), mentre solo una su cinque (il 21%) si trova al Sud.

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